In occasione dell’80 anniversario dell’attacco alla base navale americana nelle Hawaii
Iniziamo col dire subito che ci scusiamo per ieri: vi avevamo promesso una diretta che non c’è stata. Problemi tecnici, che in quel momento non pensavamo nemmeno di avere. Ciò non significa che oggi non si ricorderà l’evento del 7 dicembre 1941, ovvero l’attacco alla base navale di Peal Harbor. Inoltre, non si vuole nemmeno intendere che più avanti, questa stessa diretta annunciata da diverso tempo, non si terrà. Anzi, verrà recuperata a data da destinarsi.
Per ovviare a questo disguido nella rubrica ‘Usa’ verranno riproposti gli articoli dedicati all’evento, pubblicati giusto un anno fa per l’occasione: il primo riguarda la recensione del lungometraggio dedicato a questo fatto storico uscito 20 anni fa e l’altro, proprio sugli eventi accaduti, firmato dal nostro Luigi Spetrillo. Lo sappiamo non è la stessa cosa, ma almeno celebriamo, anche in ambito storico, l’80° anniversario di questo fatto che cambiò il corso del secondo conflitto mondiale e non solo.
Buona lettura.
RECENSIONE FILM
Era il 7 dicembre del 1941 quando i giapponesi attaccarono la base navale di Pearl Harbor, nelle Hawaii. Non ancora il 50° stato dell’unione americana. L’evento, oltre che traumatico, fece entrare gli Usa nel secondo conflitto mondiale. La guerra era iniziata da soli due anni. Nel successivo articolo ci sarà la ricostruzione storica effettuata dal nostro Gigi Spetrillo, in questo articolo, invece, l’attenzione sarà è esclusivamente focalizzata sul film uscito il 25 maggio del 2001. Propriamente intitolato ‘Pearl Harbor’.
Diretto da Micheal Bay ed interpretato dagli allora giovanissimi Ben Affleck, Josh Harnett, Kate Beckinsale, Alec Baldwin, Dan Aykroyd, Tom Sizemore, Jon Voight, Cuba Gooding Jr, Micheal Shannon, Jennifer Garner e Scott Wilson il super kolossal dedicato a quel grandissimo evento storico non conquistò la critica dell’epoca. Quasi tre ore in cui il vero film, per non dire il vero spettacolo degli effetti speciali, prende il via dopo un’ora e venticinque minuti. Fino a quel momento si narra una storia, una vicenda che potrebbe anche essere avvenuta, tra due amici che si innamorano della stessa ragazza.
Un classico, ci sarebbe da dire. Solo che la scelta degli sceneggiatori si è rivelata solo in parte giusta, cercando di far capire ai giovani che tipo di situazioni, la guerra, potesse in realtà creare in quegli anni bui. Il troppo romanzare, però, non rende giustizia né alla trama stessa e né tantomeno riesce ad attirare fino al momento fatidico che ha mutato il corso della storia e dell’America. Trasformando un film bellico, quasi, in una soap opera.
Non si discutono gli effetti speciali, non si discute di far durare l’attacco quaranta minuti. Difatti nella realtà durò un’ora. Si discute sua alcune scelte infelici sia dei produttori che degli sceneggiatori che non garantirono il successo sperato. Per non parlare, per non dire non dimenticare, della struggente ed iconica colonna sonora composta dal Maestro Hans Zimmer, la quale avrebbe meritato non solo la nomination ma direttamente la statuetta d’oro. Anche se si aggiudicò comunque il golden globe.
L’oscar, invece, giungerà, tra le quattro candidature effettive per il miglior montaggio sonoro. Nemmeno gli effetti speciali gli garantiranno, comunque, una possibile doppietta all’edizione degli oscar del 2002. E gli incassi? Negli Stati Uniti 198 542 554; in Italia solo 16.148.233. Complessivamente, nel mondo, il film ottenne, a fronte di un budget di produzione di 140.000.000 di dollari, 449.200.945.
Una cifra importante ma che, ripetiamo, non gli fece evitare forti stroncature: come quelle in cui si giudicò l’opera biografica come il maldestro tentativo di copiare, in un colpo solo, film come ‘Top Gun’, ‘Salvate il soldato Ryan’ e ‘Titanic’. Un’operazione cinematografica poco riuscita, sicuramente. Un’occasione sprecata per raccontare e far scoprire alle nuove generazioni cosa in realtà successe? Anche.
Ma il produttore Jerry Bruckheimer rispose così alle critiche mosse per la mancanza di accuratezza nelle ricostruzioni di alcuni dettagli relativi al fatto storico: “Abbiamo fatto il possibile per rimanere fedeli, ma certamente il film non vuole essere una lezione di storia”.