Composta da Giorgio Moroder e cantata da Limahl divenne un successo internazionale
Una pura scarica di adrenalina, mista all’intramontabile nostalgia per un’epoca difficile da dimenticare. Sarebbero questi, più o meno, le sensazioni che emergono durante l’ascolto di una delle canzoni più iconiche degli anni ’80. Non un brano qualsiasi, quasi tutti non lo sono stati in quel periodo, soprattutto anche quando era legato a qualche evento cinematografico. Il titolo della canzone, a sua volta, fa tornare alla mente il film che accompagnava: La storia infinita.
Di genere dance e new wave, il brano colonna dell’iconica opera cinematografica venne composto dal grande Giorgio Moroder insieme al paroliere Keith Forsey ed è contraddistinto dall’effetto conosciuto come fade out. Ovvero che la canzone inizia e finisce sfumando, senza un ben precisa continuità del testo, nel senso che chi la canta non fa intuire quale sia la strofa d’apertura e quella finale.
Questo stile di costruzione musicale poteva far attribuire, a chi l’ascoltava, un forte senso di incompiutezza o di infinito. Tutto è contraddistinto dal ritornello diventato ormai famoso e indimenticabile.
A intonarlo era il cantante britannico di origine francese Christopher Hamill, meglio conosciuto con il suo inconfondibile nome d’arte Limahl. La soundtrack era inserita nel suo primo 33 giri dal titolo ‘Don’t suppose’ composto di dieci tracce. Un album uscito nell’anno 1984, stesso periodo dell’uscita del film diretto da Wolfang Petersen ed interpretato da Gerald McRaney, Barret Oliver e Noah Hathaway. Il film, a sua volta, era tratto dall’omonimo romanzo scritto da Micheal Ende.
L’album di Limahl venne anticipato da un quarantacinque giri, il quale oltre a contenere il suddetto singolo comprendeva anche la canzone ‘Only for love’ la quale, a sua volta, prestava il titolo anche al disco. ‘Never ending story’, questo il titolo in originale, riuscì a pizzarsi in ben quattro classifiche degli Stati Uniti d’America: la Billboard Adult Conteporary, la hit parade dance e nella classica Billboard 100. Nel nostro paese si piazzò al numero 2 della classifica generale dei singoli e numero quattro in quella del Regno Unito.