Sabato, alle ore 18.00, a Berlino troveremo la Svizzera

Dopo il match di ieri sera, risolto con il pareggio agli ultimi secondi dell’ultimo minuto di recupero, ci sovvengono alla nostra mente due film. Nel primo sentiamo la necessità di menzionare ad una scena in particolare, per quanto riguarda il secondo basta solamente il titolo e, per non seguire uno schema fisso, partiamo proprio da quest’ultimo dettaglio.

Vi ricordate il film di genere commedia, di fine anni Novanta, ‘Tutti pazzi per Mary’? Ebbene, da ieri sera siamo ‘Tutti pazzi di Zaccagni’. Si, proprio così e permetteteci di essere meno formali, meno istituzionali in queste situazioni e lasciarci andare, anche a noi, ed essere più tifosi e meno giornalisti con obiettività che, comunque, non può mancare a prescindere.

Il secondo punto, sempre quello cinematografico, è rappresentato dalla scena di un’opera cinematografica in particolare e che film direte voi. È uno dei momenti finali di ‘Rocky Balboa’, il sesto film della saga. Il match dell’amato personaggio e l’avversario di turno, il campione e poco esperto Mason Dixon, è appena finito. Il boxeur più giovane riceve delle parole da parte dell’allenatore che gli dice: sono questi gli incontri che ti fanno crescere.

Morale della favola: Mason Dixon aveva vinto contro tutti, ma non aveva mai affrontato un avversario della caratura di Rocky Balboa. Più o meno per l’Italia di Spalletti è la stessa cosa. Abbiamo vinto contro l’Albania all’esordio, ma ci siamo messi paura contro la Spagna, perdendo.

Stava accadendo la stessa cosa anche ieri sera contro la Croazia e, difatti, stavamo perdendo; stavano per essere sbattuti fuori come la peggior terza dei gironi, a meno non ci avrebbe salvato un miracolo. Miracolo che è arrivato quando nessuno ci credeva. Quando eravamo tutti quanti pronti a sparare a zero su questa squadra: brutta, inguardabile, senza spina dorsale, senza carattere e quindi senza personalità.

Per non dire anche spaesata in campo, come se alle volte non sapesse cosa fare, basta vedere cosa è successo sul vantaggio croato. Eppure, in maniera impercettibile qualcosa si iniziava ad intravedere, nonostante i nostri tentativi erano un po’ troppo timidi; senza alcun mordente, senza alcuna cattiveria, senza alcuna ‘cazzimma’ con cambi, anche in questo caso, sempre un po’ troppo ritardatari da parte di Mister Spalletti ma, in questo frangente, hanno sortito, finalmente, i loro effetti positivi.

L’abbiamo pareggiata, dunque, ma è come se l’avessimo vinta grazie alla voglia di riscattarsi di Calafiori dopo quel suo sfortunato autogol contro la Spagna. La sua è un’azione personale dettata anche dalla disperazione e pesca nella posizione alla Del Piero la nuova ala della Lazio, Matteo Zaccagni, che non fallisce come Scamacca, Retegui, Raspadori e Chiesa.

È un 1 a 1 che ci fa passare il turno, permettendoci di giocarci il passaggio a quarti di finale nell’ottavo di finale di sabato contro la Svizzera, per poi attendere, chissà, altri nostri avversari. E per quanto riguarda la morale che vogliamo trarne dalla scena del film del pugile più famoso della storia del cinema?

Riprendendo il discorso, non è stato anche Mister Spalletti a sostenere, nelle ore della vigilia del match che proprio queste gare, come quella tra Italia e Croazia, a fare piccola o grande la storia? A voi le dovute conclusioni.

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