Uno speciale che celebra la storia della tv e della musica americana
Per un po’ di tempo ci siamo chiesti in che modo iniziare nel raccontare questa storia di musica, che affonda le radici non solo nel mondo delle sette ma anche nella storia e dello sviluppo della televisione americana; quando un tempo esistevano i programmi tv che sapevano intrattenere il pubblico che guardava da casa. Una storia che è di fatto e nei fatti è un evento storico e perdonateci la ripetizione della parola, ma è doverosa. Un fatto che avvenne, esattamente, cinquantacinque anni or sono. I protagonisti? Un programma televisivo entrato nel mito, il suo conduttore anch’egli entrato nella leggenda e cinque ragazzi che… beh, sarebbe meglio dire: andiamo con ordine…
Partiamo dal programma, da quel contenitore televisivo che venne prodotto e realizzato dalla Columbia Broadcasting System. Si, avete ragione: è un nome troppo lungo e per certi versi anche molto complicato da ricordare. Forse andrebbe bene così? Del tipo: un programma televisivo prodotto e realizzato dal canale statunitense Cbs? Si, diciamo che adesso è più chiaro.
Dunque, questo show televisivo ebbe, se così si può dire, una lunga vita, conquistando un numeroso pubblico e fan nel corso degli anni. D’altronde se inizi nel 1948 e termini nel 1971 è naturale che più essere una certezza televisiva, diventi a tutti effetti un’istituzione del tubo catodico.
Eppure, in quel lontano 20 giugno del 1948 quel programma di varietà, perché un tempo così si chiamavano del tubo catodico che intrattenevano, attraverso varie tematiche e settori, il pubblico da casa, approdò sul piccolo schermo con il titolo ‘Toast of the town’, tradotto in italiano: brindisi della città. Ma questo particolare ‘brindisi’, questo particolare nome, venne cambiato sette anni più tardi. Il 25 settembre del 1955 prese il nome di Ed Sullivan Show.
Ed Sullivan era un giornalista e conduttore tv che, tre anni più tardi la fine del Secondo conflitto mondiale, ideò un format televisivo in cui ogni puntata tendeva ad avere come ospiti personaggi sia del mondo del mondo del cinema e sia del mondo dello spettacolo. In quel primo appuntamento del primo giorno d’estate del 1948, Ed Sullivan portò con sé Dean Martin e Jerry Lewis.
Fin dal suo debutto, lo stesso conduttore mostrò ottime doti d’intrattenitore, quindi di saper comunicare e recitare. In poche parole, riuscì nell’immediato, come si diceva un tempo, a bucare lo schermo. Nonostante quello che ha rappresentato il suo programma televisivo, non mancarono diversi problemi e pressioni di tipo esterno.
Per esempio, come quelle di alcune associazioni che non volevano, in diretta nazionale, l’esibizione di alcuni artisti afroamericani. Erano gli anni in cui, negli Stati del Profondo Sud degli Stati Uniti d’America, la segregazione razziale era sorretta dalle leggi Jim Crow e che, di lì a poco, sarebbero state smantellate ed abrogate grazie alle varie pronunce della Corte Suprema nel corso degli anni; a partire proprio dalla prima sentenza che abrogò la segregazione razziale nelle scuole nel 1954, ovvero giusto 70 anni fa.
Lo stesso Ed Sullivan, fortunatamente, non cedette mai a tali pressioni, a tali richieste. Anche se una volta, in riferimento ad un cantante che stava emergendo in quegli anni e che aveva già conquistato numeri di vendite da capogiro, si rese protagonista di questa uscita poco ortodossa: non lo inviterò mai nella mia trasmissione, perché è volgare come un nero.
a dire il vero l’espressione fu ancor più pesante di come l’abbiamo riportata. Penserete che sia stato un modo per addolcirla? Ma neanche no, solo che non abbiamo inserito la lettera ‘g’ tra la ‘e’ e la ‘r’ nell’ultima parola menzionata. Ovviamente, però, dobbiamo contestualizzare il contesto storico e, soprattutto, considerare il fatto che all’Ed Sullivan Show gli artisti afroamericani, come ricordato poc’anzi, venivano invitati a partecipare nelle singole puntate.
Si pensi a nomi come Fats Domino, Dionne Warwick, Sammy Davis jr, Nat King Cole, Bob Diddley, The Fifth dimension, James Brown, Aretha Franklin, Mahalia Jackson, The Supremes, Nina Simone, The Temptations e Rosa Morena. Attenzione, però, non gli abbiamo indicati tutti, manca ‘qualcuno’ di particolare, ma ci arriveremo.
Dunque, di questa sua uscita fuori luogo nessuno, molto probabilmente, gli diede peso o almeno così riportano le cronache dell’epoca. Eppure, quella frase non era rivolta tanto ad un cantante e musicista qualsiasi: ma colui che era già considerato il Re del Rock and Roll, Elvis Presley.
L’accostamento al mondo afroamericano o comunque il riferimento del Re del Rock alla comunità nera, seppur in maniera abbastanza negativa, era anche e soprattutto dovuta dal suo stile musicale che fondeva la duplice cultura delle sette note imperante in quegli anni: quella bianca, del country, e quella nera con i più generi rappresentativi. Nonostante tutto Elvis Presley non solo ci andò, partecipando come ospite alla trasmissione, conquistando tutti in quell’occasione; come sempre.
Era ancora intorno agli anni ’50, seconda metà dello stesso decennio e più il tempo passava e più la trasmissione sembrava ottenere sempre più credito, diventando sempre più longeva fino ad un certo anno che ne decretò per sempre la fine.
Nella sua lunga vita, Edward Vincent Sullivan, nome per esteso di Ed Sullivan, non svolse solo il lavoro di conduttore ma anche di giornalista sportivo. Diciamo che quest’ultima attività rappresentò proprio il suo esordio ufficiale nel mondo dello spettacolo e quindi nel giornalismo stesso. Senza dimenticare che fu anche e addirittura sceneggiatore. Infatti, nel lontano 1933 scrisse, in coppia con Abel Green, il film commedia dal titolo: Mr. Broadway e che prese parte anche come interprete. Tornando alla fine della sua creatura, il suo programma televisivo durato per ben 23 lunghi anni, lo stesso Ed Sullivan, dopo la chiusura dello show televisivo, non ebbe vita facile: dopo soli tre anni più tardi gli venne diagnosticato un male incurabile che lo uccise in poco tempo.
Il tutto avvenne tra il settembre e l’ottobre di cinquanta anni fa, nel 1974. Una radiografia rivelò un tumore all’esofago in fase avanzata. Allo stesso Ed non gli fu detto nulla e un mese più tardi se né andò convinto di essersi ammalato semplicemente d’ulcera. Era il 13 ottobre di quello stesso anno. Ma tutto quello che vi abbiamo raccontato fino adesso è solamente il preludio all’evento che andremo a celebrare più avanti.