Come tutti sanno lo scorso 18 maggio, a 76 anni, il Maestro Franco Battiato ci ha lasciato dopo una malattia che lo aveva colpito da tempo. Una notizia che ha suscitato in noi un enorme dolore. Nella sua lunga carriera è stato capace di spaziare nei più disparati generi musicali, contaminandoli con un nuovo approccio creativo.
La ricerca del sacro, un argomento inedito per il panorama pop, viene affrontato con semplicità ed eleganza dall’artista. Battiato si serve di melodie ricercatissime e di un linguaggio micro-polifonico in cui il continuum sonoro riempie ogni spazio.
La voce di questo genio musicale canta e incanta, riuscendo ad evocare mondi lontani. Un percorso di formazione sin dalla prima gioventù, in una sua dichiarazione raccontò gli esercizi vocali ce lui esercitò:
“Col microfono partivo dalla fonte fronte e scendevo fino all’ombelico. L’intensità di emissione non cambiava. Era scioccante come fatto acustico. Emettevo un suono e dalla fronte fino al ventre, era sempre lo stesso. Avevo imparato l’emissione, la famosa emissione di maschera e di petto. La chiamerei una diffusione della voce nel corpo”.
Questa sue capacità vocali e la profonda conoscenza della musica venne confermata anche in uno dei suoi album più famosi ed iconici della sua carriera: ‘La voce del padrone’, pubblicato il 21 settembre 1981. Era il suo undicesimo album e a quaranta anni di distanza è ancora considerato come una pietra miliare della musica italiana.
Sin dal titolo si evince l’essenza dell’album La voce del padrone è quella della coscienza, che l’uomo deve saper ascoltare. Un disco così profondamente ermetico che fu il primo in Italia a superare il milione di copie vendute.
Nel 33 giri, compost da sette tracce, c’è un perfetto equilibrio tra raffinatezze compositive, innovazioni e tradizione. Come l’orchestra sinfonica, i cori lirici e la batteria acustica integrata con quella elettronica nella ritmica di Cuccurucucù o in Centro di gravità permanente (dove si sentono anche il clap di mani). Qui sotto le canzoni analizzate una per una:
Summer on a solitary beach: Un viaggio a ritroso nel tempo, ricordi estivi trascorsi a Jonio in provincia di Catania. Una spiaggia poco affollata, un cinema all’aperto (all’Arena Giardino), un caldo africano,
Bandiera bianca: Al di là delle citazioni Battiato in questa canzone sembra quasi volersi arrendere (sventolare bandiera bianca) di fronte allo sfaldamento dei costumi della nostra società.
Gli uccelli: distaccarsi dal mondo esterno per riappropriarsi del proprio “io”, attraverso un pensiero profondo e introspettivo comprendere le necessità primarie individuali. Lasci il mondo e ti riappropri di te, dei voli di pensiero. “Voli imprevedibili ed ascese velocissime”. “Giochi di aperture alari che nascondono segreti”. “Cambiano le prospettive al mondo”. “Traiettorie impercettibili, codici di geometrie esistenziali”.
Cuccurucucù: Battiato si ispira al brano “Cuccurucucù Paloma” (1954) del messicano Tomas Mendez, canzone dal genere romantico-lagnoso, il maestro siciliano propone una rivisitazione allegra e ironica con citazioni di brani musicali famosi. La reiterazione vocativa del ritornello a cui segue l’individuazione di un campo a retrospezione (tecnica del flashback) esempio:«le serenate all’Istituto magistrale».
Segue l’acquisizione di una cultura oroscopale («avevi già la luna e urano nel leone»). Si assiste poi ad un processo di reificazione onirico-fantastica («il mare nel cassetto, le mille bolle blu») e alla fluttuazione ironico-citazionista(«l’ira funesta…cantami o diva»). Infine un paranoico rapporto di odio-amore col colore dominante blu e il ricorso alla filastrocca farneticante in lingua inglese a mo’ di chiusa catartica («Lady Madonna, I can cry»), in una sorta di poetica del non sense.
Segnali di vita una canzone speranzosa e di grande apertura. Battiato sembra voler sottolineare che nel nostro quotidiano possiamo intravedere dei segni. Tutto ci riporta a ritmi più ampi della singola esperienza e quel che riguarda l’essere umano tende qui a farsi veicolo di qualcosa di maggiore respiro e che tende a ricomprendere l’essere umano stesso (di ‘meccaniche celesti’).
Sono presenti concetti della filosofia gurdjieffiana (binomio essenza e personalità): “Si sente il bisogno di una propria evoluzione, sganciata dalle regole comuni, da questa falsa personalità.” Dovremmo cominciare a capire che siamo una personalità di passaggio e che dentro di noi c’è un’altra coscienza più profonda che è quella a cui dobbiamo mirare.
Centro di gravità permanente è una canzone che fa riferimento al senso di smarrimento provato da Battiato. Il “centro di gravità” qui citato è il luogo dell’intimità, quel centro dove il cantautore spera di trovare stabilità. Quando ci sembra di aver perso la rotta e ci sentiamo in balia degli eventi, è allora che il nostro istinto ci chiede di trovare un centro. Un centro di gravità che ci permetta non solo di stare in piedi, ma che ci aiuti ad orientarci in quel caos della vita, ad astrarci per qualche istante per osservare il mondo e noi stessi con lucidità e distacco.
Sentimiento nuevo è quello che, fin dall’antichità, in culture lontane o diverse dalla nostra, vive e si ripete. Quel sentimento che, da solo, ci solleva dalla mediocrità.