Arriva dalla Francia un’altra scoppiettante ed avvincente commedia, disponibile anche su Now tv, in compagnia dell’attore Omar Sy, conosciuto per i suoi vari ruoli da protagonista nelle commedie d’oltralpe come l’iconico film “Quasi amici”. Il film è un ibrido tra un genere comico, adolescenziale e fantastico, volto a raffigurare le difficoltà che un padre vedovo si ritrova ad affrontare con una figlia che inizia ad attraversare l’età dell’adolescenza.
Il lungometraggio non è nuovo di zecca, difatti è stato distribuito nelle sale cinematografiche nel 1° luglio del 2020. La narrazione viene simpaticamente sviluppata con la metafora del principe dimenticato, che per tutta la vita si ritrova a dover interpretare un ruolo che gli viene dato per mantenere la sua identità ed importanza nella storia in cui viene collocato. Verrà detronizzato quando arriverà un nuovo principe, ovvero Max, il nuovo compagno di scuola della figlia Sofia.
Sin dai tempi della fanciullezza di Sofia, il padre Djibi ha l’abitudine di raccontarle una favola prima di addormentarsi. La favola, che potremmo definire come contemporanea, si svolge all’interno della mente di lui a mo’ di set cinematografico e diventa parte integrante del film.
Le peripezie iniziano quando Sofia cresce e non ha più bisogno delle storie che le racconta il padre, perché può crearsene delle nuove da sola, dove non è più la fantasia la protagonista, ma la sua nuova realtà adolescenziale.
Come personaggio secondario del film troviamo anche Berenice Bejo, la vicina di casa rompiscatole che ha ereditato dalla nonna l’appartamento affianco ai due protagonisti. Questa è la quinta volta che l’attrice viene scritturata in un film di Hazanavicius; i due sono anche sposati nella vita reale. Questa volta affronta il genere della commedia dopo anni di tematiche più serie come il dramma, la biografia e i film di guerra.
La colonna sonora del film ricorda pezzi utilizzati nei lungometraggi Pixar. La soundtrack è stata composta da Howard Shore, due volte vincitore dell’Oscar. La musica è pensata sia per piacere ai bambini, sia ai genitori.
Il principe dimenticato è stato girato a Parigi, negli studi di Bry-sur-Marne. Nella sua parte fiabesca ricorda un set hollywoodiano.
Il film è un continuo alternarsi tra il mondo fantastico della fiaba e le scene della vita quotidiana dei due protagonisti. Ciò che lascia perplessi all’inizio della fiaba, è la mancanza di logicità e consequenzialità tra gli eventi, che man mano tende a svanire nella durata del lungometraggio.
Il set rappresenta l’anima del protagonista, l’importanza del suo ruolo principale nella storia della figlia. È il luogo dove tutto crolla e i ricordi svaniscono quando Sofia cresce.
Una nota negativa che si può attribuire al film è la mancanza di una trama leggermente più elaborata per quanto riguarda la fiaba, anche se ha la funzione di una metafora che deve accompagnare la storia principale. Alcuni eventi, come ad esempio l’amore tra Djibi e la vicina, avvengono in maniera troppo repentina e in modo assurdo, considerata la forte indifferenza e rabbia che lo precedeva.
La comicità insita nella storia risiede nel sarcasmo e nell’assurdità delle battute e dei dialoghi, principalmente di Djibi, anche nei momenti più disastrosi e caotici, come ad esempio nell’Oblimondo.
In questa comicità che si sviluppa nella distruzione, però, si avverte un messaggio reale e profondo, ovvero che essere capaci di passare un momento di stallo, di depressione o distruzione aiuta a crescere e a ristabilire nuovi equilibri nella propria esistenza.
Così come il principe ha capito che non potrà restare per sempre il protagonista della storia, il papà di Sofia accetta la sua crescita ma comprende che il loro rapporto si trasforma, non scompare.
Il film può definirsi “per la famiglia”. Non eccede in nessuno dei generi che presenta. Non è per chi si aspetta una trama avvincente, ma va bene per farsi qualche risata in compagnia.