Tarzan è il 37° classico della Disney, ed è tratto dal romanzo Tarzan delle Scimmie (1914) di Edgar Rice Burroughs. Il film, uscito il 16 giugno del 1999, ha molti aspetti in comune con la vicenda di Il libro della giungla. Si narra la storia di Tarzan, un bambino adottato da un gorilla femmina, di nome Kala, dopo che un leopardo aveva ucciso i suoi genitori.
Cresciuto nel branco, Tarzan, non riesce ad integrarsi nell’immediato. La sua diversità lo mette costantemente in difficoltà e non gli permette di essere accettato da Kerchak, il maschio dominante alla guida del branco. Nonostante ciò, Tarzan è determinato a farsi accettare nel branco e, fra innumerevoli disastri, riesce a infine a sopperire con la sua intelligenza alle mancanze del suo corpo di uomo: impara a muovermi velocemente fra le liane, a cacciare con la lancia e, infine, riesce a sconfiggere e uccidere il leopardo Sabor, salvando la vita a Kerchak e guadagnandosi l’ammirazione del branco.
Accade però un fatto insolito: una spedizione di uomini approda dal mare. Mentre Kerchak fa prudentemente allontanare il suo branco, Tarzan è istintivamente attratto da questi esseri e incuriosito gli si avvicina. In questo modo incontra Jane, la giovane figlia del professor Porter, giunto in Africa per studiare i gorilla. Tarzan si accorge finalmente che esistono degli esseri simili a lui e lascia che questi lo istruiscano.
Per convincere Jane, di cui è innamorato, a non ripartire, Tarzan si risolve infine a portare il professore e Jane in mezzo al suo branco, nonostante il divieto di Kerchak. Ma Clayton, la loro guida, approfitta della situazione e, dopo aver rinchiuso Tarzan, Poter e Jane, fa una spedizione per catturare i gorilla allo scopo di rivenderli in patria.
Tarzan però riesce a liberarsi, torna nella foresta e riesce a sconfiggere Clayton. Kerchak, morente dopo lo scontro, gli affida la guida del branco, mentre Jane e il Porter scelgono di rimanere a vivere nella giungla. Tarzan è ricchissimo di spunti, sia iconografici che tematici. La vicenda, come in Il libro della giungla, è collocata in un ambiente non geograficamente identificato, corrispondente alle foreste equatoriali dell’Africa Occidentale.
Rispetto al precedente, però, questo film raggiunge un grado di realismo magistrale, passando da una rappresentazione assimilabile a quella pittorica a una rappresentazione, seppur nella sua caricatura animata, quasi fotografica.
La scelta finale di Jane e suo padre, pur se dettata nella trama dall’amore, assume in questo senso un connotato non indifferente: in questo continuo venirsi incontro e intrecciarsi di natura umana e ferina, non solo viene messo in risalto quanto vi sia di condiviso, più che di diverso, fra noi e questi nostri parenti primati, e come si tratti di due mondi paralleli, non gerarchicamente classificati. Questa famiglia allargata richiama anche un nuovo senso di equità, di rispetto e di diritti, fra forme di vita umane e non umane, portato avanti dalla gran parte degli odierni movimenti ambientalisti.