L’esordio cinematografico di un personaggio dei fumetti diventato ormai un cult
Questo articolo ve lo dovevamo domenica scorsa. Alle volte capita che a noi di FreeTopix Magazine non rispettiamo la data di un anniversario particolare. Un anniversario non molto lontano nel tempo che aveva per oggetto un film uscito giusto 5 anni fa. Quello relativo al diciottesimo film della Marvel Cinematic Universe dedicato ad uno dei tanti personaggi facenti parti della scuderia di Stan Lee, ‘Black Panther’.
In effetti questo articolo potrebbe essere considerato la continuazione di quello di giovedì scorso. È lo è, per certi versi. Perché anche in questo caso si parla di un ulteriore esordio del personaggio apparso per la prima volta negli anni ’60. Un personaggio impersonato, in quest’occasione, dallo sfortunato Chadwick Boseman, scomparso due anni più tardi per un male incurabile. Chissà come avrebbe proseguito la storia di Black Panther al cinema se non fosse mai scomparso?
Una domanda alla quale, purtroppo, non si può più dare una risposta. Eppure, le premesse, da quel 29 gennaio del 2018, erano molto ma molto buone. La regia saggia, la sceneggiatura solida aveva fatto circolare diverse buone notizie per un possibile premio, per quel genere di film, abbastanza inaspettato. Infatti, in quel periodo si vociferava che non solo raggiungeva il livello dei tre episodi di Captain America, per non dire superarlo.
Ma la conquista dei diversi golden globe e di altrettante nominations all’Oscar per l’edizione del 24 Febbraio dell’anno 2019, determinarono, di sicuro, maggior risalto al genere cine-fumettistico. Nonostante ciò, l’Accademy si è anche accorta molto tardivamente di questo genere di film. Anche un maestro del cinema come Steven Spielberg ha detto la sua in merito al secondo episodio della trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan: dovevano almeno inserirlo nelle nominations come miglior film di quell’anno.
In fondo la pellicola, lo sappiamo termine abbastanza in disuso, sotto alcuni aspetti merita, ancora oggi, tutta l’attenzione di questo mondo. Non solo per l’incasso che ottenne in quel periodo ma anche per la struttura narrativa che la distingue. Trama solida, intesa come abbiamo detto la sceneggiatura, e gli effetti speciali sono i due elementi cardine sulla quale ruota l’opera di Ryan Coogler.
Ulteriore elemento che attira l’attenzione è Micheal B. Jordan, l’Adonis Creed dello spin-off della saga di ‘Rocky’, che nel ruolo della nemesi del protagonista è stato talmente credibile che la candidatura all’oscar non era propriamente un delitto neanche per lui. Anzi, poteva essere il premio, seppur in astratto al momento, di un nuovo talento recitativo che emerge sempre di più con il passare degli anni.
Certo, la nomination come miglior film fece comunque ben sperare per il risultato pieno, che non arrivò. In questi primi venti anni del nuovo millennio il genere dei supereroi ha trovato nuova linfa, caratterizzata dalla rielaborazione del concetto tipico del supereroe. Più distacco dall’idealismo puro e semplice, ma non per questo abbandonato, per poterlo far agire in un contesto meno fantastico ma più reale.
Ci chiediamo se questo modo di proporre supereroi durerà ancora per molto oppure, all’improvviso, ci sarà un’ulteriore svolta?