Da oggi la prima delle due semifinali: Spagna – Francia
Parafrasando il titolo ed il ritornello di una famosa canzone di Gino Paoli: sono rimaste quattro nazionali all’europeo, che volevano alzare il trofeo. Chiaramente non tutte e quattro potranno alzarlo nella prossima notte di Berlino, datata 14 luglio 2024, ma solamente una. Un po’ come nella frase iconica del film cult anni ’80 ‘Highlander – L’ultimo immortale’: ne resterà soltanto uno; in questo caso: ne resterà soltanto una.
Quale tra le quattro semifinaliste, che compongono questi due matches: Spagna – Francia e Olanda – Inghilterra, alzerà la coppa domenica sera? Scelta ardua e non tanto per dire. semmai per cercare di andare affondo ai vari temi che si svilupperanno questa sera e domani sul campo, con le due sfide che promettono spettacolo, almeno così sembra.
Si, perché solitamente: la stampa le presenta come le migliori partite dell’anno, succede, però, il tasso di adrenalina è talmente alto, che quando i giocatori scendono in campo sono talmente tesi o addirittura le squadre stesse tendono, per tutti i novanta minuti a non farsi male, andando persino ai supplementari e calci di rigore.
Rimanendo nella metafora cinematografica, un film già visto si potrebbe dire; ma non basta e, anche perché, saremmo riduttivi anche noi nello sviluppare questo speciale che ci porterà verso la finale, per poi presentare i due matches come noiosi e privi di spettacolo. In fondo sono arrivate le migliori, sono arrivate quelle con i nomi più blasonati. È vero, manca la Germania, ma se il gioco dell’accoppiamento iniziale dei gironi, per l’eliminazione diretta, prevedeva che i tedeschi si scontravano contro gli spagnoli, risultava un po’ complicato vederle tutte due contro la Francia.
La Francia, appunto, partiamo proprio da lei questa lunga disamina e che, forse, sarà anche un po’ impietosa e non tanto perché non saremo equilibrati ma perché sono gli stessi ragazzi di Deschamps ad essere giunti al penultimo atto con certi numeri che non si erano mai verificati ne in una delle tante edizioni dei Mondiali e neanche, appunto, in una delle tante edizioni degli Europei.
Tra i tre matches del girone, gli ottavi di finale ed i quarti di finale, la nazionale di Kiliane Mbappé non ha segnato una rete su azione: due autogol ed un rigore e, proprio per il suo potenziale, aggiungeremmo noi letale, non è che è troppo poco ma è un bottino veramente insignificante per una nazionale che pretende, giustamente e per la sua storia, anche recente, di tentare di alzare il trofeo per la terza volta.
Discorso totalmente differente per le altre tre, partendo anche dal presupposto che due, in modo particolare, è stata nostra avversaria nel girone e un’altra poteva esserlo nei quarti. Stiamo parlando di Spagna ed Inghilterra. Qui i numeri, rispetto ai Blues, non è che sono meno pietosi è che sono più convincenti. Hanno mostrato, da un lato, più spina dorsale, dunque sono più squadra. Solo gli spagnoli presentano, dal 2008 ad oggi, il loro ‘cavallo di battaglia’ logicamente evoluto: il tiki taka. Mentre gli inglesi non hanno un gioco, ma sono ugualmente squadra rispetto alla Francia medesima.
Con ciò si vuole affermare, fatti alla mano, che, in più di un’occasione, quando si è trovata in svantaggio, sia durante gli Ottavi e sia durante i Quarti, ha mostrato una spina dorsale non tanto per quanto riguarda le trame di gioco, quanto nello spirito di squadra. Si è ricompattata di minuto in minuto e a testa bassa ha rovesciato il risultato a suo favore.
Da più parti si dice che la nazionale allenata da Southgate non è proprio bella da vedere. D’altronde, non solo da parte degli addetti ai lavori ma anche da parte del pubblico, si vuol sempre ammirare quella perfetta combinazione tra gioco e spirito di swuadra. Non sempre è così, come non sempre, quando è così, ha portato risultati sperati.
Ne sa qualcosa, storicamente, l’Olanda che, cinquanta anni fa esatti, perse la finale del mondiale proprio in Germania e contro, proprio, i padroni di casa, dopo aver incantato il mondo intero. Era la nazionale di Johan Cruyif, Neeskens e tanti altri. Nazionale che annichilì sia il Brasile e l’Argentina ma non la Germania di Beckenbauer.
L?olanda perse la finale del Mondiale ’74, come perse anche quella di quattro anni più tardi in Argentina ’78. La perse nel 2010 contro la Spagna e sempre, comunque, mostrando al mondo sia un bel calcio che un buon calcio. nella sua storia gli orange hanno vinto un unico trofeo, dunque un’unica finale, guarda caso sempre in Germania ma nell’Europeo di fine anni ’80, nel 1988. Fu una magia di Van Basten, contro l’Unione Sovietica, in finale a far esplodere di gioia i tifosi olandesi.
E oggi? Oggi, l’Olanda non è particolarmente bella; non è particolarmente spettacolare. Semmai è più efficace, più fisica e se vogliamo, ciò varrebbe anche per la nazionale inglese, anche più cinica. Più pragmatica. Tutti gli elemente che le permettono di essere annoverata, per non dire anche indiziata, tra le favorite alla vittoria finale.
Dunque, tra queste quattro grandi chi sarà quella che trionferà a Berlino? Certamente ci sono da attendere queste due partite, questa sera e domani, in cui avremo un responso dettato dal campo e, quindi, a partire proprio da Spagna – Francia. Su questa sfida, ironia della sorte, gli stessi giornalisti francesi si stanno divertendo a dire: vinciamo 0 a 0, perché difatti e come abbiamo detto fino adesso, ai francesi è andata bene, anche troppo bene.
Tutti quanti speriamo di vedere, tra la stessa Spagna e la stessa Francia, una partita di altri tempi, piena di azioni, magari anche piena di gol e dove non c’è un monologo da parte di una squadra mentre l’altra riparte sporadicamente in contropiede. Certo, con i valori e la qualità in campo è difficile pensare che possa succedere veramente. Ma dopo quello che si è visto fino adesso non lo possiamo escludere, sperando che le magie di Lamine Yamal e Kiliane Mbappè illuminino, in tutto e per tutto, la serata che ci aspetta per garantirci una sana partita di calcio tra due squadre che hanno fatto, negli ultimi anni, la storia del calcio.