Ogni volta che cade il 4 luglio, per gli amanti del cinema, è inevitabile non dimenticarsi di un film che racconta una storia vera da ricordare e da scoprire. Toccante, potente e di speranze infrante di una generazione di americani che si ritrovarono ad andare in Viet-Nam per combattere una guerra che, nemmeno in patria, ne avevano ben compreso il senso. Alcuni di loro non tornarono più, furono considerati dispersi in battaglia; altri tornarono all’interno di una cassa da morto. Poi c’erano i sopravvissuti, ma con molte ferite nella mente ed altri tornarono vivi e vegeti e con il proprio corpo menomato.
Fu questo il destino di Ron Kovic, settantasei anni da compiere praticamente nel giorno d’indipendenza americana. Ron decise di partire volontario per il fronte all’età di soli diciotto anni e dopo essersi ispirato al famoso discorso d’insediamento del Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy: ‘Non aspettate che lo Stato faccia qualcosa per voi, siete che dovete fare qualcosa per lo Stato’, partì con l’intenzione di difendere la propria patria dai nemici esterni. Una scelta di vita importante che il 20 Gennaio del 1968 gli fece prendere una brutta piega, venendo ferito alla colonna vertebrale e non tornerà mai più a camminare.
Durante la degenza in ospedale scoprì come venivano realmente trattati i soldati feriti: dimenticati. Mentre in patria le contestazioni contro il conflitto nel paese asiatico lo resero ancor più deluso. Ritornato a casa, su una sedia a rotelle, Ron Kovic incomincerà a prendere coscienza di cosa gli successe e non solo a lui, ma a tutta l’America, diventando un attivista contro la stessa guerra che andò a combattere.
Ovviamente il film non ha bisogno di alcuna presentazione. In fondo ‘Nato il 4 luglio’ è già di per sé un’opera cinematografica-manifesto di un periodo storico, contraddittorio, ma al tempo stesso affascinate degli Stati Uniti d’America. A sua volta il film diretto da Oliver Stone, che con questo lungometraggio chiuse la sua personale trilogia sulla guerra in Viet-Nam, è ispirato dalla stessa biografia che il vero Ron Kovic scrisse in base alle sue esperienze vissute.
Nei panni del patriottico soldato un Tom Cruise in forma smagliante e reduce dal travolgente successo mondiale di tre anni prima, ‘Top Gun’ del 1986. ‘Nato il 4 luglio’, contrariamente a quanto si potrebbe presumere non uscì nelle sale cinematografiche proprio il giorno d’indipendenza americana, e quindi nel giorno del compleanno di Ron Kovic, ma esattamente il 20 dicembre del 1989.
Scritto dallo stesso regista e dallo stesso protagonista del film, ‘Nato il 4 luglio’ racconta tutte le speranze americane andate in fumo in quegli anni, narra di come proprio in quei mitici ed irripetibili anni ’60 l’America stessa, per diversi motivi, perse la propria verginità, per dirla alla James Ellroy nel leggendario romanzo ‘American Tabloid’. La storia, accompagnata dalle musiche struggenti e altamente patriottiche di John Williams, inizia da quando Ron Kovic è solo un ragazzino e termina quando quest’ultimo, ormai su una sedia a rotelle, riesce a far ascoltare la propria voce nella convention democratica del 1976.
Accanto all’attore di Syracuse, il quale proprio ieri ha compiuto 60 anni di età, c’era una giovanissima e promettente Kyra Sedwick, volto molto noto negli ultimi anni per la serie televisiva ‘The Closer’, Tom Sizemore, Willem Dafoe, Frank Whaley e Raymond J. Barry. Come già accennato in precedenza, la performance di Tom Cruise fu davvero stratosferica; peccato che ebbe solamente la candidatura come miglior attore protagonista agli Oscar del 1990 e non la statuetta. Statuetta che l’agguantò Oliver Stone, per la miglior regia, e senza dimenticare anche il miglior montaggio.
‘Nato il 4 luglio’ è film che parla di una ferita ancora aperta, ma una ferita non solamente soggettiva; sarebbe troppo riduttivo considerarlo così. Nelle frasi di Ron Kovic ‘O l’ami o te ne vai’, riferita al proprio Paese, e ‘Siamo i bravi ragazzi americani tornati a casa’ c’è tutto il patriottismo e l’idealismo più nobile che qualsiasi cittadino possa avere per la propria patria. Un film che è al tempo drammatico ma pieno di speranza.