Wembley toglie, Wembley restituisce. Sembra questo il potere dello storico stadio nei confronti di Vialli e Mancini. Loro che 29 anni fa chiusero nel peggiore dei modi quel mitico e leggendario ciclo alla Sampdoria; perdendo la finale di quella che un tempo veniva chiamata Coppa Dei Campioni. Era il 1992 e il numero 9 e 10 dei doriani non riuscirono a ripetere le loro gesta quella notte, come l’anno prima, durante la trionfale cavalcata del primo e l’unico Scudetto della storia per la squadra blucerchiata.
29 anni più tardi sono riusciti a sfatare quello che per loro è, dal punto di vista personale, un vero e proprio tabù. Le loro lacrime, mentre erano abbracciati, rappresentano, comunque, non solo quella loro ‘rivincita’ personale e sportiva, quindi privata, ma la rivincita e la voglia di ripartire di un intero Paese che per troppo tempo appare soffocato da diverse problematiche.
Quando l’Italia perse quella maledetta semifinale del mondiale casalingo, il 3 luglio del 1990 contro l’Argentina di Maradona, si dice che poi iniziò un periodo buio, troppo oscuro. E adesso, quindi, con questa vittoria? In fondo lo abbiamo lasciato intendere in questo lunghissimo mese e, soprattutto, attraverso gli ultimi articoli di sabato e domenica: le analogie con il Mondiale del 1990 c’erano eccome.
Primo fra tutte le prime tre partite in casa che, indirettamente, hanno richiamato quelle atmosfere di 31 anni fa. Secondo, forse nessuno ci ha fatto caso, la finale di ieri sera doveva essere la finale proprio di quella Coppa del Mondo di Calcio. L’Inghilterra, in quell’occasione, perse ai rigori contro la Germania la semifinale, il giorno dopo l’eliminazione dell’Italia.
Certo, direte voi, ma anche gli inglesi pensavano che fosse il loro momento: sei partite su sette in casa di fatto, per loro, non è stato proprio un Europeo itinerante. Vinciamo noi, dunque. Trionfiamo per la seconda volta, dopo ben 53 anni, ai rigori. Alziamo la Coppa superando questa maledetta lotteria che, ormai, tanto maledetta non lo è più. E’ dall’inizio del nuovo millennio che qualcosa è cambiata dagli undici metri per noi: Olanda, nel 2000; il Mondiale nel 2006; l’Inghilterra nel 2012 e poi di nuovo l’Inghilterra nel 2021. Avete fatto caso ai due ultimi anni? Coincidenza? Forse.
Abbiamo vinto non partendo subito alla grande in questa finale di Wembley. Ci siamo lasciati fregare dopo due minuti; il termine concedetecelo. Passiamo venti lunghi minuti in apnea e poi piano piano iniziamo il nostro rituale fraseggio non a centrocampo, ma a tutto campo; iniziando a far paura a loro, i quali comunque si sentivano carichi come giusto che fosse
Avevamo detto che la bolgia dello stadio di casa si sarebbe potuta rivelare deleteria per loro, invece lo ammettiamo: ci siamo sbagliati; ciò che è giusto, è giusto ammetterlo. Bonucci rimette le cose a posto, Chiesa lotta come un leone ed è l’uomo più pericoloso. Verratti si arrende solamente per i soliti acciacchi. Jorginho lanciato, a questo punto, per il Pallone d’oro non riesce la seconda magia dagli undici metri. Ci pensa però ‘Gigio’ Donnarumma con le sue manone a dire: ‘no cari inglesi, mi dispiace per voi ma questo è il nostro anno’.
Si ritorna, così, a quello che abbiamo detto: Wembely toglie, Wembley restituisce. Toglie agli inglesi la presunzione di essere imbattibili in casa ed il calcio, per quanto possa essere nato oltremanica questa notte non ha fatto ritorno a casa; semmai a Roma: It’s coming to Rome.
Restituisce a noi, dal 1968, un campionato Europeo che ci è sfuggito troppe volte in tutti questi anni. Restituisce a quei due signori, oggi quasi sessantenni, ma che un tempo erano il terrore dei portieri, quello che persero, proprio in quello stadio, un trofeo quasi simile a quello che è stato alzato questa notte. Le loro lacrime, liberatorie e spontanee, di due persone che di calcio hanno sempre vissuto e di due campioni che le famose ‘Notti magiche’ non se le godettero in pieno.
Vialli giocò male perché veniva da un infortunio e Mancini non entro mai in campo. Chissà, in queste settimane, quanta voglia avevano di sostituirsi ai giovani Immobile, Insigne, Berardi, Chiesa e via discorrendo per assaporare l’adrenalina del terreno di gioco e fare gruppo con questi giovani talenti in campo. Gruppo formato proprio da loro due e che adesso hanno dato via, di sicuro, ad un ciclo vincente.
Molto probabilmente Chiellini lascerà. Fra un anno e mezzo in Qatar, forse, non sarà presente per tentare di conquistare la quinta Coppa del mondo di calcio, tutti gli altri si; a parte Bonucci sono tutti giovani ed hanno una lunga carriera davanti. In fondo il visionario Roberto Mancini lo disse nella sua prima conferenza stampa da commissario tecnico della Nazionale Italiana di calcio: possiamo vincere Europeo e Mondiale.
Un trofeo lo abbiamo portato a casa, battendo Turchia, Svizzera, Galles, Austria, Belgio, Spagna e Inghilterra; ora tocca al Mondiale. Per festeggiare il secondo Europeo della Nazionale italiana di calcio, questo lungo speciale dedicato agli Europei di calcio finisce con due canzoni.
Due singoli totalmente diversi e che rappresentano la voglia di festeggiare e di celebrare questa storica vittoria. La prima è ‘Jump’, del 1984; la seconda è ‘Nessun Dorma’, celebre romanza per tenore della Turandot di Puccini del 1926, per uno speciale anche per ‘La Canzone del Lunedì’.
A voi, cari lettori di FreeTopix Magazine, che ci avete seguito in questo mese abbiamo totalizzato la bellezza di ventisette mila visite, vi diciamo solamente grazie per averci scelto. Nonostante non avessimo foto dal campo e dichiarazioni a caldo da parte dei protagonisti, ma solamente, si fa per dire, il tricolore, l’approfondimento sulle partite e altre immagini create per l’occasione.
Ora adesso è il momento di celebrare i Nostri Azzurri e di dare a loro, oggi, il benvenuto in Italia da Campioni d’Europa per la seconda volta nella storia e ripetendo tutti insieme diciamo: It’s coming To Rome e FORZA AZZURRI.