Ad eseguirlo con successo fu il Dott. Christiaan Barnard
Il 3 dicembre 1967, all’Ospedale Groote-Shuur di Città del Capo, un equipe chirurgica, guidata dal professor Christiaan Barnard, eseguì con successo il primo trapianto di un cuore umano. La persona che ricevette il nuovo cuore si chiamava Louis Washkansky, ed aveva cinquantaquattro anni mentre la donatrice si chiamava Denise Darvall, di anni ventiquattro. Washkansky era un paziente diabetico, reduce da ben tre infarti e con ancora poche speranze di vita.
Il professor Barnard, nel tentativo di salvargli la vita, decise di sottoporre Washkansky ad un intervento di trapianto cardiaco. Una tecnica che era ancora in piena di fase di sperimentazione. Fino ad allora non aveva dato alcun risultato, giacché tutti i pazienti umani su cui era stata tentata l’operazione erano immediatamente deceduti. Donatrice del cuore sano era una ragazza vittima di un’incidente stradale e di cui era stata dichiarata la morte celebrale, mentre solo le macchine tenevano in vita il suo cuore.
I giorni, i dubbi e le incertezze che precedettero l’intervento sono stati raccontati da uno dei collaboratori di Barnard. Era l’immunologo Botha che, in un’intervista concessa alla RAI il 10 gennaio 1968 a Sergio Zavoli, raccontò: “Un giorno il professor Barnard venne a trovarmi nel mio ufficio, come fa spesso, e dopo aver chiuso la porta dietro di sé mi disse: voglio trapiantare un cuore”. Al che risposi (Botha): “Penso che sia ancora un po’ presto”.
Allora egli disse (Barnard) “C’è un malato che è destinato a morire nel giro di qualche settimana se non facciamo questo trapianto. Sento di poter fare quest’operazione se mi starai a fianco con le tue indagini di laboratorio”. L’intervento durò cinque ore e venne osservato con trepidazione da tutto il mondo; concludendosi senza complicanze.
La principale preoccupazione degli esperti era che nella fase post-operatoria poteva verificarsi un’azione di rigetto dell’organismo verso il nuovo cuore trapiantato. Senza dimenticare il rischio di complicazioni, derivanti da complicazioni polmonari o da altre malattie unitamente ad una diminuita capacità delle difese immunitarie dell’organismo.
Washkansky, purtroppo, morirà diciotto giorni dopo l’intervento a causa di una polmonite. Tuttavia il nuovo intervento di trapianto segna una tappa fondamentale per il progresso scientifico, dando speranza a migliaia di malati di cuori. Dopo l’intervento Barnard diventa famoso in tutto il mondo, iniziando un tour di conferenze ed interviste che lo porteranno in tutto il mondo.
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