Analizzare le canzoni degli anni ’80 molto spesso non è un lavoro semplice. Ci concentriamo sul ritmo che ci ispira carica, spensieratezza, per non dire anche allegria in alcune, mentre in altre una profonda riflessione. Ma cosa succede quando questi due modi di costruire musica s’incontrano per creare, volontariamente o no, qualcosa di universale. Un misto tra leggerezza, spensieratezza e mera riflessione. Elementi che si possono trovare non solo non solo nel testo. Basta ascoltare la costruzione musicale di un brano pubblicato il 18 marzo del 1985 in Inghilterra, diventando un grande successo anche negli Stati Uniti d’America a partire dal giugno dello stesso anno.
Stiamo parlando di ‘Everybody wants to rule the world’ del gruppo Tears for fears. Un titolo che tradotto significa ‘tutti vogliono governare il mondo’. Una frase, un’espressione, che sembra attuale ancora oggi, in questo 2022 appena arrivato; e che forse lo sarà sempre. Eppure, come spesso accade, quando si affronta la disamina di una canzone di qualche anno è sempre bene contestualizzare l’epoca in cui è stata scritta e pubblicata.
Le parole intonate, direttamente o indirettamente, erano una perfetta metafora della guerra fredda che in quel decennio imperversava ancora. Quel particolare conflitto tra gli Stati Uniti d’America e l’allora Unione Sovietica. In un primo momento la canzone doveva, in realtà, essere fatta conoscere attraverso le radio con la frase ‘Everybody wants to go to war’, ovvero tutti quanti vogliono andare in guerra. Fortunatamente non andò in questa maniera.
Gli autori di questo piccolo gioiello anni ’80 erano Roland Orzabal, Ian Stanley e Chris Hughes. Il video musicale in cui si vede sfrecciare in alcune affascinanti highways americane, a bordo di una macchina decappottabile, il leader della band, Curt Smith, è stato girato, precisamente, nello Stato della California. La vettura era una Austin-Healey sports 3000, prodotta tra il 1959 ed il 1967. Le immagini on the road venivano, di tanto in tanto, intervallate da altre in cui la band canta la canzone in uno studio di registrazione.
La vera essenza del brano sta in una particolare sovrapposizione di accordi, sia di sintetizzatore e sia di chitarra, tra un verso e l’altro, che danno vita ad un refrain di soli strumenti in cui si crea un’atmosfera malinconica, riflessiva; senza dimenticare quel giusto pizzico di allegria. La vivacità e l’energia delle note accompagnate dall’intonazione di voce del cantante, son tali da creare un momento di apparente leggiadria, sono solamente apparenza rispetto ai versi composti dai tre autori.
In fondo i primi due versi sono chiari e non lasciano margine ad ulteriore interpretazione: ‘Benvenuto nella tua vita, non si torna indietro, anche mentre dormiamo, ti troveremo mentre fingi di comportarti bene, volti le spalle a madre natura’.
Dal 1985 la Broadcast music incorporated, BMI, ha registrato, per il singolo in questione ben due milioni di passaggi radiofonici. Un piccolo record che conferma quanto sia rimasta questa canzone; e quanto nel tempo si sia trasformata in un’evergreen da ascoltare e riascoltare senza stancarsi mai.