Le intenzioni di George Lucas sulla realizzazione di Episodio I

Ordinati tutti i punti fondamentali che avrebbero permesso di sviluppare al meglio e in base alla propria concezione quello che era, in ordine cronologico, il quarto film di ‘Star Wars’, George Lucas, comunque, in quel periodo, dovette far fronte ad una modifica rispetto alle sue intenzioni iniziali. Cambiò alcuni dettagli della battaglia finale del primo episodio, inserendo la scena in cui il piccolo Anakin scopre, per puro caso, il funzionamento di una navicella stellare non da solo, come aveva deciso in un primo momento Lucas, ma con l’ausilio del fidato robottino R2 D2, conosciuto con la sigla C1P8.

Oltre a ciò, la scrittura de ‘La minaccia fantasma’, qualche anno dopo, affermò di non avergli creato particolari problemi e per un semplice motivo: Scrivere la sceneggiatura è stato molto più divertente stavolta perché non ero limitato da nulla. Non è possibile scrivere uno di questi film senza sapere come si andrà a realizzarlo. Con la Gg a mia disposizione, sapevo di poter fare quello che volevo. Parole, le sue che hanno detto tutto.

In effetti, l’uso della cosiddetta Cgi, da parte del creatore della saga, era stato applicato sulla prima trilogia terminata sedici anni prima al 1999. Nel senso che alcuni dettagli, alcune scene e, soprattutto, cosa che i fans non hanno mai perdonato allo stesso Lucas, anche il mutamento della sequenza finale de Il ritorno dello Jedy, quella dei festeggiamenti per la caduta dell’Impero, tanto per intenderci.

Operazione che portò i tre precedenti film ad essere attualizzati a quella che stava ormai prendendo forma, con nuovi scenari, nuovi pianeti e popoli che sarebbero stati mostrati nei nuovi episodi. Ma che di fatto, forse senza neanche volerlo, avrebbero snaturato l’essenza stessa e, se vogliamo, rovinando ciò che c’era di rudimentale nei primi tre film, quelli prodotti tra il 1977 ed il 1983.

Altro dettaglio, sempre non di poco conto, fu la composizione del cast che, per ovvie ragioni, non poteva più comprendere gli attori storici, su tutti Mark Hamill, Carrie Fisher, Harrison Ford ed Alec Guinness. Furono ideati nuovi personaggi e scelti, per l’occasione, non proprio attori semisconosciuti come all’epoca. Furono ingaggiati nomi come Liam Neeson, Samuel L. Jackson, Christopher Lee e i giovani Ewan McGregor, nei panni del giovane Obi-Wan Kenoby e la già conosciuta, seppure altrettanto giovane, Natalie Portman, che era esplosa qualche anno prima nel film cult degli anni ’90, diretto dal regista francese Luc Besson, ‘Leon’.

Inizialmente si pensava di mostrare un giovane Palpatine, ma la scelta ricadde sull’attore storico; molto probabilmente era l’unico interprete della vecchia trilogia ad essere presente in quella nuova. Certo, chissà quanto stupore ha provato lo stesso Ian McDimand ad essere richiamato per lo stesso ruolo che aveva ricoperto quasi qualche ventennio prima? Non è dato saperlo.

Per quanto riguarda il ruolo che gli venne affidato a Liam Neeson era di prim’ordine, seppur limitato solamente all’episodio uno. Era il maestro Jedy Qui Gon Jii, il cui compito era quello di addestrare un giovanissimo Ben Kenoby. Sarà lui, accompagnato dal giovane apprendista durante una missione di fondamentale importanza, a scoprire il giovane Anakin Skywalker.

Rispetto ai tre precedenti film, la volontà dell’ideatore del franchise cinematografico era quella di proporre al pubblico di tutto il mondo uno ‘Star Wars’ con un taglio totalmente differente. Doveva assomigliare o comunque sembrare, secondo la sua naturale prospettiva, come ad un pezzo di epoca’ che tendesse, appunto, ad anticipare tutto ciò che poi era accaduto nella precedente trilogia e quindi negli episodi successivi.

Diversi dovevano essere i classici ed iconici combattimenti con le spade laser, con movimenti più attuali e più veloci rispetto al passato. In tal senso venne ingaggiato, come coordinatore degli stuntmen, Nick Gillard, il quale paragonò i duelli con le particolari spade ad una partita di scacchi. Non a caso tutte le mosse che vedrete qui sotto erano ovviamente studiate e pensate.

Difatti, Gillard, era convinto che gli stessi Jedi avrebbe dovuto assimilare un particolare stile di combattimento che miscelava la scherma, il kendo ed altri tipi di Kenjutsu, inserendo tecniche che oscillavano dal tennista ai taglialegna e come avete visto il risultato è stato oltre sorprendente e spettacolare lo si deve considerare anche molto efficace.

I due attori iniziarono ad apprendere il tutto in maniera lenta e gradatamente per poi passare con sequenze più veloci nei movimenti. Tutto questo per un combattimento anche di soli sessanta secondi. Era chiaro che anche i costumi dovevano essere diversi e più sofisticati della ‘società’ in cui era ambientata la prima trilogia. Tutto questo per creare ciò che lui aveva in testa da almeno venti anni.

A questo punto vi poniamo e ci poniamo una domanda? Semmai lo stesso Lucas avrebbe avuto la stessa tecnologia a disposizione già a partire dagli anni ’70 sarebbe partito direttamente con l’episodio 4? Chissà. La storia, anche quella cinematografica, non si fa né con i sé e né con i ma. E lo sappiamo che la nostra sembra una domanda retorica, usata quasi per allungare il brodo. Invece no e per un semplice motivo.

Lucas, con la nuovissima tecnologia, poteva ricreare tutti gli scenari che voleva, seppure partendo o usando, come base d’appoggio, locations di altro valore storico-culturale: si pensi, per quanto riguarda ‘La Minaccia Fantasma’, la Reggia di Caserta proprio per la battaglia finale del film o quella che dava il via, appunto, alle famose ‘guerre stellari’.

Dopo il completamento della sceneggiatura, il set vero e proprio quando venne aperto e soprattutto quanto durarono, effettivamente, le riprese? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, visto che il film uscì nel 1999, le riprese non vennero effettuate nel 1998, ma l’anno precedente. Ovvero a partire dal 26 giugno al 30 settembre del 1997. I tempi più lunghi erano dovuti a causa del montaggio che, soprattutto, per l’utilizzo degli effetti speciali durò due lunghi anni. Il risultato?

Era di sicuro atteso da molti, per non dire da tutto il mondo. Da tutti coloro che erano cresciuti con la prima trilogia e attendevano quella prequel non perché sapevano già cosa fosse successo, ma per comprendere del perché sarebbe successo. In fondo era questa la vera motivazione di tanto entusiasmo per un film che avrebbe mosso un giro di soldi indecifrabile.

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