Dopo la prima sfortunata performance dal vivo iniziarono le prime vere collaborazioni
Anche per lui vale dobbiamo parafrasare l’indimenticato Enzo Tortora: dove eravamo rimasti? Alla sua prima esperienza, vi ricordate? Quella sfortunata prima performance dal vivo che non gli fruttò critiche positive o che comunque non lasciò, nell’immediato, a lasciare una buona impressione e quindi non riuscendo a mettersi in mostra come voleva. Ecco, accadde anche questo al grande ed indimenticato Pino Daniele.
Da quel momento in poi tanta acqua è passata sotto i ponti e lo abbiamo visto tutti, anzi lo abbiamo ascoltato tutti. Dunque, partiamo così, diretti senza pensarci neanche due volte, senza tergiversare troppo per questo quinto e, per molti di voi, attesissimo appuntamento con la storia di Pino Daniele. Siamo appena al 4 febbraio ed il meglio, di questa parabola musicale, ancora deve venire.
Dunque, dopo quella disavventura sul palcoscenico cosa accadde? Il giovane Giuseppe Daniele non si arrese, di sicuro incassò la botta facendo tesoro del proprio fallimento, migliorandosi sempre di più con il passare degli anni. Le cronache dell’epoca ci riportano ad altri suoi primi esordi, fortunati questa volta. Grazie ad un suo compagno di classe, di nome Gino Giglio, entra a far parte dei New Jet. Erano gli anni della contestazione giovanile, erano gli anni rappresentati dal ‘1968’ e Pino Daniele assorbirà molte delle istanze della contestazione sociale di quel periodo storico; istanze che lo ispireranno nella sua produzione musicale.
Tornando, però, ai New Jet, Giuseppe Daniele ci rimarrà per pochissimo tempo per poi far ingresso nel gruppo musicale dal nome abbastanza incomprensibile: Batracomiomachia. In questa composizione facevano parte: Paolo Raffone, Rosario Jermano, Rino Zurzolo, Enzo Avitabile ed Enzo Ciervo. Sempre le cronache dell’epoca ci riportano che la band svolgeva le proprie sessioni di prova in un luogo conosciuto come Vico Fontanelle.
Questa zona è ancora oggi uno spazio ubicato nel rione Sanità, quartiere in cui ebbe i natali il grandissimo Totò, tanto per intenderci. Sempre in quello spazio oltre al complesso in cui Pino Daniele si esibiva, passarono anche altri futuri protagonisti della scena musicale non solo napoletana ma anche italiana, nomi come: Corrado Rustici e Edoardo Bennato e, addirittura, il mai dimenticato gruppo degli Osanna.
Ma il momento clou, il momento in cui tutto inizia a girare in un certo modo per lo stesso cantautore napoletano è l’anno 1975. Si, proprio così: giusto cinquanta anni fa, quando Giuseppe Daniele aveva solamente venti anni. Dunque, cosa accadde cinque decenni fa? Pino Daniele inaugurò l’attività da sessionman, prendendo parte all’album di Mario Musella. Una registrazione che avvenne per la casa discografica King, la quale pubblicava le canzoni di Aurelio Fierro e che rimase inedita fino al decennio scorso; al 2012.
Se i dodici mesi del 1975 fecero da completo apripista ufficiale per la sua carriera, quindi una sorta di antipasto di quello che poi sarebbe stato, l’anno successivo iniziarono a confermarsi diverse situazioni: collaborò come chitarrista nell’ultimo nuovo disco di Jenny Sorrenti, sorella di Alan, dal titolo ‘Suspirio’ prodotto dalla Etichetta musicale italiana, Emi più semplicemente.
Non solo: sempre nello stesso periodo lavorò anche al long play del titolo ‘Le due facce di Gianni Nazzaro’ di Gianni Nazzaro, appunto, e accompagnando, in tour, un certo, si fa per dire, Bobby Solo. Ma proprio su questo collaborazione molto particolare e prestigiosa bisognerebbe fermarsi e raccontare, in maniera più approfondita, un aneddoto significativo menzionato indirettamente proprio nel primo vero appuntamento di questa serie di articoli con Pino Daniele.
Precisando, tra l’altro, che lo stesso 1976 è l’anno precedente a quello di debutto, a quel 1977 di Terra Mia. Ma di questo ve ne parleremo la settimana prossima e questa volta proprio con due appuntamenti: martedì e mercoledì, con tanto di canzoni da ricordare, riascoltare e celebrare attraverso i vari aneddoti ad esse legati.