La breve storia di come venne realizzata ed incisa la canzone più famosa del mondo

La seconda problematica era quella di come riuscire ad unire tante stelle della musica in un solo momento e senza che nessun impegno facesse saltare l’immensa organizzazione che si stava costruendo? Bella domanda che, a distanza ormai di quaranta anni esatti, ha una risposta positiva. Una missione impossibile, comunque, direte voi, cari lettori.

Missione, comunque, che iniziò ad andare in porto a poche settimane dalla data scelta per la registrazione: 28 gennaio del 1985. Quel giorno, di quel mese, non venne opzionato a caso. Proprio in quella notte uno dei principali protagonisti di questa incredibile storia musicale, Lionel Ritchie, era impegnato nella conduzione dei Grammy Awards. Si, proprio così: un cantante che faceva gli onori di casa nell’edizione dei premi musicali di quell’anno, di quel 1985.

Allo stesso tempo, lo stesso Ritchie, incaricato anche dal leggendario Quincy Jones, si rinchiuse a casa di Michael Jackson, visto che Stevie Wonder in quei giorni, diventati sempre più frenetici, si era reso misteriosamente irreperibile, per scrivere e comporre la canzone. Come spesso succede, forse anche per la pressione che iniziava a farsi sentire i due non riuscirono a trovare il cosiddetto gancio giusto, sia con le note che con le parole. In poche parole, l’ispirazione scarseggiava e anche molto. Oltre a questo, lo stesso autore di ‘All Night Long’, doveva affrontare anche altri problemi di una certa natura nella villa del Re del Pop.

Lo riportiamo in maniera ironica, ovviamente: di natura animalesca. Nel senso che mentre cercava di trovare la giusta ispirazione al pianoforte, Lionel si ritrovava circondato da scimpanzè e addirittura da grossi serpenti. Ciò nonostante, insieme al ragazzo d’oro della musica mondiale trovarono la perfetta combinazione tra melodia, sound, e parole.

Fin da subito i due optarono per quello che doveva essere, a tutti gli effetti, un inno che unisse, un inno in cui la gente si potesse, fin dalle prime note, riconoscere e che poteva cantare in maniera del tutto spontanea. Ad un certo punto, nello strimpellare sul pianoforte uno dei due pronunciò questa frase seppur incompleta: ‘noi siamo il…’ ed entrambi, però, non erano ancora consapevoli di aver individuato ciò che diventerà il leggendario ritornello, ovvero proprio ‘We Are The World’. La completarono, scrivendo testo e musica e la demo la consegnarono a Quincy Jones.

L’iconico musicista, compositore e produttore discografico rimase fin da subito entusiasta dalla riuscita e, insieme sia a Lionel Ritchie e sia a Michael Jackson, incominciarono l’operazione di reclutamento delle altre stelle per far incidere la canzone quella stessa sera del 28 gennaio del 1985. La maggior parte delle chiamate andarono in porto.

La selezione venne ponderata con molta attenzione. I decani della musica, ossia gente come Bob Dylan e Ray Charles non vennero dimenticati e, a loro volta, vennero contattati tutti i più grandi del momento, senza dimenticare anche quelli che, oggi ritenute delle leggende della musica, ma all’epoca erano semplicemente emergenti, come Cindy Lauper. Molto probabilmente, proprio su questa ugola d’oro, molti non sanno che soffiò il posto all’altra e super talentuosa Madonna. Si, avete letto bene. La futura regina della musica Pop non partecipò non perché non fosse interessata o perché rimase bloccata a causa di altri impegni. No, venne semplicemente ‘scartata’; che brutta parola che abbiamo scritto, e per un motivo molto semplice.

Il produttore della canzone, anni più tardi, rivelò che nella scelta della canzone, in cui nessun cantante selezionato, poteva intonare un verso intero, semmai, mezzo, era stato scelto perché fosse, fin da subito, riconosciuto dal pubblico americano, prima, e mondiale, poi. All’epoca Madonna, nonostante il successo della canzone ‘Like a Virgin’ venne ritenuta ancora emergente. Peccato, perché sarebbe stato bello vederla cantare insieme agli altri, compresa Cindy Lauper, s’intende.

Quando tutto era pronto, quella stessa sera del 28 gennaio del 1985 e in cui lo stesso Lionel Ritchie fece incetta di premi nella manifestazione musicale che presentava, ben 76 ugole d’oro, al termine dei Grammy Awards, si ritrovarono presso… per registrare la canzone. Si potrebbe dire che quella notte magica ed irripetibile c’erano proprio tutti: da Kim Carnes a Tina Turner, da Dionne Warwick e Diana Ross, da Stevie Wonder a Willie Nelson e tanti altri e scusateci se proprio in questa seconda ultima parte non riusciamo a riportare tutti i nomi, ma erano veramente tanti e senza dimenticare anche lo stesso Harry Belafonte.

Per poter garantire velocità allo stesso progetto tutta la canzone venne incisa e registrata quell’intera notte, partendo prima dal coro o dai controcanti o comunque dal ritornello all’unisono, per poi passare ai singoli versi per ogni cantante. Chi fece da apripista per l’immenso gruppo fu il Re del pop, chi invece si divideva tra il gruppo e il direttore d’orchestra, che era Quincy Jones, era Lionel Ritchie.

E per quanto riguarda Stevie Wonder? In effetti, cosa accade a lui dopo esser stato finalmente trovato? Nel raccontarvi questo aneddoto potremmo affermare che la sua reazione al sapere che la canzone era già stata confezionata era quasi una barzelletta: perché non mi avete chiamato? In sostanza fu questa la sua risposta. Eppure, nonostante tutto, quella notte, il ‘meraviglioso’ Stevie, tenne fede al suo cognome d’arte, dando un importante contributo al resto del gruppo, in termini di riuscita del progetto.

Filmati alla mano, grazie soprattutto allo splendido documentario dedicato proprio a quella notte, su Netflix, e sulla canzone, dimostrano come ad un certo punto un mostro sacro come Bob Dylan, in evidente difficoltà, venisse aiutato, nella parte che doveva cantare, proprio dal cantautore afroamericano. Senza dimenticare anche quello splendido duetto interno alla canzone, verso il finale, commovente, passionale, trascinante ed emozionante inciso con il Boss della musica mondiale, Bruce Springsteen.

Ma l’intelligenza fu anche un’altra: saper sfruttare nella loro essenza le caratteristiche vocali di tutti. Il resto è storia ed è inutile andare avanti con i classici messaggi retorici o di come, in quell’occasione, si riunirono i più grandi della musica e che ci misero tanta, ma tanta umiltà. Quelle immagini e la canzone stessa parlano da sole ed in maniera chiara. Dunque, basta fermarci solamente per ascoltare questo capolavoro della musica anni ’80 uscito ufficialmente il 7 marzo del 1985.

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