Ci sono romanzi che hanno il merito di venir letti tutto d’un fiato. Merito della trama? Non solo. Ci sono sempre diverse componenti che si mescolano fra loro, dettagli eterogenei ma che trovano origine da un unico elemento fondamentale, inteso anche come mero punto di riferimento: l’autore.
Da quest’ultimo dipende lo sviluppo della trama, il modo di scrivere e quindi la prosa scelta, non appesantire il linguaggio e quindi le descrizioni; senza dimenticare di d’inserire sapientemente, con maestria e parsimonia, qualche colpo di scena. Certo tutto dipende che tipo di storia si vuole raccontare.
Ammettiamolo, sembra che in queste righe si stia sviluppando una specie di manuale sul come si scrive un romanzo. Niente di tutto questo, ad ‘Angolo letterario’ non sussiste questa presunzione. Ma tutti gli elementi fino adesso menzionati, seppur senza un consistente approfondimento, sono stati riscontrati nello spiazzante romanzo di Donato Carrisi: La casa delle voci, pubblicato nel 2019 con la casa editrice Longanesi e poi l’anno seguente, con l’edizione dei Tascabili degli editori associati ovvero Tea.
Ambientato nella Firenze di undici anni fa, Pietro Gerber, un noto psicologo e ipnotista infantile si ritrova immischiato in un caso a causa di una collega australiana, che lo contatta telefonicamente, e che gli affida una donna che afferma, in tenera età, di aver ucciso il fratellino senza però ricordarsene. Un’indagine oscura e torbida, che lo porterà a scavare nel profondo dell’inconscio non solo della donna. Un viaggio, quindi, nei meandri dell’oscurità della mente umana dove ogni dettaglio appare come il pezzo di un puzzle da comporre una in via definitiva, anche per lo stesso protagonista.
Donato Carrisi ci propone un thriller psicologico pieno di suspense, colpi di scena e con un finale, che non vi stiamo a raccontarvi, spiazzante. Scritto con semplicità, sviluppato con intelligenza, ‘La case delle voci’ si legge dalla prima fino all’ultima pagina senza mai rinviare la lettura del capitolo successivo in un secondo momento. La storia affonda le radici nel dramma dei malati mentali e di tutti coloro che, una volta chiusi i manicomi, nel lontano 1978, non ebbero vita facile nell’essere accettati dalle cosiddette persone ‘perbene’.
Un thriller, dunque, ma con un messaggio sociale più implicito che esplicito, determinando nel lettore anche un momento di riflessione sul tema; un messaggio sociale che non intacca la trama, anzi la completa valorizzandola tanto da considerare quest’opera di Donato Carrisi un capolavoro del genere.
Una storia, soprattutto per quanto riguarda il personaggio principale, che avrà molto presto un seguito: La casa senza ricordi. Scritto sempre da Donato Carrisi e pubblicato sempre da Longanesi, il romanzo uscirà nelle librerie il prossimo 29 novembre.
La trama: Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Si chiama Nico e ha dodici anni. Da come viene ritrovato non sembra affatto malridotto: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia.
Se ‘La casa delle voci’ è stato un successo internazionale, il seguito lo sarà altrettanto? Non ci resta che aspettare la fine del mese per acquistare il libro, ma visto la struttura narrativa che lo stesso autore ha realizzato nel primo la risposta non può che essere positivo; considerando il fatto che lo stesso Donato Carrisi, da diversi anni ormai, si è specializzato in storie di questo genere e non ha nulla da invidiare ai colleghi stranieri e maestri del genere.