Gli Stati Uniti d’America comprendono nel loro territorio molte curiosità. Molti particolari nascosti, o sembrano tali, che nemmeno conosciamo e nemmeno sogniamo di conoscere fino in fondo o forse sì? Magari ci viene in aiuto chi, tra i tanti viaggiatori, ci sono quelli che negli Usa ci sono andati e sono riusciti di scoprire alcune particolarità direttamente sul posto, come giusto che sia.
Partendo dal presupposto che l’America, come nazione e non come continente, è composta da varie nazionalità del mondo appare naturale, come conseguenza anche, credere e sostenere che nel Paese dei cinquanta Stati ci siano o vengano parlate diverse lingue. La risposta non può che essere positiva, partendo dal presupposto che l’idioma maggiormente usato è l’inglese.
È pur vero che tutti coloro che sono andati in cerca di fortuna si sono dovuti adattare alla lingua; hanno dovuto imparare in modo più o meno veloce la grammatica inglese e la pronuncia per farsi comprendere dagli appartenenti alle altre etnie del mondo. Vero. Ma, ed è qui che sorge la vera particolarità degli Stati Uniti d’America, rispetto alla nostra mentalità, non solo intesa come la nostra, quella italiana, ma anche quella europea.
Ogni popolo ha una propria lingua attraverso la quale s’indentifica. L’Italia ha l’italiano, in Francia si parla francese, in Spagna si parla spagnolo, in Portogallo si parla portoghese ed in Inghilterra c’è l’inglese. Ecco, appunto, l’inglese.
Per molti questo idioma viene considerato la lingua degli americani. D’altronde i film che arrivano sono in inglese e vendono doppiati per essere compresi in tutto il mondo, le canzoni incise sono altrettanto in inglese, anche i romanzi scritti e tradotti per poi giungere nelle nostre librerie ed essere poi letti sono sempre in inglese.
Storicamente è pur vero che gli inglesi colonizzarono i primi tredici territori, le cosiddette prime tredici colonie in seguito diventati a tutti gli effetti i primi tredici Stati dell’Unione. Ma è anche vero che in alcuni territori, intesi come futuri Stati, la lingua predominante era lo spagnolo, in quello che divenne la California ed il Texas, e il francese, nel territorio che poi divenne la Louisiana. Per esempio, nell’antico quartiere di New York a ‘Little Italy’ si parla a stragrande maggioranza italiano.
È logico, quindi, poi considerare che le varie etnie, tra di loro, parlano la lingua di provenienza, ma con altre etnie l’inglese. Quindi, a rigor di logica, si dovrebbe sostenere, senza alcuna ombra di dubbio, che la lingua che proviene dalla terra della Regina Elisabetta sia anche quella ufficiale negli Stati Uniti d’America.
Invece non è così. La lingua che cerchiamo d’imparare attraverso i testi delle canzoni o magari vedendo un film in lingua originale non è quella ufficiale. C’è di più, per tutti coloro che potrebbero pensare che magari, nel corso di questi decenni, potrebbe esser stata modificata a favore di qualche altra etnia: negli Usa non è mai esistita, fin dal primo giorno in cui nacque la nazione, una lingua ufficiale. L’inglese, però, è la lingua nazionale.
Questa scelta è dovuta sempre per l’idea di libertà che è radicata nel Paese. Ufficializzare una lingua per gli americani, a differenza di noi europei, significherebbe escludere, automaticamente, le altre etnie e, oltre tutto, di tradire lo spirito medesimo della nazione. Impedendo, così, la possibilità di dialogo, per non dire di togliere la stessa libertà, nei confronti di qualsiasi cittadino americano di comunicare con il governo.
Un diritto, questo, espressamente sancito nel primo emendamento della costituzione degli Stati Uniti: ‘Il Congresso non potrà emanare leggi per il riconoscimento di una religione o per proibirne il libero culto, o per limitare la libertà di parola o di stampa o il diritto dei cittadini di riunirsi in forma pacifica e d’inviare petizioni al governo per la riparazione dei torti subiti’.
Eppure, lo stesso Congresso, nel 2006, emanò una legge che, non sancì l’ufficialità della lingua inglese, ma determinò il riconoscimento della medesima come lingua nazionale. Fu un accordo bipartisan tra i due schieramenti; semmai sarebbe gusto indicarlo come un compromesso. Sempre qualche anno fa un movimento americano cercò di ufficializzare l’inglese come lingua della nazione, senza successo.