L’attrice campana riprenderà a breve la sua tournée teatrale: prima a tappa a Ravenna
Era il 30 maggio del 1947 quando la Regina dei libri gialli, Agatha Christie, impreziosiva la lettura dei suoi affezionati fans con una commedia tratta, a quanto sembra, da un suo stesso racconto: Tre Topolini ciechi, questo il titolo. Lo spettacolo teatrale, a cui invece stiamo facendo riferimento, non presenta un titolo, nella sua totalità, omonimo; semmai leggermente diverso, ma il senso è sempre quello: Trappola per topi.
Ebbene, ‘Trappoli per topi’, negli ultimi mesi, sta ottenendo notevole successo in quasi tutti i teatri italiani. Abbiamo detto quasi, non perché in alcuni il pubblico non ha risposto positivamente, ma per il semplice motivo che ancora deve assistere alle altre date della tournée che riprenderà molto presto.
A prendere parte in quella che è l’ennesima trasposizione teatrale o se vogliamo dire, rubando un termine tipicamente cinematografico, a partecipare in questo nuovo remake è l’attrice Raffaella Anzalone. Nome che forse qualcuno di voi conoscerà un po’ per aver preso parte ad una notissima serie televisiva di cui, fra non molto, vi sveleremo attraverso le sue parole. Si, perché questa giovane attrice si è concessa gentilmente a noi per una semplice intervista.
“È una commedia gialla scritta da Agatha Christie. In realtà essendo un giallo rischi di parlare, di spoilerare, di svelare. Quindi diciamo che ci sono tanti personaggi intrappolati in una foresteria, in maniera metaforica, poi lentamente si scopre il perché è una trappola per topi. In realtà è avvenuto un omicidio e ci sono delle indagini in corso e ruoterebbe tutto intorno ad una filastrocca scritta su un bigliettino”.
Questa è una delle sue tante risposte relative alla commedia a cui sta prendendo parte. Nonostante la trama, il tema comunque trattato, sia comunque ben noto la stessa Raffaella, da queste prime dichiarazioni, non vuole troppo sbottonarsi su quelli che potrebbero essere dei risvolti o dei dettagli da non svelare per evitare di fare troppo spoiler e noi, più di tanto, giustamente non la forziamo.
Nonostante ciò, ci conferma quanto detto in precedenza: in relazione al successo dello spettacolo che già nei prossimi giorni riprenderà a portare in giro per l’Italia:
“Molto successo, un successone anche alla Pergola a Firenze: è stato meraviglioso, delle serate stupende un pubblico caloroso, un teatro pienissimo, che comunque è ancora una rarità perché spesso restano vuoti. Quando vedi un teatro pieno, pienissimo anche di giovani. Perché il problema del teatro, soprattutto quando giri, ti accorgi che ci sono pochi giovani che vanno a teatro e questa è un po’ una tristezza. Invece quando lo vedi pieno di giovani è veramente meraviglioso”.
Un’osservazione che cogliamo anche noi al volo per confermare quanto ha detto lei e soprattutto anche per ribadire che i giovani sanno ben distinguere dalla qualità di un’opera dalla quantità delle proposizioni delle stesse.
Tornando a lei, Raffaella Anzalone è un’attrice che sta facendo molta gavetta. Ha lavorato, addirittura, anche per Michele Placido e preso parte, come anticipato in precedenza, non solo in una ma in ben due importanti serie televisive molto importanti:
“’Il grande sogno’ l’ho fatto una vita fa ed è stato un bellissimo ruolo; la mia prima esperienza importante, perché da lì che ho iniziato, è rappresentata da ‘Gomorra 2’, poi ‘Il commissario Ricciardi’, poi ‘Made In China’ o forse è venuto prima del Commissario Ricciardi. E poi ci sarebbe anche una commedia che dovrebbe uscire al cinema, dal titolo ‘Doppio Set’, ma non si sa ancora quando, per la regia di Walter Croci. Una commedia romantica”.
