Attore, regista teatrale e adesso anche cantante? Sembra quasi un sì, visto che ultimamente ha lavorato ad un disco jazz. Gli abbiamo posto proprio questa domanda e lui ci risponde così, con ironia: “non mi permetterei mai”. A parlarci è Ninni Bruschetta. Volto molto popolare grazie ai numerosi personaggi che ha impersonato tra fiction e film italiani. Abbiamo avuto il piacere d’incontrarlo telefonicamente per l’occasione si quella che è, come si dice in questi casi, la sua ultima fatica. Un long play, inteso anche come concept album, dal titolo inequivocabile e che trae origine dalla sua terra di nascita: Siciliani – Succo di vera poesia.
Una raccolta di canzoni inedite, piacevoli da ascoltare e da ‘gustare’. Brani, i cui testi, sono stati scritti da un noto poeta siciliano, Antonio Caldarella, “morto troppo presto” come ci ricorda Ninni Bruschetta. Non è un caso che questo lavoro è dedicato proprio al poeta, e amico dello stesso Ninni, scomparso il 3 febbraio del 2009.
Nell’ascoltare le canzoni notiamo qualcosa di già sentito. Nulla di negativo, non si parla di plagio; anzi, un omaggio ad un altro grande che diversi anni fa, a Sanremo del 1995, stupì la critica e non solo con ‘Minchia, Signor Tenente’. Stiamo parlando di Giorgio Faletti.
“Guarda mi stai dicendo una cosa molto bella perché ho mandato il disco alla moglie di Giorgio, che ho conosciuto casualmente ad Asti. E gli ho scritto: ti manderò una cosa che ti ricorderà una persona a te cara. Anzi no: sto seguendo la strada di una persona a te molto cara”.
In effetti in queste undici tracce Ninni Bruschetta segue, di fatto, la strada percorsa dal comico del ‘Drive in’, prima, e autore di vari best sellers, poi. Si è gettato a capofitto in questo progetto per ricordare quel suo grande amico scomparso nel 2009. A questo punto la domanda che gli poniamo, parafrasando Antonio Lubrano, è anche spontanea e che ci permette di capire chi Antonio Caldarella e lui non si limita a rispondere: racconta.
“Antonio Caldarella principalmente è stato un attore. Ha lavorato Mario Martone, con me, con Daniele Luchetti. Ha fatto sia teatro che cinema. Ma era, ogni altra cosa, un poeta oltre che un pittore. Io ho anche scritto una piccola biografia su di lui. Era un uomo di successo non perché usciva in tv o sui giornali ma perché mieteva cuori di uomini e di donne ogni giorno. Era una persona la cui presenza migliorava l’ambiente, l’atmosfera e tutto il resto.
“Il fatto che poi, era un mio grandissimo amico, ne sia venuto un disco jazz è una cosa ancor più incredibile. Era appassionatissimo di jazz ed era un jazzista, perché viveva come un jazzista e scriveva le canzoni in modo così jazz che bisognava adattarle immediatamente alla sua musica, con una facilità incredibile. Pensa che non abbiamo cambiato neanche una riga delle sue poesie, c’è soltanto qualche frase aggiunta per esigenze musicali. Poi le sue poesie avevano una sua musicalità che sono rimaste quelle che sono. E io l’ho definito in questa maniera: ha vissuto troppo e troppo poco. Perché è una persona che si è mangiata la vita nei tempi che ha deciso lui ed è finita un po’ prima”.
Con lui, in questa avventura nel mondo delle sette note, c’è la bravissima e pluripremiata pianista, compositrice e direttrice d’orchestra Cettina Donato. Ed è ancor più normale che la nostra curiosità ci porta anche a scoprire sul come Ninni Bruschetta sia stato coinvolto.
“Sono stato obbligato da Cettina perché prima abbiamo fatto le poesie su musica e io facevo solo la regia, nel 2017. Poi mi ha obbligato ad andare in scena perché mi ha convinto e 35 anni di teatro da regista ho iniziato a fare l’attore e poi siccome che è veramente matta mi dice: io scrivo le canzoni e tu le canti e non rompere le scatole. Io le ho detto che sono stonato e lei mi risponde che non esistono le persone stonate e poi con la tua voce non sei stonato e io ho cantato”.
Durante la conversazione, però, emerge un particolare non di poco conto. Nonostante il suo sia un esordio discografico in piena regola, non è la prima volta, che con la stessa pianista, che si accosta alla musica. È capitato già in due occasioni grazie, proprio, alla sua attività teatrale. Attraverso gli spettacoli: ‘Il giuramento’ e ‘Il mio nome è Caino’. Nel parlare ci fa scoprire com’è nato il suo rapporto con la musica, partendo da un presupposto molto interessante.
“Non sono stonato. Nessuno è stonato. E’ una questione di educazione e poi quando ho cominciato pensa che io, da quando ho incontrato Cettina, e la quarta collaborazione musicale che faccio con lei. Canto ‘My Funny Valentine’, nella ‘Pandemia’ di Giuseppe Di Pasquale, che ha debuttato quasi due settimane fa all’Aquila, insieme a Federica De Benedetti e la canzone one more kiss dear’, bellissima. E poi ho fatto questo disco e ci sono vari pezzi cantati e nello spettacolo di Michele Sinisi che ha debuttato venerdì scorso ho cantato ‘Georgia on my mind’ insieme a tutti gli altri”.
A questo punto gli domandiamo, quasi ironicamente, semmai ci avesse preso così tanto gusto che se nel suo futuro ci sia addirittura la possibilità di registrare un secondo album.
“E che nè sappiamo. Alle volte non si sa quello che ci riserva la vita. Magari mi do all’automobilismo, così ringiovanisco di nuovo. Perché queste cose fanno ringiovanire. Sì ma anche nell’ambito della disciplina. Ciò che ti fa veramente ringiovanire non è cambiare, ma rincominciare da zero. Pensa che quando facevo questo disco ogni mattina ho ringraziato mia madre che mi ha obbligato a studiare il pianoforte quando ero bambino perché da allora io leggo la musica come l’italiano quindi questo mi ha aiutato ancora di più. Senno avrei dovuto ricominciare ancora di più da zero. Mi sono limitato a fare i vocalizzi però le note le seguo quando canto con lei. Perché sai che il jazz è pieno di note e se tu non le sai leggere non né becchi neanche una e cambia continuamente”.
Il disco è uscito lo scorso 14 maggio e le sonorità soft, notturne della cosiddetta ‘musica necessaria’, come la definita Ninni Bruschetta, ostenta un dolce sconfinamento nello swing. Per una raccolta di brani piena di anima e di passione, che restituisce l’essenza medesima del poeta Caldarella. Prodotto dall’AlfaMusic, ‘Siciliani – succo di vera poesia’ è composto, per la precisione, da undici tracce. Di cui 8 brani e 3 preludi. Ecco i titoli della tracklist: I siciliani, Le siciliane, Alcol (Omaggio ad Antonio Caldarella), Preludio n. 1, Amico fragile, Amore segreto, Preludio n. 2, Amuri miu, Ninna nanna, Vorrei nuotare, Preludio n. 3. Un disco interessante e da scoprire non solo per qualsiasi orecchio musicale.