Una sconfitta, un pareggio e due vittorie significative per le italiane in Champions. Specialmente una particolare che è arrivata sul filo del rasoio, garantendo la possibilità di giocarsi il tutto per tutto all’ultima giornata. Ma andiamo con ordine.
Doveva essere il match che avrebbe dovuto cementificare il primo posto nel girone da parte della Juventus; invece, la gara di Stamford Bridge è stata un incubo. Quattro reti che hanno mostrato tutti i limiti di una squadra che sembrava in ripresa in campionato, dopo un periodo abbastanza preoccupante. È pur vero che in coppa i ragazzi di Allegri sembravano avere una marcia in più, ma l’altro ieri così non è stato.
Il bunker bianconero è durato solamente 25 minuti, nonostante Szczesny ha evitato, più volte, un passivo ancor più pesante del quattro a zero.
È pensare che dopo lo svantaggio, subito ad opera di Chalobah, la Juve ha anche sfiorato il pareggio con Morata, chiudendo la prima frazione di gioco con la speranza di poter reggere o comunque ribaltare la situazione. Invece c’è stato un vero e proprio crollo. I blues hanno fatto ciò che hanno voluto, piegando in due Bonucci & Company con Reece James, Callum Hudson-Odoi e Timo Werner.
Nonostante sia andata malissimo a Londra, ai bianconeri basta solamente vincere l’ultimo turno che si terrà l’8 dicembre, in casa, contro il Malmoe.
Se la Juve crolla, l’Atalanta spreca una bella occasione nel campo dello Young Boys. Un pareggio che si cristallizza sul 3 a 3 per un match che non lascia spazio a nessuna pausa possibile per tirare il fiato. La giostra delle marcature la inaugura Zapata con una bellissima girata dentro l’aria di rigore. Però è solo un’illusione: il pareggio da parte dei padroni di casa fa capire che non sarà una serata semplice.
Nonostante ciò, grazie a Palomino, con un bel tiro al volo, intorno al cinquantesimo minuto, i bergamaschi passano in vantaggio. Sembrerebbe fatta, ma a dieci minuti dalla fine accade l’imponderabile: tre reti in rapida successione. Le prime due reti sono ad opera dello Young Boys con due missili di Vincent Hierro e quello capolavoro di Hefti.
Quattro minuti più tardi, e quando ne mancavano solamente due alla fine, Muriel su calcio di punizione beffa sia la barriera che il portiere blindando il risultato sul pirotecnico 3 a 3. Adesso all’Atalanta per qualificarsi dovrà vincere in casa contro il Villareal che, momentaneamente, ha un punto in più dei bergamaschi.
Se i neroazzurri di Bergamo devono vincere per forza tra due settimane, stessa sorte toccherà anche ai neroazzurri di Milano, ovvero l’Inter. I ragazzi di Simone Inzaghi, allo stadio San Siro, piegano con un secco 2 a 0 lo Shakhatar Donetz. Mattatore della serata o, per meglio dire, chi ha tolto le castagne dal fuoco è stato Edinz Dzeko che tornato ad essere letale in aria di rigore. Una doppietta in sei minuti, dopo essersi divorato per diverse volte il gol del vantaggio nel primo tempo.
Nella seconda frazione di gioco è stato anche annullato una rete a Lautaro Martinez, per aver spinto un avversario prima del tiro. È vero che adesso l’Inter naviga in classifica al secondo posto con dieci punti, ma la tentazione di fare risultato in casa del Real Madrid, fra due settimane, è forte. Specie se la squadra spagnola è al primo posto con soli due punti di vantaggio.
Per quanto riguarda l’altra sponda di Milano, quella rossonera, serviva un vero e proprio miracolo. Alla fine, i ragazzi di Pioli, lo trovano. Un miracolo che si materializza grazie al giocatore, il cui cognome è tutto un programma, Junior Messias.
A Madrid i rossoneri giocano con attenzione, saggezza e sangue freddo. Rischiano quanto basta e la loro determinazione, finalmente, viene premiata. Infatti, fino adesso il cammino del Milan era stato alquanto sfortunato; a partire, proprio, dalla gara di andata contro l’Atletico Madrid. Un 1 a 0 che infonde speranza e fiducia per il prossimo passaggio del turno. Il prossimo match sarà altamente infuocato tra Milan e Liverpool. Se arriveranno altri tre punti, bisognerà sperare che contemporaneamente Atletico Madrid – Porto finisce in parità per aver la tranquillità della qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions League.
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