Dopo i doppi trentennali ricordati quindici giorni fa, la rubrica ‘Album Leggendari’ ritorna, come promesso, con un altro appuntamento unico nel suo genere: celebrare, anche in questo caso, un duplice anniversario. Il primo legato alla tragica e improvvisa scomparsa di una stella della musica e il secondo relativo all’uscita di un album che, nel corso di questo 2021, ha compiuto cinquanta anni, compreso il singolo di riferimento.
Se da un lato, oggi, ricordiamo la figura di John Lennon, dall’altro celebriamo l’uscita di ‘Imagine’, leggendario long play che ebbe due pubblicazioni. La prima negli Stati Uniti d’America, il 9 settembre del 1971, e la seconda in Gran Bretagna, nazione natia del cantante, l’8 ottobre dello stesso anno. Il giorno dopo, John Lennon, avrebbe compiuto solamente 31 anni.
Come tutti sanno il cantante morì il giorno dell’Immacolata del 1980, ucciso con dei colpi di pistola da parte di un folle chiamato Mark Dave Chapman. Aveva da poco compiuto 40 anni. Certo, soffermarsi sulla sua morte sarebbe giusto, ma abbiamo preferito far parlare la musica, la sua musica per ricordarlo. Attraverso quel 33 giri che, inizialmente e stranamente, venne apprezzato i giorni successivi alla sua scomparsa.
Un riconoscimento postumo, ma che non vuol dire che il ragazzo di Liverpool non ebbe in vita e in tutta la sua carriera. Al contrario, fece parte di quella rivoluzione culturale e musicale insieme ad altri tre ragazzi entrati nella leggenda: Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr: i Beatles, come tutti sanno. Quel complesso che tanto aveva dato all’Inghilterra e al mondo si sciolse, ufficialmente, un anno prima dell’uscita di ‘Imagine’, con la speranza, diventata poi illusione, che i quattro potessero ritornare insieme.
Prodotto dallo stesso John Lennon con sua moglie Yoko Ono e Phil Spector, questo leggendario long play consta di ben dieci tracce, di cui solo alcune entrate nella leggenda della musica. Nel suo insieme ‘Imagine’ miscela diversi generi, diverse sonorità, improntante tutte sul rock: soft rock, art rock e il ben più classico rock’n’roll. Per alcuni versi, John Lennon sembrava aver lasciato il vellutato sound britannico, per le più grintose sonorità americane ed una registrazione perfetta delle canzoni.
Oltre al brano che attribuisce il titolo al long play l’intera tracklist è composta da: Crippled inside; la malinconica Jelous Guy; le grintose It’s so hard e I don’t wanna Be a soldier mama, I don’t Wanna Die; Gimme so Truth; Oh my love; How do you sleep; How?; Oh Yoko.
Paradossalmente la rivista Rolling Stone accolse freddamente la nuova raccolta d’inediti di Lennon. Lo definì come “una sostanziale porzione di buona musica, ma se lo paragoniamo all’album precedente, di molto superiore, ci sono avvisaglie della possibilità che i suoi messaggi sembreranno presto non solo noiosi ma anche irrilevanti”.
Un giudizio duro, durissimo da parte del periodico statunitense che anni più tardi, ecco perché abbiamo usato il termine paradosso, lo piazzerà all’80° posto tra i migliori 500 dischi di tutti i tempi.
Se comunque il messaggio pacifista del cantante non è mai stato messo in discussione in tutto il suo percorso professionale e musicale, in quello che è di fatto il suo quinto album da solista, qualche frecciata non è mancata. Messaggi non diretti, ma attraverso le note ed i versi del brano ‘How do you sleep’, tradotto ‘Come dormi’, in cui all’incisione prese parte, addirittura, George Harrison.
Il destinatario del messaggio, si dice, essere Paul McCartney, per i contrasti che affiorarono quando i Beatles non si erano ancora sciolti; contrasti che portarono alla disgregazione della band più famosa del mondo. Lo stesso brano, però, pare essere nato la risposta ad un’altra canzone, composta proprio da Paul, attraverso il quale attaccava John.
Alcuni singoli, però, non nacquero direttamente per questo long play. Per esempio, la stessa Jealous Guy venne scritta e incisa nel 1968 per l’ulteriore leggendario ‘White album’, dal titolo ‘Child of nature’.
Mentre la stessa ‘Imagine’, venne scritta, composta e incisa proprio nel periodo di massimo scontro con Paul. Al di là delle motivazioni intrinseche del testo, nel senso di cosa in realtà voleva intendere John Lennon in quel suo messaggio, la canzone stessa sprigiona un messaggio talmente universale che alcuni versi, letti come contrarie ad alcune concezioni, possono essere intesi anche al contrario.
Una canzone ed un album che ancora oggi non smette di conquistare generazioni di giovani e di cui, sicuramente, non si perderà mai il ricordo.