Solo un altro alieno insidia il suo trono di leggenda vivente
Lo abbiamo mancato la settimana scorsa e non di proposito e lo recuperiamo oggi. Non parlarne equivarrebbe un mero delitto. In fondo i ‘Sovrani’ nello sport vanno sempre ricordati, celebrati e, giustamente, festeggiati. Il giorno esatto era lo scorso 23 ottobre. Un giorno in cui una leggenda vivente del calcio mondiale, e brasiliano, ha raggiunto quota 80 anni. Un traguardo importante, un traguardo al quale ancora non si crede ancora. Il ‘Sovrano’ dello sport, in questo caso del mondo del pallone, che andiamo a celebrare è O’Rey; meglio conosciuto come Edson Arantes Do Nascimento in arte Pelé.
Il fuoriclasse carioca, con il numero 10 sulla schiena, ha vinto nella sua carriera tre titoli mondiali e diversi trofei con la squadra di appartenenza, il Santos. Nato il 23 ottobre del 1940 Tres Coraçoes, nello Stato di Minas Gerais, a Pelè gli è stato sempre contestato il fatto di non essersi mai misurato con altri campionati come quello spagnolo, inglese e italiano. Questo perché, ad un certo punto della sua carriera, per scongiurare un suo trasferimento in un altro continente venne dichiarato, con una legge apposita, ‘Tesoro Nazionale’.
Il suo esordio, proprio con la maglia del Santos, avvenne il 7 settembre del 1956 durante l’amichevole contro il Corinthians. Il quell’occasione il futuro O’Rey aveva solamente quindici anni e si ritrovò a sostituire un suo più esperto compagno di squadra, Del Vecchio. La partita finì sette a uno e lo stesso Pelè, al minuto 36 realizzò il suo primo gol in carriera. Fu il primo di una lunga serie: 1281, per l’esattezza. La millesima marcatura venne raggiunta il 19 novembre del 1969 con un calcio di rigore. E in tutti quegli anni, con la maglia del Santos, conquistò ben nove campionati nazionali.
I successi con il proprio club non li raggiunse, solamente, in ambito nazionale ma anche al di fuori dei confini nazionali. Come, per esempio, due Coppe Libertadores, corrispondenti alla nostra Champions League, due Coppe Intercontinentali e cinque Tacas Brasil. Verso la metà degli anni ’70, dopo aver dato tutto per il proprio club e per il proprio Paese, si trasferì negli Stati Uniti d’America per vestire la maglietta dei Cosmos. In quella sua ultima avventura trovò altre leggende della sua epoca: Beckenbauer e Giorgio Chinaglia per poi ritirarsi dal calcio professionistico il 1° ottobre del 1977.
Tornando agli esordi, Pelè, che come detto prese parte alla sua prima partita all’età di quindici anni, il suo talento fu giustamente notato dai selezionatori della nazionale brasiliana. Due anni dopo al 7 settembre del 1956 e, precisamente, il 28 giugno del 1958, quel gracile e giovanissimo giocatore stupì il mondo, aiutando la propria nazionale a vincere, per la prima volta nella sua storia, la Coppa del Mondo di calcio nella storica finale contro la Svezia.
I mondiali conquistati in carriera furono in totale tre. Gli altri due arrivarono nel 1962, in Cile, e nel leggendario mondiale messicano del 1970. In quell’occasione il Brasile, nella finalissima giocata nello stadio Azteca di Città del Messico, ci surclassò con un perentorio 4 a 1. Il suo colpo di testa è ancora oggi considerato da cineteca del calcio, come la doppietta realizzata dodici anni prima nella finale del 1958.
Rivedere e ricordare tutti i suoi gol è praticamente impossibile in questo umile omaggio nei suoi confronti. Chi non ha mai vissuto è costretto nel tornare indietro nel tempo attraverso immagini ormai sfocate e restaurate grazie alla tecnologia. Le sue magie, il suo tocco di palla, la sua tecnica, la sua visione di gioco e di campo non è pari a nessuno ancora oggi. Il suo essere atleta, il rispettare il suo corpo. Essere d’esempio lo ha fatto diventare un gigante nei confronti delle generazioni future che si apprestano a calcare i terreni di gioco.
Le sue vittorie, i suoi record sono, ormai, storia immortale del calcio. Sostenendo, anche, che il suo trono di ‘migliore di tutti i tempi’ è insidiato da qualcun altro. Un altro fenomeno che stava emergendo proprio negli anni in cui O’Rey si stava accomiatando dai campi da gioco. Anche lui con il dieci sulla schiena, anche lui un talento naturale. Geniale in tutto quello che faceva sul rettangolo di gioco, ribelle e anche troppo nella vita. Lo celebreremo domani per i suoi 60 anni tondi tondi. Il suo nome è Diego Armando Maradona.
Ma adesso, in conclusione ed in ritardo, tanti auguri di Buon Compleanno O’Rey.