Dunque, oltre a raccontarci per non dire ricordarci anche i suoi più importanti esordi, Raffaella, ci anticipa anche cosa c’è nel suo futuro: questa interessante commedia di cui ancora non si conosce la data d’uscita. Ovviamente l’aspettiamo.
Nello scoprire qualcosa di suo, qualcosa di un po’ più personale, esce fuori una curiosità relativa al suo cognome che, originariamente, non doveva essere proprio così. Nulla di grave, all’anagrafe sbagliarono una lettera: in effetti doveva essere Ansalone. Ma per lei non è stato un problema e ce lo conferma con queste parole:
“Ormai per me non più. Sono Anzalone, anche se prima era Ansalone”.
È naturale, come ogni intervista che si rispetti, chiedere all’interlocutore di turno cosa, nella vita, lo ha spinto nell’intraprendere questo o quell’altro percorso. Sembra una domanda banale, ma non lo è. Anzi, appare molto utile, soprattutto quando è un modo utile per farvi conoscere questo nuovo talento emergente che si sta affacciando, da diverso tempo, nel mondo della recitazione.
“Mio padre è sempre stato un grande appassionato di teatro e un grande fan di De Filippo. Quindi io sono cresciuta con tutte videocassette e spettacoli di De Filippo. Fin da piccoli noi facevamo gli spettacolini a casa. Facevo la regia degli spettacoli, delle rivisitazioni di Eduardo De Filippo con le mie cugine. Facevo tutte le regie e poi facevamo delle prove e poi quando eravamo pronti facevamo gli spettacoli chiamavamo i genitori e quindi era già lì, ma anche grazie a dei corsi di teatro fatte alle medie, perché uno conto farlo a casa tramite mio padre però poi aver avuto la possibilità di fare degli spettacoli, sempre dalle medie in poi, quando poi ho fatto quegli spettacoli con un pubblico che non era la mia famiglia ma un po’ più allargato lì avevo capito che era il mio ambiente, che stavo bene e in questo mestiere ho scoperto un forte senso di libertà: poter interpretare mille vite, che non era soltanto la mia, fare solo me stessa l’ho trovato sempre molto noioso. Invece mi sono ritrovata a fare un lavoro che mi permette di vivere mille vite, di poter cambiare costantemente, e non essere giudicata, potevi essere pazza, cattiva, potevi interpretare una prostituta, una di facili costumi, una santa, una noiosa era tutto lecito. Questa libertà di essere diversa è quello che mi ha tenuta agganciata a questo lavoro. Questo forte senso di libertà”.
Il concetto, però, viene ulteriormente ampliato portandolo alla più semplice metafora del gioco. perché in effetti, tutte le esperienze che diventano importanti nella vita, quelle che inizia proprio per gioco iniziano per caso.
“Si, s’inizia per gioco. poi ho scoperto attraverso questo gioco un piacere enorme, una gioia, sentirti nel posto giusto. La mia dimensione. Secondo me tutti quelli che fanno lavori artistici sanno cosa significa, provare una sensazione di totale connessione”.
Dicevamo del gioco, dunque. Quello che nei primi anni di vita ti porta anche, in maniera totalmente incosciente, di organizzare i primi spettacoli tra i parenti, dettaglio. Dei veri e propri rifacimenti di commedie e, nel suo caso specifico, quelle dell’indimenticato Eduardo De Filippo, un dettaglio che stesso lei ha svelato precedentemente. A quel punto, gli rivolgiamo un’ultima domanda: quella relativa se, un domani, avrebbe voglia di fare anche la regista. questa è la sua risposta.
“Al momento non mi sento all’altezza, perché ho molto rispetto delle professioni e delle maestranze. Magari dirigere dei miei spettacoli o un mio cortometraggio perché no, ma da lì a definirmi regista o di sperare di diventare regista al momento non lo so, perché c’è tanta strada da fare, tanto studio; non mi va di improvvisarmi”.
E noi le auguriamo che oltre come attrice, un domani, possa affermarsi anche come regista. Per quanto riguarda la sua tournée teatrale? Riprende dopodomani da Ravenna.
FOTO DI RAFFAELLA ANZALONE