Era latitante da ben 30 lunghi anni. Ma questa mattina le forze dell’ordine, rappresentati dai Ros, raggruppamento operativo dell’arma dei carabinieri insieme al Gis e ai comandi territoriali hanno messo alla parola fine alla sua lunghissima fuga. L’inchiesta è stata coordinata da Maurizio De Lucia, Procuratore di Palermo, e Paolo Guido, procuratore aggiunto. Secondo le prime indiscrezioni, secondo le prime informazioni che arrivano dall’agenzia Ansa, il boss mafioso sarebbe stato arrestato mentre si trovava proprio nel capoluogo siciliano, ed esattamente in una clinica privata. Si potrebbe anche parlare di una mera coincidenza.
Infatti, proprio nella giornata di ieri, 15 gennaio, ricorrevano i 30 anni dall’arresto di un altro boss: Totò Riina. “Si era recato per sottoporsi a delle terapie”, queste invece sono le parole del comandante dei Ros Pasquale Angelosanto, tornando a quello che avvenuto questa mattina. Esattamente è stato arrestato in un bar situato a cento metri dalla clinica. In queste ore si stanno registrando le prime reazioni all’arresto storico di questa mattina.
Alleato storico dei corleonesi, Matteo Messina Denaro è stato condannato con la pena dell’ergastolo per decine di omicidi, tra cui quello più cruento del piccolo Giuseppe Di Matteo. La piccola vittima venne prima strangolata e poi sciolta nell’acido. La sua unica colpa fu quella di essere figlio di un pentito. Non solo, è stato condannato anche per le stragi del 1992, quella di Capaci e quella di Via d’Amelio, e per gli attentati di Firenze e Roma. Nato a Castelvetrano, Matteo Messina Denaro era considerato l’ultimo boss mafioso di notevole rilevanza ancora in circolazione. Oggi pomeriggio a ‘La Voce di FreeTopix Magazine’ continueremo a parlarne.