Di lui cosa si può dire: un mito e una leggenda messe insieme: William Clark Gable nacque a Cádiz (Ohio) il 1° febbraio del 1901, meglio conosciuto come Clark Gable. Prima di essere ciò che diventò per il mondo intero, fuggì dalla vita di provincia e si trasferì in città dove svolse molti lavori, quali lo spaccalegna, il gommista, poi in un’industria per la perforazione di pozzi di petrolio e infine in una società di riparazioni delle linee telefoniche.
Un giorno si recò a riparare il telefono a casa di una attrice Josephine Dillon, non è chiaro come siano andate le cose, fatto sta che la Dillon disse quel giorno: ragazzo mio, tu hai la stoffa per fare l’attore. Quello che ti serve è una maestra di recitazione. E si offerse di farlo lei, del tutto gratis. Gable si sposa con la Dillon, in seguito egli ottenne piccole parti in alcuni film.
Il matrimonio di Clark durò fino a quando conobbe Norma Shearer a Broadway, dove si trovò per lavorare alla commedia Ultimo miglio di Irwin Thalberg. Clark Gable stava divenendo il “bruto romantico” conteso dalle donne: l’America aveva passato la crisi degli anni ‘30, e la vita riprendeva a scorrere, impetuosa.
Migliaia di ragazze, e di donne di casa, di madri di famiglia, piangevano ancora la morte di Rodolfo Valentino, il primo grandissimo «divo» dello schermo, il bello italiano, appassionato, impetuoso, vagamente ambiguo. Si imponeva un successore e la giovane industria di Hollywood doveva fabbricarne uno, doveva offrire nuovi divi alle rinnovate schiere delle fans.
Clark Gable si impose come erede di Rodolfo Valentino nel 1934 con il trionfo del film ‘Accadde una notte’, grazie al quale vinse l’Oscar, girando decine di film, uno dietro l’altro, nei quali appariva, a milioni di donne americane, ed anche europee, il più forte, intrepido continuatore della razza dei pionieri del West, l’uomo americano per eccellenza.
La maschera di “rude romantico” si ritrovò nei film successivi, quali Strano Interludio del 1932, L’uomo che voglio del 1933, Volo di notte del 1933, San Francisco del 1936, Via col vento del 1939, L’isola del diavolo del 1940 e Avventura a Bombay del 1941. Con la morte della seconda moglie, Rhea Langham, sposata nel 1937, si ritirò nella fattoria di Encino e durante la guerra si arruolò volontario nell’esercito e venne decorato, congedandosi solo con la fine della guerra, nel 1945.
Alla fine degli anni Quaranta ricominciò a girare molti film, ritrovando un po’ di popolarità; i film però non erano di livello eccelso, allora Clark Gable decise di ritornare ad essere il “vecchio leone”. Nel 1958 andò a Città del Messico a girare un film, dove compare in pubblico con il costume del suo personaggio; tornò ad essere considerato uno dei migliori attori in America e nel 1959 venne nominato da giornalisti l’attore più simpatico del 1958.
Nel 1959 lavorò con Carroll Baker alle riprese del film ‘Non dimenticarmi’ e Gable, nonostante la sua non più verde età, è ancora conosciuto in tutto il mondo come il “re di Hollywood”. Nel 1960 si impegnò alla lavorazione del film Gli svitati, diretto da John Huston con Marilyn Monroe e Montgomery Clift e scritto da Arthur Miller, e scoprì di diventare padre per la prima volta dalla sua quinta moglie, Kay William; a causa della sua prima paternità, decise di ritirarsi a vita privata per almeno un anno e mezzo dopo la fine delle riprese di quello che fu il suo ultimo film. Morì, infatti, senza vedere nascere suo figlio John Clark una morte triste e prematura a causa di un infarto il 20 marzo del 1961.