Il 26 ottobre del 1984 usciva nelle sale il film di James Cameron che mutò i canoni del genere fantascienza e dell’action movie

Provate ad immaginare questa scena che avrebbe del grottesco. Provate ad immaginare un giovane regista che si sta facendo le ossa nel mondo del cinema, la sua occasione gli arriva all’inizio degli ’80 quando decide di dirigere il sequel di un film che pareva essere, nella sua essenza, la diretta parodia di un capolavoro assoluto della cinematografia mondiale. La suddetta parodia uscì, nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, nel 1978.

Il suo sequel, invece, quattro anni più tardi. Si, perché il giovane regista sostituì un altro suo collega, che aveva diretto il primo, e che si sarebbe fatto notare per un altro film qualche anno più tardi. Ma andiamo con ordine cercando di non perderci in questa premessa abbastanza lunga.

Dicevamo, dunque, di immaginarvi questa scena, questa situazione in cui il giovane regista approda nel nostro Belpaese, esattamente nella capitale, per presentare il film. ovviamente si sistema in un albergo e, molto probabilmente, dopo la presentazione si rifugia in un ristorante locale, spinto, soprattutto, dalle voci sulla nostra cucina.

Ecco, è proprio questo il punto: il regista deve esser stato talmente sfortunato perché, forse, andò a consumare nel ristorante sbagliato. La conseguenza fu una gravissima indigestione che lo portò a farsi ricoverare nel primo ospedale più vicino.

Durante la degenza presso la struttura sanitaria e precisamente una notte in particolare, la mente del regista partorì quello che si definisce un perfetto incubo talmente spaventoso che non lo fece dormire. Cosa aveva sognato di così tanto inquietante?

Immaginò involontariamente un torso metallico che si trascinava fuori da un’esplosione brandendo, fra le mani, dei coltelli da cucina. Rappresentava il cuoco che non aveva completato l’opera dopo che gli aveva procurato l’indigestione. Forse sì o forse no. Sta di fatto che qualche anno più tardi lo stesso regista tornò al cinema con un’altra opera cinematografica, con questa in modo particolare:

Si, avete capito bene. quella disavventura culinaria, in terra nostra, che aveva provocato un sogno spaventoso era riuscito nella missione impossibile di ispirare un giovanissimo James Cameron non tanto per una delle sue opere cinematografiche più famose, semmai per l’opera cinematografica non solo famosa ma altrettanto leggendaria: Terminator.

Era il 26 ottobre del 1984 quando, prima nei cinema americani e poi in quelli di tutto il mondo, il film dal multi-genere uscì spiazzando e sorprendendo critica e pubblico. In effetti, leggenda nella leggenda, nonostante l’opera di Cameron si scontrasse con altri pezzi da novanta, al botteghino, per ben due intere settimane raggiunse tetti d’incassi ancora oggi irraggiungibili.

Non solo, sempre in quello stesso anno, sempre in quel 26 ottobre del 1984, trovò la sua definitiva consacrazione un attore, con un glorioso passato da culturista, che era partito nel cuore del vecchio continente ancora in età adolescenziale per realizzare il suo più grande sogno: essere una star di Hollywood. riuscendoci, ovviamente.

È chiaro che il nome è ormai noto a tutti, ma se andiamo direttamente a ricordarlo comunque non manterremmo l’ordine previsto di questo speciale e, allo stesso tempo, non racconteremmo per bene questa ‘Storia di cinema’ proveniente dagli anni ’80. Ma siamo sicuri che il tutto è circoscritto in questo lasso temporale? Come abbiamo avuto modo di vedere non è propriamente così.

In qualche modo il progetto cinematografico che ha attirato lo stesso Cameron, per quanto concerne il sequel di ‘Piranha’, parte ufficialmente, come uscita nelle sale, nel 1978. Ma non basta. Lo stesso James, durante le tante interviste che aveva sostenuto per l’occasione, afferma di essere andato ben oltre al suo sogno e di essersi ulteriormente ispirato ad un capostipite del genere diretto, addirittura, da John Carpenter: Halloween – La notte delle streghe. Difatti il ‘Terminator’ che si vede agire nel film, implacabile, sembra quasi una ripetizione del personaggio di Carpenter.

Un cyborg, parte uomo e parte macchina, che torna indietro nel tempo per compiere una missione: quella di terminare la madre di colui che comanda la resistenza contro le macchine. Per evitare che ciò accada, la stessa resistenza invia un soldato con il compito di proteggere e salvare la donna ignara del proprio destino.

Più o meno è questa l’idea che, ad un certo punto, deve essere rimbalzata nella testa del lungimirante regista all’epoca trentenne, mentre oggi è un settantenne che si può godere tutto il successo di quella sua incredibile invenzione cinematografica. Inizialmente la trama prevedeva che dal futuro datato 2029 venissero inviati non un solo cyborg ma ben due. Di cui uno sarebbe stato indicato come il T-800 e l’altro presentava un esoscheletro da una lega particolare, ovvero da metallo liquido.

Seppur con blockbuster come ‘Star Wars’ del 1977 e ‘Superman’ dell’anno successivo, gli effetti speciali erano stati sostenuti e quindi creati da una tecnologia all’avanguardia, per l’epoca s’intende, nel 1984 non era possibile ricreare alcune dinamiche sullo schermo, portando allo stesso regista a far arrivare dal futuro un solo robot assassino ed un uomo.

A questo punto dobbiamo dirlo: chissà cosa sarebbe successo alla storia medesima se quella idea iniziale fosse andata in porto fin da subito? Chi conosce il film, la trama e ogni dettaglio della storia sa già dove vogliamo andare a parare, ma questo c’è ancora tempo per arrivarci, perché, nei fatti, lo stesso Cameron ebbe diversi problemi di scrittura nel senso che si fece aiutare nel trasformare quello che sembrava un tipico soggetto di genere fantascienza in una vera e propria sceneggiatura. Chi lo aiutò fu il suo amico che aveva più o meno lo stesso modo di intendere la scrittura dello stesso regista e, oltre tutto, anche la stessa visione e prospettiva.

Mentre le fasi embrionali della sceneggiatura procedevano, James Cameron, che comunque nonostante fosse giovane ma aveva già al suo attivo il successo di ‘Alien’, in cui diresse Sigourney Weaver, ebbe uno scontro con il suo agente. Difatti, il manager lo sconsigliò categoricamente di lavorare a quel soggetto. Sentito queste parole Cameron, senza neanche pensarci un attimo lo licenziò su due piedi. A distanza di quarant’anni esatti è anche normale che ci viene da dire che fece bene. Anche se il diretto interessato non sapeva ancora che avrebbe modificato i canoni sia del genere fantascienza e sia dell’action movie.

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