Il Festival del Cinema ritrovato di Bologna non è un Festival come gli altri, ma il vero Festival di Cinema per chi ama il Cinema, ma lo ama sul serio. E’ un festival senza passerelle e senza riflettori. Un festival senza tappeti rossi e attrici che sfilano in abiti da migliaia di euro firmati dagli stilisti più famosi. Un festival senza fan scatenati che si accalcano per un autografo, né tantomeno giornalisti assetati dell’ultimo gossip. Il Festival del Cinema Ritrovato è un festival di film, attori, registi, produttori, addetti i lavori e soprattutto cinefili che per dieci giorni vedono film e parlano di film.
Sul grande schermo delle diverse sale della città passano, infatti, decine di titoli che hanno fatto la storia del cinema. Molte pellicole sono note, ma molte altre quasi sconosciute. Film che sono stati, per l’appunto, ritrovati grazie al lavoro certosino di un’equipe formidabile diretta da Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna. E’ lui il “patron” del Cinema ritrovato. Completo di lino chiaro e sorriso gentile, cammina per le strade della città giustamente orgoglioso del lavoro svolto passando da un evento all’altro del ricco programma messo in piedi durante gli undici mesi precedenti.
Nessuna cinematografia viene trascurata dal gruppo di lavoro della Cineteca. Succede così che si ritrovano accanto film giapponesi degli anni ’60 come noir americani degli anni ’40, film muti dei primi del secolo scorso e capolavori del nostro cinema più recente che molti hanno visto solo in tv. Ogni anno diversi fili conduttori che portano per mano gli accreditati attraverso le varie sezioni da cui è composto il Festival. Come si legge nella premessa al catalogo di questo 2021, tre sono le anime del Festival: ricerca, restauro e relazione tra passato e presente.
La settima arte ha, infatti, il pregio di guardare al futuro gettando, però, sempre l’occhio al passato. Il passato come esempio, fonte di ispirazione e di esperienza. E questo Festival, più, di altri mette in luce questa capacità del cinema di essere ponte tra le epoche in ogni senso e soprattutto valorizza i maestri del cinema, intesi come coloro che tanto hanno fatto e quindi tanto hanno da insegnare alle nuove generazioni. Questa edizione è, infatti, dedicata, fra gli altri, a Cecilia Mangini e a Bertrand Tavernier, entrambi recentemente scomparsi.
Ad aprirla un’altra grande amica del Cinema Ritrovato, la sempre luminosa Isabella Rossellini. Lei, più di altri, incarna l’anima di un festival elegante senza essere, però, modaiolo. L’atmosfera del festival è, infatti, uno degli elementi di maggiore attrattiva. Un’atmosfera rilassata e corroborante, paragonabile per certi versi ad una gita fuori porta. Riuniti all’ombra, poca, della piazzetta dedicata a Pasolini, in un ambiente così semplice da potersi definire spartano si sente parlare di cinema in tante lingue diverse. Un’irresistibile torre di Babele.
Nonostante la pandemia, anche questa edizione ha attirato tantissime persone così che in molte sale c’è il tutto esaurito già il giorno precedente la proiezione. Ed è emozionante e stupefacente pensare che ci sia il tutto esaurito per uno dei primi film di Katherine Hepburn così come un film francese degli anni ’70. Se qualcuno avesse mai messo in dubbio la sopravvivenza del cinema, dovrebbe fare un giro a Bologna in questi giorni di fine luglio. Il Cinema è vivo più che mai e sotto la torre degli asinelli ne abbiamo la prova.
FOTO DI MARIELLA SELLITTI