Il film biografico uscì il 20 dicembre del 1989, diretto da Oliver Stone e interpretato da un superlativo Tom Cruise

Chi è Ron Kovic? Partiamo da qui, da questo semplice quesito per tornare indietro nel tempo, come spesso succede a FreeTopix Magazine. Dunque, chi è questo personaggio realmente esistito entrato, ormai, nell’immaginario collettivo grazie alla sua vicenda che ispirò un’opera cinematografica ampiamente apprezzata dalla critica e dal pubblico mondiale e premiata nella notte degli oscar del 1990. Un’epoca fa, quindi: proprio come la sua parabola che, badate bene, è proprio fatta apposta per il grande schermo. Una storia tutta americana finita male a metà e che, in tutto e per tutto, poteva anche finire peggio. È vero, qualcun altro potrebbe addirittura obiettare con la tipica espressione: peggio di così si muore.

Ma Ron Kovic è ancora tra noi. Ha i suoi 78 anni e la sua particolarità risiede, soprattutto per un americano come lui, nella data di nascita. Un giorno ed un mese che negli stessi Stati Uniti d’America è sinonimo d’indipendenza e di libertà. Un vero e proprio vanto per tutti coloro che nascono in quella parte di mondo, a parte i lati negativi e classiche contraddizioni che contraddistinguono quel paese. Il personaggio di questa storia nasce in un piccolo paesino dello Stato del Wisconsin, Ladysmith, ma l’intera giovinezza la trascorre a Massapequa, vicino a New York.

Durante gli anni del liceo si interessa a sport come il wrestling e il baseball e in lui è instillato fin da subito il tradizionale spirito americano, degli ideali della propria nazione. Un giorno, nel settembre di sessanta anni fa, lo stesso Kovic si lascia ispirare da un discorso dell’allora Presidente degli Stati Uniti Lyndon Baines Johnson, anche se alcuni fonti affermano che fu il suo predecessore a farlo: John Fitzgerald Kennedy. esattamente nel gennaio del 1961, quando l’allora trentacinquesimo Presidente pronunciò la famosa frase: non aspettate che lo Stato faccia qualcosa per voi, siete voi che dovete fare qualcosa per lo Stato. Maa l di là di miti o di leggende che si susseguono sul suo conto la storia di questo ragazzo parla chiaro ed è senza appello.

In merito a quelle parole, Ron decise di arruolarsi nell’esercito per andare a combattere contro i comunisti in Viet – Nam, quella che diventerà un vero e proprio incubo per tutta la nazione oltre che per lui, come vedremo fra non molto. esattamente si arruola nei marines e diventando anche campione di push-up del battaglione a cui appartiene, completa altre otto settimane di addestramento presso il Reggimento Addestramento di Fanteria di Camo Lejeune, nello Stato della Carolina del Nord, per poi tornare in congedo nel Natale sempre del 1964. A seguire, e dopo qualche settimana, viene traferito a Norkolf, in Virginia, per essere ulteriormente addestrato nelle trasmissioni radio, per l’utilizzo del codice morse.

Nello stesso 1965 inizia la sua carriera come marines negli Stati Uniti fino ad esser promosso con il grado di sergente fino al 20 gennaio del 1968, una data, per lui, spartiacque per la sua stessa vita. Durante un pattugliamento con la squadra ricognitori in una zona totalmente smilitarizzata, in prossimità di un villaggio My Loc e a nord del fiume Cua Viet, Kovic e i suoi compagni si trovano ad essere coinvolti in un terribile conflitto a fuoco con i vietcong. Ne uscirà illeso ma nel peggiore dei modi, purtroppo.

Infatti, in quel maledetto ventesimo giorno del nuovo anno il giovane soldato subì quattro ferite, di cui solamente una riporterà conseguenze tragiche per lui: la prima al piede sinistro, la seconda alla spalla destra, la terza ad un polmone e la quarta ed ultima ferita alla colonna vertebrale con conseguente paralisi dalla vita in giù.

Impossibilitato a combattere verrà congedato definitivamente rimanendo per sempre su una sedia a rotelle. Notando che i reduci di guerra non ottenevano un trattamento consono, Ron inizia una battaglia contro la stessa guerra per cui si era arruolato diventando un vero e proprio simbolo. Lo divenne anche per un altro motivo che fino adesso non abbiamo neanche specificato.

Ronald Edward Kovic, questo il suo nome per esteso, era nato nell’anno 1964 ma nel giorno del 4 Luglio, giorno di festa nazionale. Giorno dell’indipendenza americana dall’oppressione inglese. Una storia che trovò prima spazio tra le pagine di un libro autobiografico, pubblicato nel 1976 e oltre dieci anni più tardi alla pubblicazione stesso, trovò altrettanto spazio sul grande schermo, grazie al coraggioso regista Oliver Stone che decise di raccontare quella vicenda, facendola conoscere al mondo intero. Eppure, bisogna comunque dire una cosa da non sottovalutare mai.

Ogni volta che cade il 4 luglio, per gli amanti del cinema, è inevitabile non dimenticarsi proprio di questo film in particolare che racconta questa incredibile storia vera da ricordare e da scoprire. Una storia toccante, potente e di speranze infrante di una generazione di americani che si ritrovarono ad andare in Viet-Nam per combattere una guerra che, nemmeno in patria, ne avevano ben compreso il senso o almeno così sembrava, ma su questo ci ritorneremo nel corso di questo speciale. Alcuni di loro non tornarono più, altri furono considerati dispersi in battaglia; altri tornarono all’interno di una cassa da morto. Poi c’erano i sopravvissuti, ma con molte ferite nella mente ed altri tornarono vivi e vegeti e con il proprio corpo menomato, proprio come lo stesso Ron Kovic.

Il libro che lui stesso scrisse lo intitolò ‘Nato il 4 luglio’, così anche come il film dello stesso regista statunitense il quale, senza troppi giri di parole, dedicò al tema ‘Guerra del Viet-Nam’. Il primo era Platoon, ed uscì nel 1986; il terzo, direttamente, uscì nel 1993, dal titolo ‘Tra Cielo e Terra’ e a questo punto, il secondo capitolo, comunque scollegato dagli altri, come gli stessi precedenti, era proprio ‘Nato il 4 luglio’.

Ad impersonare sul grande schermo lo stesso Ron, Oliver Stone affidò il non semplice ruolo all’allora promettente attore, lanciato dal film cult ‘Top Gun’, Tom Cruise, il quale già veniva anche da un altro piccolo successo cinematografico: Cocktail dell’anno precedente. Il film ottenne ben otto candidature agli oscar, conquistandone solamente due. Ma di questo ne parleremo più avanti.

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