Oggi, 31 Ottobre, il popolare attore avrebbe compiuto, come ricordato più volte in questi giorni, 95 anni
Fin da quando ci era venuta l’idea di dedicare un ampio reportage sulla figura e vita di Bud Spencer, in tutta onestà, non avevamo neanche pensato ad un degno titolo per onorarlo e celebrarlo come si deve. Ci è venuto questo ‘Bud Spencer e i suoi 95 anni’ che, chissà, avrebbe apprezzato veramente, semmai avesse avuto occasione di leggerlo. Ci è venuto così, in maniera semplice; senza troppi paroloni e giri di parole. Perché in fondo, dopo tutto quello che abbiamo detto e mostrato, dopo tutto quello che abbiamo ricordato siamo comunque ben consci, del fatto, che non siamo riusciti a dire effettivamente tutto.
D’altronde lo abbiamo sostenuto fin dall’inizio: raccontare ben 86 anni di vita non è per niente facile. I ricordi, gli aneddoti di vita, i film, le scene e le serie tv che ha realizzato sono tantissimi e c’è da perdersi. Non sappiamo neanche se ci siamo focalizzati su quelli più importanti ma su un elemento, su un dettaglio volevamo soffermarci ed è quello che, nella penultima parte di ieri, avevamo solamente accennato ad approfondire: la natura stessa dei suoi film.
Giuseppe Pedersoli, una volta che gli avevamo domandato di ‘Lo chiamavano Bulldozer’ e ‘Bomber’ e su come fossero nate queste due pellicole, giustamente afferma che per erano, film, non solo questi due ma anche gli, che potevano essere semplici o che potevano essere visti anche come superficiali. Ieri, proprio in merito a questo, avevamo iniziato con il bollare, tale giudizio, come ‘troppo frettoloso’. È vero, comunque, alcune opere che siano cinematografiche o letterarie o musicali trovano sempre il favore della critica anche in base all’epoca in cui vengono prodotte.
Nel suo caso i film in questione vennero bollati come ‘filmetti’ senza troppe pretese; opere cinematografiche di mero intrattenimento o nulla di più, per non dire anche ‘film commerciali’. Il punto, però, è anche un altro e, a distanza di tempo, appare anche abbastanza evidente che in alcune frasi, in alcuni discorsi, in alcune scene, anche quelle con le scazzottate, c’è comunque un insegnamento o comunque un messaggio da veicolare. Basti pensare, appunto, a quello che voleva dire in questa intervista effettuata durante la preparazione di uno dei suoi tanti film.
Il messaggio è chiaro e, allo stesso tempo, riguarda un concetto che in tempi non sospetti avevamo sfiorato anche noi. lo avevamo sfiorato durante in una delle tante recensioni dedicate ad uno dei suoi tanti film e, forse, in un articolo celebrativo non tanto della sua nascita, quanto della sua scomparsa: ovvero la ridicolizzazione della violenza stessa. Una violenza pari a quella vista nei cartoni animati.
Una comicità, dunque, per quei tempi, che non venne considerata, subito, geniale ed innovativa da parte della critica; una comicità che si fondava, proprio per dirla come vorrebbe lo stesso Bud Spencer, che si basava propriamente sull’attività sportiva. Difatti, gli stuntmen che si allenavano con lui e con Terence erano tutti atleti e provavano e riprovavano i momenti fino ad essere precisi e perfetti per evitare, giustamente, di farsi male.
D’altronde, le risposte che lo stesso Bud rilasciò in quell’occasione anticipa una risposta di suo figlio che ha rilasciato a noi in quest’ultima occasione ad una domanda che gli abbiamo rivolto:
“Direi la prepotenza, è stato sempre una persona molto mite. Fortunatamente per lui soprassedeva ai soprusi o alle cattiverie degli altri e in qualche modo li dimenticava velocemente; però gli dava molto fastidio la prepotenza degli arroganti, dei maleducati di quelli che è anche un po’ quello che ha messo anche nei suoi film, ovviamente nella vita non prendeva a sberle nessuno, ma soffriva molto gli atti di violenza e di prepotenza che sentiva nella società e che in qualche modo gli erano vicini”.
E chissà cosa penserebbe di questi tempi e chissà, anche, come ne soffrirebbe. Tornando, invece, alla nostra analisi in relazione ai suoi film che, in un modo o nell’altro, tra una scazzottata e l’altra cercavano comunque di lasciare dei messaggi ampiamente positivi tra i giovani che lo seguivano.
E proprio in merito ai messaggi positivi, i quali potrebbero essere intesi come degli insegnamenti, chiediamo allo stesso Pedersoli qual è stato il più grande insegnamento che suo padre gli ha lasciato o che comunque gli ha trasmesso. La riposta è semplicemente questa:
“No, lui non teneva a dare insegnamenti, lui diceva ‘io non posso insegnare nulla a nessuno’ però per me è stato un grande esempio di vita, sia sul lavoro dove rispettava moltissimo tutti dal più piccolo al più importante e sia nella vita diciamo che ha mantenuto una linearità che per noi in famiglia è stata sempre un ottimo esempio”.
La vera grandezza dei grandi, insomma: l’umiltà. Forse, in questo lungo speciale o reportage, come meglio preferite, non è che abbiamo scoperto il suo più grande segreto; semmai abbiamo confermato cosa rende uniche e appunto immense alcune persone speciali. Non a caso, quando lo stesso Bud venne a mancare otto anni fa, a lui fu dedicata una puntata speciale del programma Mediaset ‘Vite Straordinarie’ e, nei fatti e in base a quello che vi abbiamo riportato, la vita di Carlo Pedersoli è stata straordinaria, unica ed irripetibile nel suo genere.
Come ha precisato lo stesso Giuseppe e come abbiamo specificato anche noi, durante la prima parte di questa lunga serie di appuntamento, Carlo Pedersoli o Bud Spencer, come meglio preferite, è stato veramente un esempio. Soprattutto, grazie anche ai continui racconti che emergono su episodi del suo percorso esistenziale, il mondo in cui ha affrontato la sua vita. Molti li avevamo anche ricordati quando avevamo intervistato la sorella di Giuseppe, Cristiana, la quale dedicò un bel libro su suo padre, altri, quindi, sono stati raccontati dallo stesso produttore e regista.
Cos’altro dire? Beh, come detto ci sarebbe ancora tanto da parlare, da ricordare e su cui soffermarsi; potremmo realmente realizzare una lunghissima serie di appuntamenti e sappiamo benissimo, cari lettori, che non vi stancherete mai e poi mai ad aspettare ogni pubblicazione in merito. Per il momento chiudiamo così e in questo modo, ringraziando, come sempre, Giuseppe Pedersoli per la sua cortese e gentile disponibilità e con una scena in particolare ed una colonna sonora, in particolare, condivise da Youtube.