Domenica 17 ottobre il sospirato arrivo di Johnny Depp nella Roma capitolina si è fatto attendere, tra varie vicissitudini e arrivo dei fan nell’albergo dove soggiornava l’attore. L’attore è stato invitato per la presentazione di ‘Puffins’, una web-serie d’animazione italiana di 250 episodi da cinque minuti ciascuno, le cui prime due collection sono disponibili su Apple Tv e Amazon prime dal 27 novembre. Le storie spaziano tra temi di uguaglianza e lotta contro l’inquinamento e la protezione dell’ambiente.
La trama è fondata sulle avventure e disavventure vissute da Johnny Puff (voce di Johnn Depp) e dal suo gruppo di amici (Tic e Tac, Didi e Pie). Gag divertenti e tante missioni da compiere. Deep dichiara durante la conferenza stampa: “Il mio lavoro quotidiano mi ha dato l’opportunità soprattutto, per l’attore che sono stato, di affrontare diverse sfide per i personaggi, che in genere sono stati accolti con grande gioia da pubblico. A questo punto della mia strada – aggiunge – sono grato di essere lontano dalla macchina (hollywoodiana) che sputa battute, formule strutturate, stereotipi, Nel fare film non sono interessato al grande regista o al grande attore ma voglio aiutare persone che facciano partire le storie da elementi semplici. Sono più interessato ad aiutare magari un autore quindicenne a trovare la propria voce, anche girando un film con un telefonino. Un obiettivo, che non è possibile a Hollywood. Infine, a chi gli chiede quale consideri il suo più grande successo, risponde sicuro: i miei figli”.
Depp si è presentato con un outfit non impeccabile e con poca voglia di salire nel palco (alla Masterclass è salito dopo tre volte che è stato chiamato). Con questa premessa potrebbe sembrare un resoconto alquanto mediocre, ma sono bastati vedere due minuti delle sue celebri interpretazioni che tutto cambia magicamente. Il problema di fondo è che tutti sono pronti a storcere il naso o fare critiche spicciole, senza comprendere che ogni individuo può attraversare momenti privati meno appaganti e ciò può influire negativamente sul personaggio pubblico.
Essere sempre pronti a stare al centro dell’attenzione in quanto attore e subire valutazioni e pareri sfavorevoli non è corretto. Un artista talentuoso come Depp ha svelato il suo lato fragile e sensibile alla mostruosità che gli hanno additato violenza nei confronti della sua ex coniuge Amber Heard, che sarà processata per diffamazione nei confronti di Johnny. La magistrale carriera del divo lo consacra tra i più bravi attori del panorama mondiale.
La sua carriera, da artista poliedrico e carismatico, è iniziata nel lontano 1984 con un piccolo ruolo nel film “Nightmare – Dal profondo della notte”. Nel 1986 in “Platoon” è uno dei disperati nella giungla vietnamita mentre il suo primo ruolo da protagonista arriva finalmente nel 1990, nel musical “Cry baby”. La notorietà arriva in quello stesso anno con “Edward Mani di Forbic”, favola postmoderna di Tim Burton, regista che trasforma la carriera dell’attore.
Il film ottiene un grande successo e lancia l’attore dal volto da eterno adolescente. Nel 1992 è il protagonista di “Arizona junior”, nei panni di Axel, che rifiuta il sogno americano propostogli dallo zio per una serie di stravaganti amici. Continua la serie dei personaggi di animo gentile con “Benny & June” (dove è un mimo un po’ strambo, che in alcuni atteggiamenti recupera la tristezza chapliniana) e con ‘Buon compleanno Mr. Grape’, nei panni di un giovane oppresso da una famiglia insopportabile in una cittadina dell’Iowa. Depp precisa il suo personaggio di sempre in ‘Ed Wood’, che Burton realizza nel 1994, dove incarna il regista di film spazzatura degli anni ’50, rendendo credibili l’ingenuità e l’ottimismo del personaggio.
Nello stesso anno è al fianco di Marlon Brando nei panni di un aspirante suicida e sedicente grande seduttore, pieno di fantasia in “Don Juan DeMarco”. La fama del successo di Depp, lo porta a essere desiderato da autori come John Badham, Jim Jarmusch, Mike Newell, Terry Gilliam,Roman Polanski, Sally Potter, Lasse Hallstrom, Julian Schnabel e Ted Demme.
