Bilancio positivo per le italiane, Inter a parte
Dopo la lunga sosta per gli impegni delle nazionali, e proprio nel mezzo delle tragiche ore della improvvisa scomparsa di Maradona, le luci tornano a riaccendersi sul palcoscenico calcistico più importante a livello continentale, la Champions League, perché si sa, lo spettacolo deve comunque continuare. Per le squadre italiane, una due giorni che sarebbe potuta essere perfetta, se non fosse stato per la debacle dell’Inter. Ma andiamo con ordine.
Martedì è toccato a Juventus e Lazio scendere in campo, rispettivamente contro Ferencvaros e Zenit San Pietroburgo.
A Torino i bianconeri centrano l’obiettivo qualificazione con due giornate di anticipo, soffrendo molto più del previsto e palesando, ancora una volta, tutte le difficoltà nell’assimilare la filosofia di gioco di Pirlo, di questa prima parte di stagione. Orfana dei lungodegenti Chiellini e Bonucci, e con Dybala, Chiesa e Ronaldo in campo dal primo minuto, i campioni d’Italia hanno avuto difficoltà a imporre il proprio gioco fin dall’inizio contro gli avversari più modesti del girone, che infatti sono passati addirittura in vantaggio con Uzuni.
È servita la consueta magia di Ronaldo, e successivamente la testata vincente del subentrato Morata, nei minuti di recupero, a ribaltare la situazione e a garantire il passaggio del turno. Nel mezzo anche due pali colpiti da Bernardeschi e dallo stesso Morata, che però non possono addolcire un giudizio su una prestazione assolutamente non all’altezza delle ambizioni della squadra. Pirlo ha sicuramente ancora tanto lavoro da portare avanti, ma ha anche tutte le capacità per farlo.
A Roma, la Lazio vede ormai vicino il traguardo della qualificazione, grazie alla prova di forza mostrata contro i russi dello Zenit. Partita quasi senza storia all’Olimpico, con i biancocelesti subito in vantaggio grazie – è proprio il caso di dirlo – a un eurogol della scarpa d’oro, Immobile, a segno con un destro terrificante dai 20 metri dopo appena 3 minuti. Il raddoppio arriva al 22′ con un altro bel gol di Parolo. A questo punto la Lazio si spegne per 10 minuti e Dzyuba accorcia le distanze.
Ci penserà il solito Immobile, a inizio secondo tempo, su calcio di rigore, a fissare il punteggio sul 3-1 finale, che consente agli uomini di Inzaghi di portarsi a +4 sul Bruges, battuto dal Borussia Dortmund, e di avere ormai a portata di mano il passaggio del turno. Gli uomini di Simone Inzaghi sembrano ormai aver definitivamente superato quel periodo di crisi che ha caratterizzato il finale della scorsa stagione e la primissima fase di questa, dando dimostrazione di essere quasi tornati quelli che contendevano il primato in campionato alla Juventus prima del lockdown di marzo.
Mercoledì sera, invece, a poche ora dalla drammatica notizia della morte di Maradona, è toccato ad Atalanta e Inter scendere in campo, rispettivamente contro Liverpool e Real Madrid.
Ad Anfield, in quella che sembrava essere una trasferta proibitiva anche alla luce dello 0-5 dell”andata, la dea ha tirato fuori una prestazione da vera grande d’Europa, annichilendo i reds di Klopp. Dopo un primo tempo concluso a reti bianche, ma che ha visto comunque gli uomini di Gasperini avere le occasioni migliori, il vantaggio è arrivato al quarto d’ora della ripresa, grazie alla zampata del ritrovato Ilicic, l’uomo più atteso degli ultimi mesi.
L’uno-due col raddoppio di Gosens pochi minuti dopo, ha mandato K.O. gli inglesi, consentendo all’Atalanta di ottenere una vittoria storica, che però non garantisce ancora nulla sotto l’aspetto della qualificazione agli ottavi, data la vittoria dell’Ajax. La classifica del girone, infatti, ora dice che il Liverpool è sempre primo a 9 punti, con Atalanta e Ajax che inseguono a 7, motivo per cui è ancora tutto da decidere. In ogni caso, Gasperini e i suoi ragazzi hanno tutte le carte in regola per farcela.
Per l’Inter, purtroppo, il giudizio non può essere che negativo. A San Siro, gli uomini di Conte erano attesi da una prova di forza, ma soprattutto di orgoglio, contro il Real. Questa era l’ultima spiaggia, ci si aspettava un match tutto grinta e determinazione, e invece ne è venuta fuori una prova scialba e incolore che, in pratica, quasi condanna all’eliminazione i nerazzurri. Subito sotto dopo appena 7 minuti, per il rigore di Hazard, la squadra non ha mai dato segni di ripresa e non è mai entrata veramente in partita. L’espulsione di Vidal ha ulteriormente complicato le cose, e il raddoppio del subentrato Rodrygo, nel secondo tempo, ha sostanzialmente decretato la sconfitta. Una squadra partita con ben altre ambizioni, ora rischia di ritrovarsi addirittura fuori da tutto, nonostante la matematica ancora non la condanni definitivamente. La sensazione che si percepisce, è che siamo di fronte ad un team un po’ spompato fisicamente, che sembra aver dato tutto in estate, durante la cavalcata verso la finale poi persa di Europa League.