Il quartiere di ‘Borgo’ e la sua storia, tra un passato illustre ed un futuro possibile, se solo …
Ho sognato di trovarmi in cima al Ponte di fronte a via Bosco Lucarelli, e di osservare, di fronte a me, la mole verde del Colle di Sant’Andrea, che di qui sembra quasi gravare sulla facciata posteriore rossiccia della grande ex Caserma Tofano.
E, sempre in sogno, al mio fianco, stringendo, con la sua destra, la mia mano, è presente Gennaro Orlando, che mi addita tutto il complesso abitativo alle pendici del Colle verso il quale si dirige il mio sguardo. E mi dice, indicando col suo bastone dal pomo d’argento lo spazio che si dispiega dinnanzi a noi: Guarda ed osserva; è il Quartiere di Borgo.
Uno scorcio del Quartiere di Borgo con la Collina di Sant’Andrea e parte della facciata posteriore dell’ex Caserma Tofano
Eggià, il Quartiere di Borgo; e se si provasse a farne qualcosa di buono? suggerisco rispettosamente ad Orlando.
- E tu ci credi, ragazzo mio…
- … beh, intervengo sorridendo, io ‘ragazzo’ a oltre 70 anni? mah, un bel complimento per me, da parte sua, professore Orlando …
- … ma si, ragazzo mio; e tu ci credi davvero che se ne possa fare qualcosa? Io, di qui, dal mondo dove ormai mi trovo morto e sepolto, non ne vedo nulla di buono.
- Magari si potrebbe provare, azzardo speranzoso. Un progettino lo si potrebbe costruire, replico timidamente.
- Provaci, tu, allora, se ne sei capace, mi risponde Gennaro Orlando; e, magari, se proprio ti va, voglio anche suggerirti qualche idea.
- Molto bene, soggiungo, mi metto in ascolto.
- Vedi, ragazzo mio, lo si potrebbe definire il ‘Miglio nocerino’, un lungo rettilineo dalla piazza dei Santi fino al Convento di Sant’Anna, che si trova appena girato l’angolo alla fine di via Solimena.
Uno scorcio di via Solimena
- Un po’ come il Miglio d’Oro vesuviano?
- Si, mi risponde Orlando, ma con la differenza che quello ‘vesuviano’ è più lungo di un miglio, e questo nocerino lo sarebbe un po’ meno. Ma, vedi, la differenza più importante sarebbe un’altra.
- Quale?
La chiesa del Corpo di Cristo
- Il ‘Miglio d’ Oro’ vesuviano è caratterizzato dalla presenza delle ville storiche, tutte sostanzialmente settecentesche, mentre il ‘Miglio Nocerino’ andrebbe a coprire un’escursione temporale diversa: dal periodo precristiano fino alla vostra contemporaneità.
- Davvero interessante!
- Già, interessante davvero. Pensa tu, che si parte dalla chiesa medievale di Sant’Antonio e dal suo complesso francescano che ospita un Museo Archeologico ed una Pinacoteca d’Arte Medievale e Moderna, poi, subito a destra, si inerpicano sulla collina i quattro bracci a tornante che conducono al complesso cinquecentesco di Sant’Andrea e, di qui, al Castello di origini Fridericiane. Quindi – aggiunge Orlando – proseguendo in rettilineo, dopo aver percorso via Castaldo, su cui si apprezza qualche facciata degna di interesse, si giunge alla piazza Zanardelli dove grava un brutto palazzo vostro contemporaneo e, dall’altra parte, la nobile facciata della chiesa del Corpo di Cristo. Si prosegue ancora in rettilineo e ti ritroverai, a sinistra, il fronte principale, della Caserma Tofano, di linee vanvitelliane, mentre a destra si apre l’ingresso della Villa Comunale coi suoi giardini a gradiente sulle pendici della Collina di Sant’Andrea. Subito dopo la Caserma Tofano, a sinistra, c’è il Palazzo seicentesco che fu di Angelo e poi di Francesco Solimena, con, alle spalle, altri coevi resti architettonici ed anche tracce di Archeologia industriale. A seguire, si apre, poi, una deliziosa piazzetta a cuneo su cui s’affaccia il Palazzo Giovanardi, un complesso monumentale sostanzialmente ‘a palaziata’, alla cui fine la via Solimena continua per giungere al complesso di San Giovanni in Parco; e, poi, alla fine della strada, subito dopo aver preso a destra, la via per Sarno, ti troverai l’area conventuale domenicana di Sant’Anna, di origine medievale anch’essa, con una splendida chiesa ricca di affreschi medievali e di altre pregevoli opere dei secoli successivi.
Il complesso conventuale di Sant’Antonio con la chiesa medievale, il Museo Archeologico Provinciale e la Pinacoteca d’arte medievale e moderna
- Beh, non poco, intervengo io, a quel punto. Un ‘Miglio nocerino’ di tutto rispetto.
- Si, mi risponde Orlando, ma vedi in che stato! Eppure ci vorrebbe poco e tutta questa area di Borgo potrebbe diventare – come dite voi ora nel 2000 – un attrattore turistico-culturale di prim’ordine, col polo museale, già esistente, peraltro, di Sant’Antonio, con l’altro che potrebbe diventare la Caserma Tofano (che mi dicono votata ad essere ora contenitore-deposito di reperti archeologici) e che potrebbe vedere allestite anche alcune sale come Museo della Conservazione dei beni archeologici, ad esempio, con una sala per convegni e conferenze; mentre un’altra ala dell’immensa Caserma potrebbe essere finalizzata, magari, a Centro Studi sul Jazz con un Auditorium dedicato (è un’idea che mi piacerebbe; essa avrebbe carattere di originalità e seguirebbe, inoltre, una vocazione nocerina che esiste ormai già da molto tempo sul tema).