Le interpretazioni del divo sono sempre esaltate dalla critica. In “Donnie Brasco” di Newell duetta alla pari nientemeno che con Al Pacino. Inoltre, è giusto ricordare che per girare “Benny & June” e “Mr. Grape” ha rifiutato successi sicuri come “Dracula”, “Speed” e “Intervista col vampiro”.
Nel 1996 si è invece cimentato con la regia, dirigendo e interpretando (di nuovo al fianco di Brando) “Il coraggioso”, vicenda di un pellerossa squattrinato e laconico che si offre di interpretare un letale snuff-movie per garantire un futuro alla propria famiglia.
Dopo aver sposato, per poco più di un anno, Lori Anne Allison nel 1985, ha intrapreso lunghe e chiacchierate relazioni con Winona Ryder e Kate Moss. Nel 1999 ha sposato la pop-star attrice transalpina Vanessa Paradis, che gli ha dato due figli in tempo breve. Proprietario del celebre nightclub “The Viper Room”, è stato arrestato un’infinità di volte per le sue improvvise intemperanze.
Nei primi anni 2000 recita in “Chocolat” (regia di Lasse Hallström), “Blow” (2001, di Ted Demme, in cui interpreta il narcotrafficante George Jung), “La vera storia di Jack lo squartatore” (From Hell, 2001). Il 2004 lo vede protagonista dell’edizione degli Oscar con il film “La maledizione della prima luna- Pirates of the Caribbean” (con Orlando Bloom) per il quale però non ottiene la statuetta.
Depp ha dichiarato in un’intervista: «L’immagine romantica dei pirati è in me fin da quando ero piccolo. E mia figlia, che ha nove anni, quando ha visto il trailer è impazzita. Adesso è convinta che io sia un pirata sul serio. È entusiasta di avere un papà pirata. L’altra sera, a una cena, una signora le ha rivolto un po’ di quelle domande stupide che si fanno ai bambini e a quella, classica, sul mestiere dei genitori ha risposto: La mia mamma è una cantante, il mio papà fa il pirata”.
Torna poi a lavorare con Terry Gilliam in Parnassus, è di nuovo candidato all’Oscar per Neverland, interpreta il bandito John Dillinger in ‘Nemico pubblico’ di Micheal Mann e collabora altre 5 volte con Tim Burton: in La fabbrica del cioccolato, Alice in Wonderland, col doppiaggio dello stop motion La sposa cadavere, in Dark Shadows e soprattutto nel musical gore Sweeney Todd, dove esibisce le sue doti canore vincendo finalmente un Golden Globe e ottenendo la sua terza nomination all’Oscar. Nel 2011 è il giovane Hunter S. Thompson nella trasposizione del primo romanzo dello scrittore, ‘The Rum Diary’. Il set è galeotto: nasce una relazione con la coprotagonista Amber Heard.
L’anno successivo Depp lascia Vanessa Paradis e si fidanza con l’attrice, di 23 anni più giovane che sposerà il 4 febbraio 2015. Dà anche la voce al protagonista del western animato Rango e – da sempre appassionato della cultura dei nativi americani – incarna con entusiasmo Tonto nello spettacolare ma sfortunato action/western The Lone Ranger. Interpreta poi ‘Transcendence’ di Wally Pfister, appare in Tusk di Kevin Smith, è il lupo del musical Disney ‘Into the Woods’ e il bizzarro mercante d’arte/detective/lord inglese Mortdecai nel film onomimo di David Koepp.
Durante la conferenza stampa all’auditorium parco della musica Depp ha detto: “Sono pronto a rinunciare a film che non mi convincono se non trasmettono un messaggio comunicativo, ed accettare un valido progetto da un ragazzo “anonimo” e talentuoso che sappia girare anche con un telefonino.”
La caratteristica che lo ha sempre contrassegnato è stata quella di essere un ribelle, spesso distante dalle politiche hollywoodiane, ma è anche un attore sensibile e duttile nelle sue performance. Qui sotto un momento dell’incontro alla Festa del cinema di Roma: