La breve storia di come venne realizzata ed incisa la canzone più famosa del mondo
Ne siamo consapevoli, questa particolare storia musicale potevamo iniziare a raccontarvela già dallo scorso 23 dicembre del 2024. Si, proprio così, avete letto bene: già a partire nel giorno dell’antivigilia di Natale, quando, l’allora leggenda vivente Harry Belafonte, tuonò scagliandosi contro i suoi più illustri colleghi afroamericani per non aver fatto nulla per i fratelli dello sfortunato continente africano.
Oppure, ci sarebbe anche un’altra data da tener presente: ossia quella del 28 gennaio. Entrambi i giorni, rispettivamente, risalgono agli anni 1984 e 1985. Soprattutto, il 28esimo giorno del primo mese dell’anno rappresentava la giusta occasione per incominciare ad evocare quello che sarà un ungo antefatto. Ma a questo punto, cari lettori, come mai il prologo di questa novella delle sette note sia talmente ricco di dettagli in così poche settimane? Già avete ragione, perché il punto di partenza non è né il 23 dicembre del 1984 e neanche il 28 gennaio successivo.
Bensì sussiste la necessità di andare ancora più indietro e, oltremodo, di farvi catapultare in un’epoca in cui la musica medesima era ricca di idealismo, oltre che di talento puro e cristallino; di quel talento di cui ancora oggi avvertiamo una fortissima mancanza. Non solo creativa, ma anche spontanea. Dicevamo, dunque, di andare ancora più indietro. Esattamente di una ventina di giorni, quando il 3 dicembre del 1984 per le radio di tutto il mondo vennero diffuse le note di una celebre canzone natalizia.
Lo sappiamo che molto probabilmente avete intuito di cosa si tratta, d’altronde l’avevamo celebrata, neanche nel giusto modo, proprio nel dicembre appena trascorso per quello che è stato, di fatto, il suo primo quarantennale dalla pubblicazione. In quel caso non si trattava del classico singolo da cantare sotto l’albero.
Era un qualcosa di innovativo e, al tempo stesso, neanche di mai visto e per la prima volta, in quei magici anni ’80 i cugini inglesi si erano mossi prima rispetto agli americani. Per tutto il dodicesimo mese del 1984, come già specificato, per tutte le radio del mondo impazzava un’unica canzone natalizia. Semplice, ingenua, diretta ma che instillava nel cuore delle persone tanta felicità e speranza.
Anche se bisogna ammetterlo, sempre in quel lontano dicembre c’era un’altra canzone che attirava gli amanti della musica: la leggendaria ‘Last Christmas’ del compianto George Michael e quest’ultimo, per mano di Bob Geldof venne coinvolto nel particolare progetto di un altro pezzo pregiato della musica britannica: Bob Geldof.
Un progetto che venne ispirato grazie ad un reportage della Bbc, attraverso cui veniva documentato, anche con immagini impietose, della grave carestia che stava colpendo, tra il 1984 ed il 1985, l’Etiopia. Geldof, una volta viste le immagini, rimase talmente colpito che decise, senza neanche pensarci due volte, di produrre un disco i cui ricavati sarebbero andati in beneficenza. Il primo nome che coinvolse fu l’ex frontman degli Ultravox, Midge Ure con cui scrisse il testo della canzone natalizia.
Il titolo nella sua essenza, come abbiamo già specificato in precedenza, se vogliamo, era anche ingenuo: ‘Do they knows It’s Christmas?’. Tradotto con un semplice: ‘Loro lo sanno che è Natale?’. Un titolo interrogativo direttamente rivolto ai potenti della terra che, proprio per la questione annosa della fame nel mondo, avevano fatto ben poco in merito; anzi, non avevano fatto nulla di concreto rispetto alle possibilità che tutti i paesei occidentali avevano.
Dunque, eravamo rimasti che Harry Belafonte si arrabbiò, e non poco, con i suoi colleghi e fra non molto di sveleremo il motivo. Un motivo, al tempo stesso, semplice ma anche logico. Bob Geldof, dopo aver scritto la canzone con Midgre Ure, non contento, riuscì nell’impresa quasi impossibile di reclutare tutte le ugole d’oro della musica britannica di quel momento e non solo.
Quindi, oltre ai già citati Midge Ure, George Michael e lo stesso Bob Geldof, chi c’erano ancora: Bono Vox, Simon Le Bon, Phil Collins, Boy George, Glenn Gregory, Tony Hadley, John Keeble, Gary Kemp, Martin Kemp, Siobhan Faye, Jon Moss, Steve Norman, Paul Young, Keren Woodward, David Bowie, Holly Johnson, John Taylor, Roger Taylor, Andy Taylor, Nick Rhodes, Jody Watley, Paul Weller, Francis Rossi, Martyn Ware, Sting e Paul McCartney. Tanto per citarne qualcuno. Tra i crediti c’era anche Annie Lennox, ma sfortunatamente la cantante, al momento di registrare il proprio messaggio, destinato al lato B, l’audio non giunse in tempo per l’inclusione nel master originale.
La mossa che fece andare in porto il progetto accarezzato dallo stesso Geldof fu quella di affidarsi a Trevor Horn, un manager musicale molto rispettato all’epoca, il quale, però, si rivelò essere irreperibile, con la fortuna, comunque, di fruire i suoi studi d’incisione, conosciuti come i Sam West Studios di Londra. La registrazione avvenne il giorno 25 novembre del 1984, dunque un mese prima di Natale, e durò per ben 24 ore. Nessuno dei cantanti chiamati in causa percepì neanche un soldo per quella particolare performance musicale.
La canzone stessa ebbe un seguito e non solo per quello che accadde venti giorni più tardi negli Stati Uniti d’America, no. Il singolo in questione diede vita alla formazione della cosidetta Band Aid la quale, nell’anno successivo, si esibì in uno storico concerto organizzato nei cinque continenti. Quindi, il motivo per cui il cantante di Banana Boat si indignò così tanto non fu per il meritato successo del progetto di Bob Geldof, al contrario. fu che nessuno negli Stati Uniti d’America ebbe quell’idea tant’è che vennero tirati in ballo un mostro sacro della musica, Quincy Jones, e l’allora astro nascente della musica, nascente non tanto, visto che si era fatto le ossa con i Commodors, ovvero Lionel Ritchie il quale, proprio in quel periodo era riuscito ad ottenere un immenso successo con il singolo ‘All Night Long’.
Una volta che lo stesso Belafonte fece la voce grossa, i due si misero subito al lavoro contattando un terzo pezzo pregiato della musica afroamericana e mondiale, Stevie Wonder. Il punto, però, che lo stesso artista in quei giorni divenne irreperibile. Ma in tutto questo c’era da affrontare non solo il problema della canzone, ma anche un’altra problematica…