La seconda canzone che apriva il primo spinoff del franchise televisivo
Secondo appuntamento con la squadra scientifica della tv, questa volta, però, da New York passiamo in quel di Miami per andare a scoprire uno altro tema musicale, un’altra sigla come si diceva un tempo, un altro brano iconico fruito per attirare quello che è stato, di fatto, il primo spin-off del franchise televisivo di Csi.
Dopo ‘Baba O’Riley’, andando quindi a ritroso nel tempo, per introdurre il tenebroso Tenente Horatio Caine e la sua squadra, ci pensò sempre Peter Townshend, sempre a distanza di anni ed in maniera involontaria con il brano: Won’t get fooled again.
Un singolo, anche questo, se notate bene, contenuto nel disco del 1971, in quello stesso ‘Who’s next’, in cui è compreso la canzone con la quale abbiamo aperto ieri questo speciale. dunque, si potrebbe dire, che gli Who si era specializzati, in maniera del tutto involontaria, nella realizzazione di future colonne sonore per telefilm; anche se in realtà fu solo per queste tre serie televisive di grande successo.
Ma andiamo con ordine, come sempre. C’è un dettaglio che non abbiamo ancora ricordato riguardante i tre show televisivi che hanno imperversato attraverso il tubo catodico nei primi anni 2000, ossia il numero degli episodi di ciascuno. In quel di Las Vegas realizzarono ben 337 episodi; a Miami 232 episodi; mentre in quel della Grande Mela post 11 settembre: solamente 197. Peccato, solamente altri tre avrebbero toccato quota 200.
Se a Las Vegas il perno principale era rappresentato da William Petersen, nel ruolo di Gil Grissom, a New York, come abbiamo visto ieri da Mac Taylor, che aveva il volto di Gary Sinise, a Miami c’era Horatio Caine con il volto dell’altrettanto conosciuto David Caruso. Già visto in un altro show televisivo di culto e rivoluzionario: Nypd blue – New York Police Department, prodotto dal 1993 al 2005. Ma lo stesso attore italoamericano aveva lasciato il serial dopo i primi episodi della seconda stagione. Sarebbe stato, poi, sostituito da Jimmy Smits.
A distanza di qualche decennio affermare o quantomeno sentenziare, addirittura, quali sia stato il migliore fra i tre ci sembra, al momento, fuori luogo. In questo speciali ci stiamo solamente limitando quantomeno a ricordare i tre brani iconici e nulla di più. quanto se ne presenterà l’occasione, senza indugio, molto probabilmente esprimeremo il nostro giudizio, come sempre, equilibrato.
Torniamo alla musica, a quella vera, a quella realizzata da questo leggendario gruppo musicale che proveniva dall’Inghilterra e che, mediante il genere rock, ha scritto pagine e pagine di musica che è rimasta nella mente di tutti noi, considerando anche coloro che magari, come spesso accade, non risultano essere dei veri fan della band.
In merito al brano di oggi c’è una curiosità molto particolare che, in tutto e per tutto, soddisferà la curiosità di molti: Won’t get fooled again venne registrato negli studi che venivano usati, leggente con attenzione, da Mick Jagger in persona. Quindi, ecco spiegato il vero motivo di tanta carica nel sound che potrete ascoltare sotto, grazie al video condiviso direttamente da Youtube.
Per la verità si tratta dello studio mobile del frontman dei Rolling Stones in quel di Stargroves. Gli Who, per la precisione, provarono una demo nel marzo di quello stesso anno per poi passare il nastro allo stesso Jagger. Venne usato un sintetizzatore del nastro originale dello stesso Townshend.
In un primo momento, però, il brano doveva essere destinato ad un altro progetto discografico chiamato Lifehouse, per poi introdurlo, in un secondo momento nel 33 giri che noi tutti conosciamo a distanza di oltre cinquanta ‘Who’s next’. Scritta dallo stesso leader degli Who, il testo comprendeva una critica contro la rivoluzione ed il potere.
Il lavoro che fece Peter fu alquanto originale, si fece persino aiutare dai tecnici della Bbc Radiophonic workshop, i quali lo indirizzarono sulla giusta direzione: ovvero quella di catturare la personalità umana attraverso la musica. Un’idea che, a quanto abbiamo visto nel corso degli stessi decenni, ha funzionato benissimo.
Infatti, Townshend trascorse diverso tempo nel realizzare interviste alla gente e, persino, non si fermò solo a questo. Oltre a ricevere risposte, registrò i battiti del cuore, onde celebrali e, addirittura, previsioni astrologiche, convertendo tutto in una serie di impulsi sonori.
Il singolo venne pubblicato il 25 giugno del 1971 e presentava una durata di ben 8 minuti e 32 secondi, anche se, per evidenti esigenze radiofoniche, il tempo venne ridotto a 3 minuti e 35 secondi. Nel luglio dello stesso anno il brano venne immesso anche nel mercato musicale americano. Originaraimente, però, contrariamente a quanto si potrebbe pensare ‘Won’t get fooled again’, non era subito destinato nell’album citato.
Nel senso che non rientrate più nel progetto Lifhouse, venne pubblicato come semplice Ep, si potrebbe dire anche come 45 giri, con un lato b che presentava un’altra canzone: I don’t even know myself e che venne incisa nell’anno precedente.
Di genere Art e Hard rock, il brano, come logico che sia, presenta un significato ben preciso: lancia un messaggio pessimista, contrariamente a quanto si potrebbe pensare e, oltre tutto, si sofferma sulla disillusione verso un qualcosa che si è combattuto senza dai i frutti. Non a caso, nonostante, gli si attribuisca anche un significato totalmente differente, qualcuno afferma che sarebbe un invito a diffidare da alcune persone che quando poi arrivano al potere si comportano nello stesso identico modo di chi è stato prima di lui. Canzone profetica a questo punto? Non proprio: potremmo usare il termine ben più popolare e semplice ‘corsi e ricorsi storici’. Eppure, riportato il significato con queste parole sa veramente di qualcosa che ci ritroviamo anche nella nostra epoca attuale, purtroppo.
Non soffermandoci troppo su aspetti che non andrebbero analizzati in questa sede, andiamo a scoprire che cosa è stato detto di questo brano nel corso di questi cinque lunghi decenni: è considerato come il massimo capolavoro della band e, addirittura, secondo molti, sarebbe stato addirittura ispirato da un romanzo altrettanto famoso e per di più profetico: La fattoria degli Animali di George Orwell. Dunque, quando la musica incontra la letteratura e viceversa. A questo punto quale sarà la prossima canzone?