Considerazioni su un movimento che nacque nel contesto di un gruppo che si riconobbe in una rivista
L’istanza ‘elementarista’ trova la sua spiegazione in un bi- sogno di superamento della staticità che rischiava di ingabbiare l’interpretazione pedissequa del dettato ‘neoplastico’; essa costituisce, pertanto, una apertura e non una negazione rispetto alle linee guida di ‘De Stijl’, proponendosi, di fatto, l’obiettivo di impedirne un rinsecchimento ‘manieristico’. Il ’26 è l’anno dei lavori a l’Aubette, il celebre ristorante di Stasburgo e vede l’impegno di van Doesburg unitamente con quello di Hans Arp e di Sophie Täuber-Arp.
E sarà bene aggiungere che Torres Garcia, in questo momento, è alla vigilia della esperienza che lo condurrà, nel 1930, insieme con Michel Seuphor, alla fondazione di ‘Cercle et Carré’, un organismo e una rivista che confluiranno presto in ‘Abstraction Création’ non senza aver dato spazio al tema dell’incom- mensurabilità che si affaccia con pienezza in La pintura constructiva del 1929 di Torres Garcia, un capolavoro in cui viene affrontato con lucida determina- zione il tema della ‘sezione aurea’14.
Si perviene, così, al 1930, anno in cui giungono a compimento altri motivi di riflessione di van Doesburg che si sostanziano nella realizza- zione di Composizione aritmetica, opera, che costituisce lo snodo logico entro il quale le prospettive cui si era aperto l’Elementarismo confluiscono in una soluzione dinamicamente organica, serenamente ispirata alla incrementazione progressiva della planarità spaziale grazie anche alla dinamicità della diagonale ed alla proiezione verso una ulteriorità di orizzonte.
In quest’anno van Doesburg immagina di poter compiere un passo più avanzato e di voler dar corpo ad una unione di pittori e scultori parigini, ispirati dalle prospettive astrattiste, cui dà il nome di ‘Abstraction-Création’.
Nella mente di van Do- esburg, in pratica, sta matu- rando la fase nuova dell’evo- luzione storica di ‘De Stijl’ che dovrebbe poter svilup- parsi in una prospettiva di tipo ‘concretista’, nascente nel segno di una nuova ri- vista, “Art Concret”, grazie al contributo di Carlsund, di Tutundjan, di Hélion.
Composizione aritmetica, osservata in tale prospettiva, può assumere il significato di snodo estremamente signifi- cativo tra le vicende di ‘De Stijl’ e la temperie ‘concreti- sta’, dispiegando i motivi di una ragionevole continuità evolutiva.
Il dato significativo di questa evoluzione consiste in una sorta di ribal- tamento, ma non di rinnegamento, dei principi di fondo di ‘De Stijl’, con il superamento, in effetti, della ricerca di una ragione delle cose attraverso l’analisi geometrica del reale fenomenico, per suggerire, piuttosto, la va- lorizzazione della possibilità di dare consistenza oggettuale a quella che può essere definita la realtà espressa da una pura concezione mentale che non trova alcuna possibilità di specchiamento in manifestazioni epifeno- meniche.
“Il quadro – si sostiene negli intenti ‘concretisti’ – non deve avere altro significato che se stesso”, dal momento che l’opera d’arte “deve essere concepita e formata dal pensiero prima della sua esecuzione … senza accogliere dati formali della natura, dei sensi e dei sentimenti”15.
Con la scomparsa di van Doesburg, nel 1931, l’avventura di ‘De Stijl’ ha termine, anche se, come abbiamo già detto, non se ne spegne l’eco e non se ne consuma l’eredità.