Un piccolo e sentito omaggio per un’attrice dal ‘talento multiforme’
Mariangela Melato è stata una delle attrici più grandi e poliedriche che l’Italia abbia avuto nel Novecento. Lontana da atteggiamenti divistici, cosa che ce l’ha fatta apprezzare non solo come artista ma anche come donna. Di lei tutti ricordano la voce, graffiante e inconfondibile.
Interprete tra le più versatili ha spaziato dalle tragedie greche ai musical, per poi recitare sul grande schermo nei film di grande successo. Mariangela Melato era nata a Milano il 19 settembre del 1941, il padre Adolf originario di Trieste si era trasferito nel capoluogo lombardo per lavorare come vigile urbano, sua madre sarta con il tempo si era assicurata una numerosa clientela. Una famiglia unita e dedita all’arte il fratello Ermanno di due anni più grande rispetto a Mariangela e la sorella minore Anna nata undici anni dopo, anch’essa cantautrice e attrice.
La Melato da giovanissima studiò pittura all’Accademia di Brera, disegnando manifesti e lavorando come vetrinista a La Rinascente per pagarsi i corsi di recitazione. Nel 1960, non ancora ventenne, entrò nella compagnia di Fantasio Piccoli, esordendo come attrice in Binario cieco di Carlo Terron.
Dal 1963 al 1965 lavorò con Dario Fo in Settimo: ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo. Nel 1966 fu ingaggiata dallo Stabile di Trieste e nel 1967 lavorò con Luchino Visconti ne La monaca di Monza. Nel 1968 la sua affermazione definitiva nella
propria attività teatrale nell’Orlando furioso di Luca Ronconi, ma ebbe successo anche nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluia brava gente (1971).
La Melato longilinea e dai lineamenti irregolari, fuori dai canoni estetici mediatici (che imponevano un modello di femminilità ben diversa), irrompe sulla scena sul finire degli anni Sessanta dimostrando di avere la forza di un talento e di una professionalità fuori dal comune.
Esordì nel cinema con un film horror di Pupi Avati, Thomas e gli indemoniati, del 1969 che non ebbe una gran fortuna). In seguito, fu diretta da registi come Pupi Avati, Vittorio De Sica, Luciano Salce, Nino Manfredi, Elio Petri, Mario Monicelli, Lina Wertmuller, Stefano Vanzina, Luigi e Cristina Comencini, Giuseppe Bertolucci, Sergio Citti, lavorando a fianco di attori e attrici famose.
Molti i successi. Film come Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, tutti e tre firmati da Lina Wertmuller, fecero incassi importanti, e i forti personaggi creati da Mariangela Melato rimangono scolpiti nell’immaginario di un vasto pubblico.
Film come Per grazia ricevuta e La classe operaia va in paradiso, dove Melato lavora al fianco di uno straordinario Volonté, entrambi usciti nel 1971, La poliziotta (1974), Caro Michele e Todo modo, tratto dal romanzo di Sciascia, ancora con Volonté e Mastroianni (tutti e due del 1976), Il gatto con Tognazzi e Casotto, (1977) ancora con Tognazzi, Proietti e una giovanissima Jodie Foster.
Negli anni Novanta e Duemila lavorò in televisione: Scandalo, Una vita in gioco, Due volte vent’anni, L’avvocato delle donne, Rebecca, la prima moglie e Filumena Marturano, Numerosissimi i riconoscimenti: quattro David di Donatello, quattro Nastri d’argento come migliore attrice protagonista, due Globi d’oro per le sue interpretazioni cinematografiche, due Premi Ubu e un Premio Eleonora Duse per il teatro.
Della sua vita privata Mariangela Melato rese noto solo il rapporto sentimentale con Renzo Arbore, quasi in procinto di sposarsi si separarono per motivi professionali. Questo sentimento si trasformò in una grande e solida amicizia, fino alla morte dell’attrice l’11 gennaio 2013. Il funerale si svolse nella chiesa degli artisti di Roma. Aveva un talento multiforme», racconta Renzo Arbore. «Ha fatto tanto cinema e teatro, ha anche ballato e cantato. Ci sono tante brave attrici, ma in rarissimi casi riescono a fare cinema e teatro contemporaneamente»