Il quinto episodio della serie letteraria ideata da Maurizio De Giovanni
Il Natale è sempre un periodo particolare dell’anno. C’è chi riesce a sentirlo dentro al cuore, chi l’ho detesta. C’è chi magari avverte l’atmosfera natalizia con quel velo di malinconia che, purtroppo, accompagna questi giorni speciali. Giorni da vivere in assoluta spensieratezza, perché si sa: le ferite della vita alimentano sempre il fuoco della sofferenza. E magari capita, che proprio alle porte della santa Festa, accade qualcosa di tragico ed efferato allo stesso tempo.
Un brutale duplice omicidio che scuote uno dei tanti quartieri della città di Napoli, mentre tutti all’ombra del Vesuvio si stanno preparando per il giorno Santo. Ad indagare, a fare luce su questo ennesimo e cruento fatto di cronaca ci pensa lui: il Commissario Alfredo Luigi Ricciardi, con l’inseparabile Brigadiere Maione, in quello che, cronologicamente, è di fatto il quinto episodio della saga letteraria ideata da Maurizio de Giovanni.
Un quinto episodio che scava ancor di più nell’animo e nella sofferenza umana, con una prosa poetica e semplice in cui lo scrittore ci riporta nella Napoli degli anni ’30. Dove i drammi personali, le paure, le angosce e quelle ferite mai rimarginate, e che mai si rimargineranno, anzi, torneranno ad affacciarsi mettendo a dura prova uno dei personaggi che ruota intorno a Ricciardi.
I sentimenti saranno un ulteriore elemento trainante della trama. I sentimenti quelli veri, sinceri. Quelli sperati e quelli isperati. Quelli purtroppo sopiti a mai dimenticati. Il Natale è anche questo, sembra dirci De Giovanni. Il Natale è oltre all’ostentazione della festa, che non è mai negativa, ma è anche condivisione di qualcosa, di un pensiero e, appunto, di un sentimento o comunque di una speranza mai abbandonata.
Il quinto episodio de ‘Il Commissario Ricciardi’ è un romanzo da leggere, da scoprire e da riscoprire. Un giallo che non è il solito ‘procedural’ ma una trama in cui vengono raccontate altre trame, altre piccole storie. Una struttura narrativa di alta letteratura e che, al tempo stesso, invoglia il lettore ad andare fino alle ultime pagine. Un libro che può essere tranquillamente annoverato fra i classici della letteratura natalizia.
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