Seconda parte dello speciale interamente dedicato alla figura dell’attore conosciuto per ‘Starsky & Hutch’

E venne il 1975. Un anno, per lo stesso David Soul, magico. Venne ingaggiato da due produttori che la vedevano molto lunga, Aaron Spelling e Leonard Goldberg. Si trattava dell’ennesima nuova serie televisiva ma, forse, seppur in fase embrionale possedeva delle caratteristiche che ponevano i due personaggi chiave in maniera totalmente diversa rispetto agli altri. Rispetto a tutti gli altri poliziotti proposti sullo schermo.

Girò addirittura il pilot, che non arrivò mai e poi mai in Italia, di questo show televisivo che, fin dalle prime immagini, fin dai primi dialoghi, fin dai primi episodi si capiva che sarebbe stato avanti anni luce, all’avanguardia, per come trattava alcuni temi sociali: con un taglio molto realistico e con quell’ironia, anche improvvisata, che alleggeriva di molto l’atmosfera in alcuni momenti delle singole puntate.

Non a caso i molti sketches visti tra i vari momenti delle indagini erano il frutto, anche, dell’improvvisazione non solo sua. Si disse che gli attori, nel momento finale di ogni episodio, erano lasciati liberi di fare quello che volevano da parte degli stessi autori, permettendo, così, la creazione, di momenti di vera ilarità e di comicità pura e semplice.

Andata in onda dal 19 settembre del 1975, fino al 15 maggio del 1979, David Soul, in quei 93 episodi del doppio genere poliziesco ed azione, per la Abc, diventerà, per sempre ed insieme al suo partner di set Paul Michael Glaser, il sergente di polizia, dell’immaginaria Bay City, Ken Hutchinson, meglio conosciuto con il suo diminutivo di ‘Hutch’.

Ormai avete capito bene di cosa stiamo parlando. L’altro protagonista è l’altro sergente Dave Starsky. Entrambi diversi, ma entrambi amici profondi e sinceri. Dove la lealtà era la regola numero uno nel lavoro di poliziotto. In quei quattro anni di ‘Starsky & Hutch’ come impegno principale, lo stesso David Soul incominciò a sfruttare la sua notorietà cercando di farsi un nome anche e finalmente come cantante.

L’anno successivo, il 1976, esce finalmente con il suo primo long play intitolato semplicemente David Soul. Un disco, uscito il 14 gennaio di quello stesso anno, che conteneva dodici tracce di genere pop rock e soft rock. In particolare, in quella prima raccolta d’inediti, era presente una canzone di cui ve ne parleremo più avanti e che non citeremo subito nel farvi conoscere, al momento, l’intera tracklist: Wall, 1927 Kansas City, Bird on a wire, Hooray for Hollywood, Landlord, Seem to miss so much, Ex Lover, Topanga, Black Bean Soup, Kristofer David, Let’s have a quiet night in.

L’anno successivo, nel 1977, è la volta del suo secondo disco: Playing to an audience of one. Rispetto al disco precedente, una canzone in meno, quindi undici, e su tutte svetta la piacevole Silver Lady, con la quale si apre addirittura il secondo long play. Le altre canzoni sono: Tattler, Can’t we Just sit down and talk it Over, I wish I was, Rider, Going in with my eyes open, la stessa canzone che da il titolo al disco, Tomorrow child, By the devil I was Templed, Nobody but a fool or a preacher, Mary’s Fancy. Per il terzo album si dovrà attendere tre anni più tardi, il 1980. Ma da quel decennio in poi inizia un’altra storia per David Soul.

Rimaniamo, però, ancora intorno alla metà degli anni ’70. Da quel 1975 in poi tutto cambia. Da quella apparizione, solamente otto anni prima, David era si diventato famoso ma non proprio ancora come voleva lui. Voleva essere ricordato per la propria musica, vi ricordate, alla prima apparizione. Invece, senza neanche rendersene conto stava per entrare nella storia delle serie tv con quel personaggio tutto ligio ed equilibrato rispetto a quello del suo collega, più scapestrato in alcuni momenti ma simpatico.

Per ‘Starsky & Hutch’ dirada anche le sue sortite in altri progetti, diminuisce anche le apparizioni in singole puntate dei vari show tv di quegli anni. Eppure, nel 1977, oltre al suo secondo disco, riesce a recitare anche nel film per la tv: Little ladies of the night.

Due anni più tardi, invece, prende parte alla trasposizione televisiva di uno dei terrificanti romanzi di Stephen King: Le notti di Salem. Una miniserie che andrà in onda sulla Cbs tra il 17 ed il 24 novembre del 1979. Dopo questo titolo, molto importante, con il quale sancisce la fine di un periodo d’oro, David Soul, non vivrà dei magici momenti negli altrettanto leggendari anni ’80.

Qualcosa incomincia ad andare storto. Sempre nel 1980 pubblica altri due dischi e si concentra solamente sulle ospitate in serial tv, tentando di ritornare in auge con progetti televisivi non proprio di alto livello. Ma molto probabilmente non è neanche quello. Evidentemente, David Soul, in quel periodo particolare della sua vita vuole provare altre esperienze professionali.

Se la recitazione televisiva gli aveva dato tutto in quattro anni, la musica, forse, non lo aveva soddisfatto abbastanza o forse era i problemi matrimoniali ad affliggerlo perché ad un certo punto e per tutto quel decennio, Soul, dovette lottare contro sé stesso per cercare di uscire dal tunnel dell’alcolismo. Ci riuscirà ma solo alla fine di quello stesso decennio.

Frattanto aveva preso parte sempre a film per la televisione come ‘Il codice Rebecca’, trasposizione televisiva del famoso romanzo di Ken Follett. E ancora: La terza guerra mondiale, cinque episodi della versione televisiva del celebre film del 1942 ‘Casablanca’ e per un po’ sembrava che anche il cinema si fosse dimenticato di lui.

Infatti, dopo ‘La ballata dei vagabondi’, del 1975, e The Stick Up, del 1977, David ritornò sul grande schermo dopo ben undici anni grazie all’ennesima trasposizione cinematografica dedicata al personaggio ideato da Agatha Christie, Hercule Poirot, dal titolo: Appuntamento con la morte. Questo almeno è l’unico titolo degno di nota di tutto il decennio, precisamente del 1988. L’anno prima, invece, si era dedicato a progetti come: The Hanoi Hilton.

In verità, dopo la battaglia vinta contro sé stesso, contro il demone dell’alcolismo la grande occasione per far tornare grande il suo nome la ebbe in uno sceneggiato dalla produzione internazionale. Insieme a lui sarebbero stati presenti altri grandi nomi sia del cinema mondiale che quello italiano. L’anno? Sempre il 1988.

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