Inizialmente avevamo deciso di riprendere con ‘Parole schiette’ qualche settimana più tardi, tra la metà o addirittura la fine del mese. Invece la stretta attualità, quella con la quale non abbiamo deciso di bombardarvi tutti i santi giorni, reclama, purtroppo, il suo asfissiante spazio. Tra il dramma umanitario degli afghani, l’inasprimento della tensione per i vaccini ed il green pass, le morti sul lavoro che comunque non vengono mai prese con la dovuta attenzione ci ritroviamo, in questo nuovo e primo appuntamento forzato ad analizzare una vicenda abbastanza particolare e che, inoltre, ci lascia anche un po’ basiti.
In origine sembrava essere una fake news, invece è la triste realtà. A dire il vero potremmo usare anche un’espressione un po’ più colorita in solidarietà del personaggio che fra poco scoprirete. Ma molto probabilmente verrebbe censurato persino questo articolo per linguaggio osceno e diseducativo.
In effetti l’argomento di oggi ha dell’incredibile e solo al raccontarlo non ci si può nemmeno credere. L’attore comico Lino Banfi, protagonista di innumerevoli film comici tra gli anni ’70 ed ’80 e di successo, la cui comicità è caratterizzata dalla sua parlata dall’accento pugliese diventata un vero e proprio marchio di fabbrica e che ha conquistato numerose generazioni di giovani, è stato ripreso dal Moige, il Movimento dei genitori italiani.
L’oggetto del contendere sarebbe una delle tante espressioni, famose e leggendarie,che il comico ci ha abituati in questi decenni. Un’esclamazione ritenuta troppo volgare per i minorenni. Frase inserita nello spot pubblicitario di TimVision sul campionato di calcio. Parole, paradossalmente, che sono state rispolverate quasi per gioco e che sono state utilizzate, a rigor di scaramanzia, dalla Nostra Nazionale Italiana di Calcio durante i trionfali Europei di questa estate. Infatti, la frase incriminata ci ha portato addirittura fortuna.
Stiamo parlando dell’esclamazione conosciuta come ‘porca puttena’, la quale ripeterla tra queste righe non dovrebbe creare qualche problema anche al giornale. Scherzi a parte, è una battuta che tutti conosciamo e con la quale tutti quanti siamo esplosi in una risata al solo sentirla. Certo, si può anche comprendere ed affermare che Lino Banfi possa o non piacere, ma il punto è un altro ed è ben più delicato.
Sicuri del fatto che il Moige agisce comunque in tutela dei diritti dei minori, sembra abbastanza velleitaria questa presa di posizione. Nel senso che di arrivare quasi a censurare un comico, qualunque esso sia, solo per una frase, per una parola ormai conosciuta da tutti suona, e scusateci nuovamente se andiamo abbastanza pesante questa volta, molto ridicolo.
Negli ultimi tempi stiamo vedendo un po’ di tutto: storici cartoni animati che vengono bollati come razzisti, film che hanno fatto la storia del cinema essere tacciati di razzismo perché il messaggio, recepito oggi, potrebbe essere fuorviante. Ma esempi in cui la censura o per meglio dire la non messa in onda di programmi i quali, in maniera ancor più eclatante, hanno abbassato e di molto anche, il livello culturale di questo paese non si contano neanche più e, oltremodo, non vengono nemmeno inseriti nella suddetta lista nera. E’ inutile elencarli, sarebbe uno spreco di tempo. Sono trasmissioni seguitissime.
E’ vero, particolare non di poco conto, che uno spot televisivo va in onda come un rullo compressore più volte al giorno ed è difficile alle volte evitarlo; complicato anche bloccarne la visione, quando magari lo si ritiene sopra le righe. Il punto però è un altro: Lino Banfi che nella pubblicità sponsorizza l’abbonamento per poter vedere le partite riprende, in maniera molto velata, i panni del personaggio Oronzo Canà. Quando l’attore pronuncia la frase incriminata perché non c’è linea sulla sua tv e se la prende con l’antenna parabolica Ciro Ferrara, ex – terzino destro del Napoli di Maradona e della Juventus, gli dice: ‘Mister, fatti TimVision’.
Uno spot innocente, comunque, che richiama le atmosfere goliardiche de ‘L’allenatore del pallone’, film del 1984. Il Moige, purtroppo, non l’ha vista in questa maniera il quale, comunque, ha subito specificato che non aveva nulla contro l’attore e che comunque lo stesso spot sarebbe circolato in orari in cui i minori non guardano la televisione; mentre in questi giorni stanno già circolando diverse versioni in cui l’attore appare anche con il Ct della Nazionale Roberto Mancini.
Ciò non ha comunque fermato l’ondata di proteste sui social da parte di tutti coloro che con l’attore pugliese ci sono cresciuti, difendendolo a spada tratta. Ovviamente una reazione dettata dall’esasperazione di alcune decisioni, non solo su Banfi, che ci porta a ricordare un articolo scritto qualche mese fa, in cui senza mezze misure affermammo che per quanto riguarda il cosiddetto politically correct è in atto, non si sa quanto voluta, una lampante esasperazione.
L’iniziativa dello stesso Moige, fuori luogo, è in realtà il frutto, forse, di un’incapacità degli stessi genitori di oggi di non saper distinguere da una battuta-tormentone, conosciuta da tutti, e la cui pronuncia tende solamente a ridicolizzare la volgarità stessa, un po’ come Bud Spencer e Terence Hill con le loro risse da cartone animato, lanciando così un segnale distorto, senza possibilità di far intuire la differenza tra ciò che veramente è diseducativo tra i ragazzi e cosa no? Dimenticando, forse, che lo stesso Lino Banfi è stato anche ‘nominato’ Nonno d’Italia interpretando il personaggio di Nonno Libero nella serie tv ‘Un medico in famiglia.
Eppure se un ‘porca puttena’ scandalizza così tanto cosa si potrebbe dire di tutte le oscenità che circolano sui social e che i giovani frequentano con molta assiduità? Sia chiaro: in questa sede non si attribuisce la colpa né ai giovani e né tanto meno ai social, anzi hanno anche la loro utilità. Qui si sta solamente cercando di ragionare su una problematica che in realtà non era nemmeno da porre.
Chiudiamo con questa riflessione: quando molti anni fa un ulteriore comico, sempre amato, ospite in una trasmissione televisiva, molto seguita, condotta da un mito della televisione che ci ha lasciato durante gli Europei, portò avanti un indecoroso show in diretta, usando anche un’espressione che in prima serata sarebbe stato meglio non usare, visto che ci poteva essere anche qualche minore davanti alla televisione, nessuno del Moige, all’epoca, si è pronunciò o meglio: s’indignò.