“Ho sempre saputo che sarei diventato una star e ora il mondo sembra essere d’accordo con me. Non voglio essere ricordato solo come una rock star ma come leggenda. Quando sarò morto voglio essere ricordato come un musicista di un certo valore e sostanza.” Freddie Mercury.
Il 24 novembre del 1991, alle ore 18.48 all’età di 45 anni Freddie Mercury muore, nella sua casa di Earls Court a Londra, per una broncopolmonite aggravata con complicazioni dovuta alla malattia del secolo: l’Aids.
Peter Freestone, il suo assistente personale, racconta le ultime ore di vita di Freddie Mercury: “Quella sera del 24 novembre 1991 Freddie era steso immobile e incapace di parlare sul suo letto. Oramai non prendeva più farmaci anti Aids ma solo dei potenti antidolorifici. La visita di routine svolta dal medico durò circa dieci minuti.”
Freestone comincia ad accorgersi che qualcosa non va. “Dopo aver accompagnato il medico alla macchina tornai in stanza da Freddie. Appoggiandogli una mano sul petto mi accorsi che non respirava più, così corsi in strada per bloccare l’auto del dottore che di corsa risalì. Poco dopo il medico disse: Freddie se n’è andato”.
Due giorni prima della sua morte il cantante aveva rilasciato, tramite il suo manager, un comunicato ufficiale alla stampa: “Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell’HIV e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia, è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia.”
La scoperta della malattia e la diagnosi, l’Aids, spinsero Freddie a dare un taglio ad una vita dissoluta e piena di vizi. Distrutto e deperito, si recava ugualmente in studio di registrazione e anche se aveva forti dolori al petto e alla gola continuava a cantare come nulla fosse. Qualche anno prima di morire si era fatto forza e aveva deciso di convocare gli altri della band per confidargli che aveva l’Aids. Chiusi per un’ora in una stanza della sua casa londinese, Roger, Bryan e John pallidi e tesi, ricevettero la triste notizia da Freddie. “Dopo le parole di Freddy ho sentito un freddo dentro le ossa che non proverò mai più”, queste le parole di Bryan dopo quell’incontro.
BIOGRAFIA E LAVORO ARTISTICO
Farrokh Bulsara, questo il vero nome di Freddie Mercury, nasce il 5 settembre 1946 a Zanzibar con ascendenze indiane. I suoi genitori originari di Gujarat, in India, sono migrati nel Regno Unito (esattamente a Feltham, pochi chilometri a Sud di Londra) quando Freddie era poco più che adolescente.
Nel 1969 Freddie incontra in un negozio di abbigliamento una giovane commessa Mary Austin e tra i due è colpo di fulmine a prima vista. Decidono in poco tempo di andare a convivere in un piccolo appartamento e diventano inseparabili. Il loro legame dura circa sette anni, fino al momento in cui il cantante realizza di essere omosessuale.
“Tutti i miei amanti mi chiedono perché mai non possano sostituire Mary Austin, ma è semplicemente impossibile. La sola amica che ho è Mary, e non ne voglio altre. Potrei avere tutti i problemi del mondo, ma avrei Mary, e questo me li farebbe superare. Per
quanto mi riguarda è come se fosse mia moglie secondo la legge – davvero, è proprio come un matrimonio. Crediamo uno nell’altra, e questo ci basta. Non potrei innamorarmi di un uomo allo stesso modo in cui mi sono innamorato di Mary”. Queste le parole di Freddie in una intervista.
Mary Austin gli è rimasta a fianco fino all’ultimo minuto e in varie interviste ha raccontato quanto il cantante dei Queen fosse un gran combattente: “Si era reso conto che la morte stava arrivando e l’aveva affrontata con incredibile coraggio. Negli ultimi giorni ho visto la sua sofferenza. E’ stato tremendo… Ricorderò per sempre Freddie con tanto amore e rispetto. Il suo coraggio ha resistito fino alla fine.”
Nel 1970, dopo svariati gruppi, Freddie fonda il gruppo rock britannico dei Queen composto dal chitarrista Brian May, il batterista Roger Taylor, dal bassista John Deacon, e da sé stesso alla voce e pianoforte.
Freddie ha dichiarato: “Ho ideato il nome Queen, e ne sono orgoglioso. E’ soltanto un nome, ma ovviamente è molto regale, e ha un suono splendido. E’ un nome potente,
universale e immediato. Ha una grande portata evocativa, ed è aperto a ogni sorta di interpretazione. Ero ben cosciente delle connotazioni gay, ma quello era soltanto un
aspetto del tutto. Ho progettato il logo dei Queen unendo le creature che rappresentavano i nostri segni astrologici e fatto strano, io non credo all’astrologia.”
Nel 1973 esce il loro primo album Queen e riscuotono da subito popolarità, con il loro secondo album Queen II raggiungono un grande successo. Nel 1974 esce il loro terzo album Sheer Heart Attack, l’anno successivo A Night at the Opera contenente il brano “Bohemian Rhapsody”, rimase al primo posto nelle classifiche britanniche per nove settimane (e altre cinque settimane nel 1991 dopo la morte di Mercury) ed è il terzo singolo più venduto di tutti i tempi nel Regno Unito.
Bohemian Rhapsody è forse la canzone più famosa e bella dei Queen, sicuramente quella più rappresentativa della loro carriera. D’altra parte, è stato ai suoi tempi un pezzo rivoluzionario, come la band stessa, i Queen sapevano mescolare rock e opera lirica, parole dolorose ed altre apparentemente prive di senso, cori e assolo, pezzi orchestrali e intimismo. Nel 1976 incidono l’album A Day at the Races, nel 1977 News of the World, 1978 Jazz e Live Killers.
