Come il 22 novembre del 1963 venne raccontato in diretta
In quasi settanta anni la tv è sempre stata in prima linea quando si è trattato di raccontare, diciamo in prima persona, i grandi eventi che si sono susseguiti nel tempo. Abbiamo menzionato al numero ‘settanta’ per un semplice motivo, stiamo tenendo presente a ciò che verrà celebrato il prossimo 3 gennaio del 2024: il compleanno della televisione, italiana, e non del televisore in generale. Ci teniamo a precisare questo particolare, quasi fino alla noia e di questo perdonateci se siamo, in alcuni momenti, quasi ‘pedanti’ come direbbe lo ‘Zio’ Gerry Scotti.
Eppure, se si vuole effettuare un discorso ancor più completo, ancor più internazionale sarebbe bene uscire, ancora una volta, dai confini nazionali ed approdare ad una dimensione più internazionale. Qualcuno di voi, cari lettori, noterete che la nostra dimensione è sempre la stessa: quella americana e non sempre ci siamo soffermati anche su altre realtà. ciò, però, non vuol dire che non lo faremo in futuro e neanche tanto lontano. Ma questo è un altro discorso che affronteremo più avanti.
Da un’intera settimana stiamo dedicando la maggior parte dei nostri articoli al Presidente Kennedy e l’impatto che ebbe, dal punto di vista storico, quell’evento anche dal punto di vista mediatico. Proprio oggi, con ‘Il mondo della Tv’, ci soffermeremo seppur brevemente, annunciandovi che venerdì prossimo la rubrica sarà di tutt’altro tenore, su quell’evento, su quella parata, la quale venne seguita in diretta non solamente radiofonica ma persino televisiva. Ovviamente siamo negli anni Sessanta e negli Usa, la tv, rispetto a noi era già più avanti della nostra. Fu un evento, quello del 22 novembre del 1963, che fece veramente epoca. Al pari, forse, dell’11 settembre del 2001, intendiamo dal punto di vista mediatico.
Dalla Nbc alla Cbs, fino a tutti canali locali esistenti in quel 1963. La Cnn, il canale dell’informazione 24 ore su 24 sarebbe stato fondato una ventina di anni più tardi, dunque per certi versi, si potrebbe credere che non avvenne l’immediatezza della notizia. Invece no. Accadde tutto al contrario. Ogni programma televisivo come film, show televisivo, trasmissione venne interrotto bruscamente per dare contezza, agli americani, di quanto era appena successo a Dallas.
Il Presidente, in quei momenti di panico e di tensione assoluta, anche da parte dei vari anchorman televisivi, era moribondo al Parkland e, nonostante una fievole speranza, si era già intuito che la notizia che tanti non volevano ascoltare o sentire giunse per bocca di Walter Cronkite.
Quel giorno, lungo le strade di Dallas, molte cineprese, televisive s’intende, erano puntate lungo il percorso che andava dall’aeroporto di Love Field alla maledetta Dealey Plaza. Tutte puntate sulla folla, festante e in attesa del corteo presidenziale che attraversava la città, e lo stesso John Kennedy. stranamente, però, quelle stesso telecamere non erano presenti, leggete leggete, all’interno della famosa piazza della città texana.
Una coincidenza? D’altronde la Dealey Plaza era l’ultimo step prima del Trade Mart, in cui lo stesso Kennedy avrebbe dovuto tenere un discorso ai membri della camera di commercio dello Stato del Texas. L’unico a riprendere i venti secondi fatali a John Kennedy fu un anonimo sarto di nome Abraham Zapruder.
A questo punto vi chiediamo, andando oltre con l’immaginazione, anche se non più di tanto: partendo dal presupposto che in questi lunghi sessanta anni sono spuntati diverse angolazioni di riprese amatoriali della tragedia di Dallas, cosa sarebbe potuto succedere semmai fosse accaduto ai giorni nostri? Pensando ai cellulari che abbiamo, ormai, in dotazione con la possibilità, d’altronde, di ricaricare i video sui social?
Oltre a questo particolare e lecito dubbio, in quei giorni terribili, in quei quattro giorni che andarono dal 21 novembre al 25 novembre del 1963, le televisioni o comunque le telecamere dei singoli notiziari televisivi ripresero, in diretta, l’assassinio di colui del presunto attentatore del Presidente Kennedy, Lee Harvey Oswald. Senza dimenticare il funerale del Presidente John Fitzgerald Kennedy il giorno successivo.