La consacrazione non arrivò nell’immediato: dovette attendere ben 11 anni dal suo esordio
Lo stesso soprannome, The Boss, non venne preso neanche in considerazione quando, tre anni più tardi a ‘Born To Run’, pubblicò quell’immenso capolavoro conosciuto con il titolo di ‘Darkness on the Edge of town’. Un disco che lo portò verso un altro livello e che, allo stesso tempo, portò lo stesso genere rock verso un’altra dimensione.
Era un rock più sofferente, più introspettivo, un rock che sembrava ancora portarsi dietro l’etichetta con le accompagnò durante le pubblicazioni dei primi due dischi, ovvero quello del nuovo ‘Bob Dylan’. Ma il talento, quello vero, quello suo, quello inequivocabile, stava emergendo a vista d’occhio ma, come detto, la consacrazione non giungeva ancora in via definitiva.
Non giunse neppure quando due anni più tardi realizzò quell’altro suo capolavoro discografico, ‘The River’. Ormai non era più l’erede di colui che aveva scritto le canzoni contro la guerra in Viet-Nam. In alcuni momenti, in alcune sue incisioni ricordava Elvis ma stava diventando sé stesso e nulla più. Stava riuscendo ha trovare il suo spazio personale nel mondo della musica senza rendersi conto che, man mano, stava anche lasciando un’impronta tangibile nel mondo della sette note.
Prima di proseguire, prima di andare avanti nel ricordare altre canzoni, dischi e perché no aneddoti, per non dimenticare in che modo la critica si iniziò a comportare con lui, andiamo a ripassare le date di uscita di questi due ultimi long play pubblicati a cavallo tra gli anni ’70 ed 80. ‘Darkness on the edge of town’ uscì il 2 giugno del 1978, mentre ‘The River’ il 10 ottobre del 1980 e per il momento soffermiamoci su questi due partendo dai giudizi precedenti che la stessa critica mosse nei suoi confronti.
Fin da subito Bruce Springsteen attirò l’attenzione in vari modi e non sempre venne riconosciuto come un puro talento del rock. Per certi versi il suo problema, iniziale, nasceva dal fatto che i primi due dischi non furono adeguatamente sponsorizzati e promossi. Cosa diversa, appunto, con ‘Born To run’.
Infatti, con il terzo disco la critica diventa ‘amica’ del Boss; ciò lo si doveva dai temi trattati, esplicati, fatti propri e messi su versi e base musicali in un modo convincente. Si dirà, di questo disco, che Bruce Springsteen era riuscito a catturare gli ideali di un’intera generazione cresciuta durante un decennio di disordini sociali e politici, per non dimenticare la guerra e la classe operaia. La fortuna del suo terzo album fu anche dovuta ad una massiccia campagna promozionale, rispetto ai primi due.
In merito al quarto album, invece, non vendette quanto il predecessore e la critica, nonostante fosse contenta della musica, rimase comunque perplessa sul contenuto, in fatto di testi, di alcune canzoni. Singoli come ‘Badlands’, ‘The Promises Land’ e ‘Prove all it night’ non convinsero proprio del tutto. Da parte, nostra, invece, vi possiamo segnalare la stessa ‘Darkness on the edge of town’ e ‘The Racing in the street’ che sono bravi di rara bellezza e che, per quanto riguarda quest’ultima, richiede un notevole pazienza nell’ascoltarla. Con il tempo, il suo quarto disco ha incominciato ad essere considerato in un altro modo; con un’altra prospettiva, per non dire anche con un altro orecchio. Oggi, ‘Darkness on the edge of town’ è ritenuto il suo miglior disco e che avrebbe preparato le basi per le prossime raccolte di canzoni inedite.
Canzoni inedite, dunque, che non tardano ad arrivare neanche nel nuovo decennio: gli anni ’80. 1980, 1982, 1984 e 1987. Ma andiamo con calma e soprattutto con ordine. nel primo anno indicato, il 10 di ottobre, come già precisato in precedenza, esce ‘The River’, un doppio long play di quattordici canzoni che sa di capolavoro. Ma questo la critica non basta per regalargli la consacrazione.
In effetti, qualche maligno pensava che in quelle quattordici tracce che componevano il suo quinto lavoro musicale fosse determinato da canzoni riciclate che, in passato durante la lavorazione di altri dischi, erano state scartate. Mentre, quelli più positivi elogiarono la musica, i testi e soprattutto con ‘The River’ lo stesso Springsteen fece il suo ingresso nella classifica Billboard Top LPs & Tape, cioè la classifica dei long play e delle musicacassetta che si vendevano un tempo, diventando l’album più acquistato negli Stati Uniti d’America.
Il disco successivo, il sesto della sua carriera è interamente dedicato ad uno degli stati della nazione a stelle e strisce: il Nebraska. Rispetto alle altre sue raccolte di inediti si possono ascoltare atmosfere cupe e malinconiche. Tra tutte e dodici le tracce spicca l’iconica ‘Atlantic city’. Tale long play uscì il 20 settembre del 1982 e secondo Dave Marsh, un critico specializzato nella biografia dello stesso cantante, affermò che ‘Nebraska’ venne elaborato durante un periodo di particolare depressione.
La depressione, quindi. Secondo le cronache di quegli anni non era la prima volta che il rocker americano si trovava in tale situazione. In questo caso potremmo anticipare alcuni temi che tratteremo più avanti e la volontà, però, di parlare adesso non ce l’abbiamo; rinviamo il tutto quando sarà il momento giusto. In fondo, la carriera di Bruce Springsteen è lunga e arrivare a 75 è roba per pochi, soprattutto quando nel periodo in cui aveva oltrepassato i trenta anni quella consacrazione definitiva tardava ad arrivare.
Dunque, sembrava che gli sfuggisse sempre tra le mani. Non c’era riuscito con ‘The River’, era un po’ complicato che la ottenesse con ‘Nebraska, troppo cupo e malinconico quel disco per fargli raggiungere tale traguardo. Eppure, quando tutto sembrava impossibile ecco che la magia avvenne il 4 giugno del 1984. Una consacrazione che abbiamo già celebrato quasi tre mesi fa con l’apposito speciale interamente dedicato a ‘Born in The Usa’. L’album che lo definì in maniera definitiva il Boss della musica mondiale.
E pensare che la stessa canzone che attribuisce il titolo al disco era stata pensata per il long play precedente e in una versione totalmente differente; acustica tanto per essere precisi. Una versione acustica che non venne mantenuta e che portò, lo stesso Springsteen, verso una musica meno autoriale ma più commerciale.