L’inizio degli anni’80 è particolarmente remunerativo e favorevole per i quattro musicisti dalla pubblicazione di The Game (1980) primo in classifica alla colonna sonora di Flash Gordon (nei Top 10)
La compilation del 1981 Greatest Hits è l’album più venduto nella storia del Regno Unito, con 6 milioni di copie vendute entro il 2014. Il singolo Under Pressure registrato con David Bowie che completano la stagione fortunata e trionfante dei Queen. E tutto questo nonostante la critica puntualmente storca il naso e i giornali discutano volentieri sugli atteggiamenti ambigui di Mercury, è infatti il cantante che fa notizia, con la sua figura bizzarra e gli atteggiamenti eccessivi, le allusioni omo-sex e il gusto per i travestimenti che peraltro mandano in delirio i fans. L’ispirazione artistica porta la band a incidere successivi album: Hot Space (1982), The Works (1984), A kind of Magic, (1986) e Live Magic (1986).
Nel 1986 la band scrive la colonna sonora del film Highlander di Russel Mulcahy, il brano Who Wants to Live Forever è utilizzato per inquadrare alcune scene del film in cui un uomo scozzese predestinato a vivere per sempre vede spegnersi davanti ai suoi occhi la donna amata.
Nel 1989 esce l’album The Miracle il 5 febbraio 1991 i Queen pubblicano il loro ultimo disco con Freddie Mercury Innuendo.
La compilation del 1991 Greatest Hits II è anche una delle prime dieci più vendute del Regno Unito di tutti i tempi, con 3,8 milioni di copie vendute entro il 2012. I Queen sono tra le migliori live-band della storia e hanno venduto tra i 150 e i 300 milioni di
dischi. I loro concerti erano dei veri e propri spettacoli teatrali.
L’ULTIMO LEGAME SENTIMENTALE
Ultimo legame sentimentale di Freddie Mercury fu con Jim Hutton, anch’egli positivo al virus Hiv. Morto nel 2010 a 61 anni per un tumore, Jim viene descritto come una persona mite e introversa catapultata improvvisamente nel mondo mediatico senza volerlo. Nel suo libro pubblicato nel 1994 intitolato “Mercury and Me” Jim racconta la sua storia, durata 7 anni, con il famoso frontman dei Queen fino agli ultimi giorni di vita. Un libro molto criticato per i contenuti intimi e in alcuni casi imbarazzanti. Jim era un parrucchiere al Savoy mentre Freedie una rockstar. I due si incontrarono in un bar di South Kensington, il Cocobana; l’approccio fu di Freddie che gli voleva offrire da bere ma Jim inizialmente declinò l’invito. Sarà poi l’inizio di una intensa storia d’amore. Dopo alcuni mesi, Jim diventò il giardiniere trasferendosi nella sua casa a Garden Lodge.
“Dietro la rockstar, Freddie era una persona tranquilla e riservata che amava andare in giro a fare shopping. Quando scoprì di essere HIV positivo mi spiegò che aveva delle notizie urgenti da comunicarmi. La mia reazione fu di incredulità e naturalmente rimasi colpito anche per quel che riguardava la mia salute. Mi disse che era in cura presso i migliori specialisti al mondo e che dovevo stare tranquillo. Ma non realizzai che Freddie stava morendo. Non volevo pensarci, anche perché Freddie era curato da altri ragazzi e tutti noi ci prendevamo cura di lui. Quando Freddie morì ero lì impotente, ricordo solo le parole del dottore: se fosse stato ricoverato in un ospedale non avrebbe ricevuto delle cure così attente come quelle ricevute in casa sua”.
IL TESTAMENTO
Il Testamento e le ceneri di Freddie Mercury Dopo la sua morte il cantante dei Queen lasciò in eredità la metà esatta del suo patrimonio e la casa Garden Lodge a Kensington a Mary Austin, mentre il resto venne suddiviso tra i genitori e la sorella Kashmira Bulsara-Cook. Al suo autista Terry Giddings, il cuoco Joe Farinelli e al suo assistente personale Peter Frestone lasciò 100 mila sterline ciascuno. Il suo amante Jim Hutton ereditò 500 mila sterline e un appezzamento di terreno a Carlow in Irlanda.
I funerali si svolsero al Kensal Green Cemetery, Freddie fu cremato e le sue ceneri furono affidate a Mary Austin. Secondo le sue ultime volontà, a lei diede la responsabilità di occuparsene facendole promettere di non rivelare a nessuno dove sarebbero state nascoste.
Per molti le ceneri furono sparse in parte nel Lago di Ginevra e in parte a Zanzibar, paese natale di Mercury. Altre voci provenienti dai fan del cantante di “Bohemian Rhapsody” davano, invece, per certa la sepoltura presso il Kensal Green Cemetery di
Londra. Una piccola targa individuata riporta infatti le seguenti parole:”‘In Loving Memory of Farrokh Bulsara. Pour Etre Toujours Pres De Toi Avec Tout Mon Amour” che tradotto significa“Così posso esserti sempre vicino con tutto il mio amore”.
Questa targa, con data di nascita e morte corrispondente a quelle di Mercury, è firmata con la lettera “M”; forse potrebbe riferirsi anche al nome di Mary Austin a cui Freddie dedicò la canzone “Love of My Life“.
Freddy Mercury resta il miglior Frontman di tutti i tempi, dalla mirabile voce, dalla personalità istrionica e dotato di innato carisma. Una leggenda vivente del panorama musicale, il cui ricordo non si perderà mai.