- Interessante, tutto molto interessante quello che suggerisce lei, professore, intervengo io;
La Villa Comunale e il Portale della ex Caserma Tofano su via Solimena
ed intanto Orlando prosegue:
- Pensa tu, che dopo la Caserma Tofano, dove t’ho detto io che c’è il complesso di San Giovanni in Parco, lí potrebbe essere ospitata una Pinacoteca di Arte Contemporanea con un centro studi e una biblioteca specialistica.
- Boom, dico io. Capisco i musei che già ci sono, ma questa Pinacoteca d’Arte Contemporanea come si potrebbe creare? Occorrono mezzi economici, risorse e le opere, poi …
- … no, no, occorrerebbe solo un po’ di buona volontà e la serietà ed affidabilità del progetto e delle istituzioni, perché ho già visto nascere esempi significativi di istituzioni del genere senza spesa, grazie a donazioni, comodati ed altri interventi ad hoc.
- Occorrerebbe, allora, secondo lei, riprendo io, solo muoversi e partire; ma quali prospettive concrete si potrebbero offrire, a questo punto, di quelle spendibili, cioè, voglio dire, sul piano economico? E con quali possibilità di ritorno?
- E me lo chiedi? Ma non capisci il potenziale di una cosa del genere? a due passi dalla Costiera Amalfitana e dal polo Pompeiano, questo ‘Miglio Nocerino’ (anche meglio dello Scacciaventi di Cava o della via dei Mercanti a Salerno) sarebbe una destinazione storicamente completa e privilegiata per animare un riferimento commerciale e turistico di grande interesse, un commercio di prodotti di qualità, raffinate boutiques, un posto dove ospitare convegni e congressi, poter semplicemente trattenersi, passeggiando magari nei percorsi pedonali boschivi della Collina di Sant’Andrea (resa, alla bisogna, ancor più facilmente accessibile a partire dalla Villa Comunale). Ci sarebbe spazio in città per nuovi alberghi e per i ristoranti della zona che si troverebbero a lavorare non soltanto, come ora, principalmente il sabato e la domenica per avventori locali, ma tutti i giorni per i turisti affluenti interessati ed attratti da una proposta culturale, ambientale, umanistica e scientifica di grande qualità e di grande spessore e richiamo.
Vista angolare della Caserma Tofano da piazza Zanardelli e reperto di Archeologia industriale
- E ci sarebbero anche i quattrini necessari per fare tutto questo, continua Orlando. Quattrini sì, ma nemmeno poi tanti ne occorrerebbero: la mano pubblica provvede alle strutture e i privati alle imprese economiche: tutti insieme, poi, fanno di buona intesa la promozione ed il marketing. Penso, in particolare, che bisognerebbe curare l’arredo territoriale, rifare qualche facciata, sicuramente pedonalizzare e ripavimentare il rettilineo e creare qualche parcheggio di accoglienza appena a ridosso e liminare dell’area di Borgo. Risorse economiche pubbliche ad hoc non dovrebbe essere difficile reperirne. Mi dicono, ad esempio, che sono già stati stanziati dei fondi per la Caserma Tofano e per San Giovanni in Parco, altri potrebbero essere rilevabili dal ‘pnrr’.
- Occorrerebbe una visione di piano, intervengo, quindi, io.
- Si, ma anche questo si potrebbe fare facilmente, poiché vocazioni e destinazioni sono già scritte nelle caratteristiche dei singoli monumenti; ed occorrerebbe solo mettersi al lavoro, con l’impegno della classe dirigente (politica, imprenditoriale, gli intellettuali)
- Bello a dirsi, osservo, mostrandomi, però, io, a questo punto, un po’ dubbioso.
- Via Solimena da due diverse angolazioni
- Qui hai ragione, interviene Orlando cogliendo perfettamente il mio scetticismo; e, come si suol dire, qui ti cadono le mani. Ma tu ci pensi se l’Amministrazione comunale, se tutta l”intellighenzia’ nocerina, se le forze imprenditoriali fossero convinte di questa cosa, magari addirittura incalzate dalle associazioni culturali …
- … ce ne sono molte di associazioni e sembrano anche molto attive …
- Vedi, ragazzo mio, ci saranno anche molte associazioni (magari alcune operano in silenzio, mentre altre fanno molto rumore) ma tutte insieme non sono capaci di fare sistema. Ciascuna nel proprio cortile, ma, insieme, ripeto, non fanno sistema e non hanno voce in capitolo: e questo è ‘il’ problema. Fanno quello che possono, consumano energie per ottenere risultati di durata breve e locale. Vanno in ordine sparso, spesso, alcune hanno obiettivi legittimi, per l’amor del Cielo, ma che sono di corto respiro, altre guardano più lontano, ma, te lo ripeto ancora una volta, non fanno sistema e, purtroppo, finiscono col guardarsi la punta dei piedi …
Pian piano mi si riaprono gli occhi, mi sveglia il gorgoglio dell’acqua marrone ed il fetore che se ne innalza. Sono ancora sul ponte che scavalca il rio che si dovrebbe chiamare dei Corvi. O mi sbaglio? su tutto?
(Le fotografie che illustrano questo articolo sono state tutte realizzate dall’autore del testo)