Dopo l’esordio di lunedì anche la seconda serata si è rivelata trionfale in termini di ascolti per ‘Makari’. 6.196.000 milioni di telespettatori. Le indagini dell’improvvisato detective, insieme al suo amico e alla sua ragazza, sembrano appassionare il pubblico italiano e considerando che ieri c’era anche la Champions League su Canale 5 il risultato è oggettivamente positivo. Il mostrare un lato della Regione Sicilia diverso da come è stato fatto nel corso degli anni, attraverso le singole produzioni sia televisive e che cinematografiche che si sono succedute, sta facendo centro.
I paesaggi ripresi mediante inquadrature spettacoli, fungono da spot turistico per la stessa isola. In fondo questo elemento è abbastanza prevedibile. Le trame sono molto leggere e non prevedono un certo tipo d’impegno mentale. Con ciò non si vuole assolutamente affermare che la semplicità comporta, automaticamente, superficialità. Ma c’è un ma che per dovere di cronaca non può essere tralasciato.
Semmai ‘FreeTopix Magazine’ verrebbe visto quasi un ‘guastatore della festa’, beh poniamo nell’immediato le nostre scuse. In fondo cerchiamo sempre di esaltare i risultati positivi. La puntata di ieri intitolata ‘La mossa dello svantaggio’, tratto dall’omonimo racconto di Gaetano Savatteri, in cui Lamanna e Piccionello portano a spasso per la Sicilia un gruppo di turisti, ha mostrato un difetto.
Un difetto che riguarda la lunghezza degli episodi. Forse per alcune tipologie di trame, i canonici novanta o cento minuti rischiano di essere troppi. Magari episodi, anche sconnessi fra loro, della durata di cinquanta minuti ciascuno avrebbero valorizzato ancor di più le storie proposte. Non è un fatto di recitazione. Non si discutono Claudio Gioè, Domenico Centamore ed Ester Pantano.
Eppure non si stanca a vederlo. Eppure si rimane incollati a guardarlo fino alla fine, senza quell’attenzione che alle volte si richiede per un giallo. L’indagine, il caso o comunque il fatto tragico s’insinua durante lo svolgimento della trama stessa. Perché alla base non si raccontano le indagini di Lamanna, ma si racconta il suo ritorno a ‘Makari’.
Si sta offrendo un ‘show televisivo’, per dirla all’americana, totalmente diverso dai vari ‘Montalbano’, ‘Lolita Lobosco’, ‘Rocco Schiavone’, ‘Imma Tataranni’ e i ‘Bastardi di Pizzofalcone’. Saverio Lamanna è un detective improvvisato e, di fatto, le sue indagini non sono al centro della storia. Rappresentano la complementarità o l’integrazione della trama stessa.
D’altronde la serie non è intitolata ‘Le indagini di Saverio Lamanna’, per esempio, ma direttamente con il nome del posto dove la vita del protagonista, dopo la cocente delusione professionale, si svolge. Di sicuro questa operazione coraggiosa, questa sfida, sta raccogliendo i suoi frutti, visto che è stato girato anche in condizioni particolari: in piena pandemia. Conquistare sei milioni di telespettatori in due serate consecutive, dunque, non capita tutti i giorni.
A questo punto non ci resta che attendere il penultimo appuntamento di lunedì prossimo dal titolo: E’ solo un gioco.