Seconda parte del reportage interamente dedicato ad una delle più grandi leggende di Hollywood

Se questa seconda parte fosse l’inizio di un film, di sicuro indicheremmo, nell’inquadratura in sovrimpressione, il nome dell’ambientazione. Una sorta di scena I. Che sia girata in esterna o all’interno di un qualche edificio non ha importanza. Ciò che è rilevante è conoscere il luogo da cui partire: San Bernardino, nello Stato della California. Siamo verso la fine del primo mese di quel lontano 1930 e nessuno sa che a milioni di miglia è nato uno dei tanti futuri protagonisti della televisione di cinquanta anni più tardi.

Non lo sanno neanche Anna Lyda Elizbeth, nata Gray ed Eugene Ezra Hackman, una coppia sposata che, come il resto d’America saranno totalmente all’oscuro che in quello stesso anno, che in quello stesso primo mese di quello che un tempo era considerato il nuovo decennio, verrà al mondo un altro protagonista ma del grande schermo, questa volta; del cinema del futuro. E che protagonista, aggiungiamo noi.

La coppia avrà due figli, il primo di chiamerà Richard, il secondo invece Eugene Allen Hackman. Quest’ultimo, fin dai suoi primi anni di vita, sembrava avere le idee già chiare cosa fare da grande. A dieci anni si era già convinto di diventare attore e come capita spesso, chissà poi per quale motivo, a tutti coloro che decidono d’intraprendere questo tipo di strada nella vita, la sua esistenza, almeno per gli anni della giovinezza furono leggermente turbolenti. Tre anni più tardi di essersi convinto sul suo futuro i suoi genitori divorziarono.

Ma durante in quello stesso periodo, la stessa famiglia Hackman non rimase per sempre a San Bernadino. I trasferimenti furono frequenti e secondo alcune fonti i continui spostamenti terminarono a Danville, nello Stato dell’Illinois. Suo padre, Eugene Ezra, era un tipografo di origine, a quanto sembra, olandese. Mentre sua madre aveva origine canadesi e inglesi. Non a caso, quando il nucleo familiare prese la decisione di stabilirsi definitivamente a Danville, lo fecero nella casa della materna la quale aveva proprio origine britanniche. Torniamo, però, alla brutta botta del divorzio, che decretò l’allontanamento di Ezra, secondo le fonti volontario.

Questa situazione familiare portò Eugene Allen a lasciare casa, si potrebbe dire anche: scappare. Ma non proprio nel vero senso del termine, ma se a sedici anni decidi di allontanarti da un tetto sicuro per arruolarti in marina non lo fai di certo per semplice curiosità. Aveva bisogno di cambiare aria, niente di più e niente di meno, mantenendo sempre presente il suo sogno di diventare attore.

In verità, Gene, in quell’occasione dovette mentire sulla sua età per entrare a far parte del corpo dei marines, dopo che, per un breve periodo, vivendo anche nello Stato dell’Iowa, frequentò il secondo anno della Storm Lake High School, nella cittadina di Storm Lake, appartenente alla contea di Buena Vista. arruolatosi nell’esercito, per uno strano scherzo del destino, prestò servizio come operatore radiofonico da campo. Le cronache dell’epoca lo vogliono in stanza in Cina, precisamente nelle città di Qingdao e Shangai. Una volta esplosa la rivoluzione comunista, nel 1949, la futura stella di Hollywood venne trasferita tra il Giappone e le Isole Hawaii, queste ultime non erano ancora uno Stato americano.

Un paio di anni più tardi si congedò, tornando in patria e precisamente a New York dove svolse i lavori più disparati. Un quinquennio più tardi, finalmente, incominciò a mantenere la parola con sé stesso: inaugurò la carriera di attore, dopo che era persino tornato nell’Illinois dove si era iscritto presso l’università statale per studiare produzione televisiva e, addirittura, giornalismo per poi fare ritorno in California. In quel 1956 entrò a far parte della Pasadena Playhouse, una storica scuola di arti e quindi di recitazione

Durante quel periodo strinse amicizia con un’altra futura stella del firmamento hollywoodiano, Dustin Hoffman. Entrambi, però, da parte dei loro colleghi di corso vennero ritenuti, in recitazione, i più scarsi. Il punteggio che lo stesso Hackman ricevette, insieme ad Hoffman, fu talmente impietoso che gli era già stato precisato che non avrebbe mai avuto successo nel mondo del cinema o quantomeno, semmai lo avesse avuto, sarebbe stato scarso successo.

La storia, però, la conosciamo tutti. Non sappiamo esattamente i nomi dei suoi colleghi di corso. Sta di fatto che non furono molto lungimiranti. Infatti, a partire dal 1959, lo stesso Hackman iniziò a prendere parte non solo ai classici spettacoli definiti come Off-Broadway ma riuscì ad ottenere, anche, delle piccole parti secondarie in show televisivi. ma come sempre andiamo con ordine, perché l’attore nato a San Bernardino riuscì a vincere la sfida con sé stesso dopo essersi messo in testa di non dare vinta a tutti coloro che non credevano nelle sue capacità attoriali.

E allora, andiamo a scoprire quali erano i primi spettacoli a cui prese parte? Basta menzionare solamente due titoli su tutti, precisando che la sua esperienza teatrale durò, appunto, dal 1959 e terminò nel 1963. Per lui, dunque, fu un passaggio obbligato. Saintliness Of Margey Kempe e Come To Palace of Sin. In merito alle sue prime apparizioni televisive?

In questo caso l’elenco è leggermente più lungo. Anzi, è decisamente più corposo. Gene Hackman prese parte ad episodi di serie televivise come: Tallahasse 700, The United States Steel Hour, Route 66, Naked City, The Defenders, The Dupont Show of the week, East Side/West e Brenner. Niente male per uno che non avrebbe mai e poi mai raggiunto il successo. Eppure, quando le cose iniziano a girare c’è sempre qualcosa che poi deve andare male. proprio in quegli, Gene Hackman, subì una pesante perdita.

Sua madre, che ricordiamo portava di nome Ann Lyda Elizabeth Gray, era una fumatrice abitudinaria. Una sera, del 1962, si addormentò con la sigaretta accesa. Senza volerlo appiccò un incendio nella stanza dove si stava riposando. Non si sa se la poveretta si rese conto di cosa le stava accadendo intorno a sé e che, quindi, semmai avesse avuto un’opportunità per salvarsi era ormai troppo tardi per poterlo fare. Sta di fatto che morì in un modo cruento e meschino. Lo stesso, attore, però non si perse d’animo e proseguì la sua carriera, nonostante la ferita che si portò dietro.

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