L’incontro avvenne a Napoli, nel 1960, e viene raccontato dal giornalista e scrittore Michelangelo Iossa in un suo libro
Ricorda le classiche tagline stampate su una qualsiasi locandina cinematografica per la promozione di un film di prossima uscita e, perché no, anche di prossimo successo. Eppure, non è proprio così. L’espressione ci introduce, comunque, ad una storia intrigante, di quelle che si vedono, appunto, solo sul grande schermo o, perché no, che si possono ritrovare anche nelle pagine che si leggono sui romanzi; i classici best-sellers, tanto per intenderci, senza dimenticare quelli del genere ‘spionaggio’. Di quei volumi formati da pagine che raccontano storie impossibili. Perché si sa che la fantasia supera la realtà. Ma siamo sicuri? Perché ciò che accadde oltre sessanta anni fa, nella città più bella del mondo, sembra proprio uscito da una trama inventata da uno sceneggiatore in gamba o da un romanziere dotato di una fervida immaginazione.
Sta di fatto che sotto l’ombra del Vesuvio ad avere una fantasia particolare ci ha pensato lo stesso destino nel far incontrare due personaggi, famosi tra l’altro, che erano praticamente l’antitesi dell’altro. Il primo viveva per raccontare, l’altro ammazzava per vivere. Si possono riassumere in questa maniera le loro ragioni di vita.
Perché in fondo, proprio come ci suggerisce la frase che andremo a scoprire, ciò che non abbiamo ancora svelato, in questa lunga introduzione, è che presenta una natura meramente interrogativa, instillando anche una buona dose di mistero: cosa lega un famoso scrittore, un famigerato gangster e la città più misteriosa del Mediterraneo? Beh! Per quanto riguarda la città l’abbiamo già svelata indirettamente e non servono altre parole in merito.
A questo punto dobbiamo soffermarci sui due protagonisti di questa particolare vicenda. Il primo era uno scrittore famoso, il cui nome era e sarà sempre legato ad uno dei personaggi più iconici sia della letteratura e sia del cinema; l’altro, invece, è legato al mondo della criminalità che lui stesso inizierà non solo a rappresentare e a comandare, ma anche a diventare, nel corso dei decenni, un punto di riferimento. Stiamo parlando dello scrittore Ian Fleming e il boss della mafia Lucky Luciano.
Tra i due, nell’anno 1960, avvenne un incontro molto particolare documentato dallo stesso scrittore britannico per via di una serie di reportage che doveva realizzare sotto il titolo molto accattivante ‘Thrilling Cities’. Tutto questo, però, andando con ordine in modo da non saltare i vari passaggi su come si è arrivati a questo evento che supera di gran lunga la fantasia di qualsiasi sfrenato autore, è stato raccontato in un piccolo libro pubblicato nel maggio dell’anno scorso, con la casa editrice Jack Edizioni, e scritto dal saggista e giornalista Michelangelo Iossa, che in questi ultimi anni abbiamo più volte incontrato anche per altre occasioni.
Non è la prima volta che ci ritroviamo a parlare di un’opera letteraria di Michelangelo Iossa, già l’anno scorso e in tempi non sospetti, lo avevamo intervistato per il suo bel libro, realizzato con Luca Izzo, interamente dedicato alla figura del Re della Musica Pop Michael Jackson. Non solo, proprio nel giorno in cui avevamo inaugurato la nuova modalità di pubblicazione del giornale, avevamo annunciato un suo podcast dedicato a Rino Gaetano. Ma non finisce qui, come vedremo più avanti.
Il libro è semplicemente intitolato: ‘Flemig/Luciano – Ian e Lucky a Napoli’ e non è solo un semplice resoconto su come si svolsero i fatti, senza perdere di vista le storie personali di questi due iconici personaggi; su come si sono affermati nei loro rispettivi campi e soprattutto come, lo stesso scrittore, sia poi giunto a questo incontro molto particolare. Ma rappresenta un vero e proprio spaccato di storia della seconda metà del Novecento, che abbraccia sia il campo della letteratura, compreso il cinema, e sia la cronaca più nera legata alla storia del nostro Paese.
Ciò significa che Michelangelo Iossa non si è limitato solamente a descrivere le modalità dell’incarico che Fleming ebbe dal suo capo redattore per dare il via a questo lungo ed affascinante reportage, ma va oltre, narrando anche dettagli, particolari e aneddoti storici anche poco conosciuti dei due personaggi. Simbolicamente il libro è suddiviso da ben sette capitoli, compreso l’epilogo. Si parte dall’inizio e termina quando le esperienze terrene sia di Fleming che di Lucky Luciano finiscono a distanza di un biennio l’uno dall’altro.
Il numero sette è un chiaro riferimento al leggendario personaggio di Bond, James Bond, l’agente segreto britannico al servizio di Sua Maestà la Regina, che è conosciuto con il famoso con il codice di identificazione di 007. Ian Fleming inaugurerà la saga letteraria nel lontano 1953 e che durerà fino all’anno 1964, precisamente fino al 12 agosto del 1964; anno in cui lo scrittore lascerà in eredità ai posteri la sua creatura letteraria. In tutto i romanzi, pubblicati con protagonista la spia più famosa del mondo, sono stati in tutto di ben dodici, senza dimenticare anche i racconti.
Per essere ancor più precisi su questo particolare ebbene ricordare, ulteriormente, qualche data in più, non solo per gli amanti della saga, sia letterarie e cinematografica, specificando anche qualche altro particolare in merito. Dicevamo, dunque, che il primo episodio, proprio quello pubblicato settantuno anni fa, uscì nelle librerie il 13 aprile del 1953.
Sia il titolo e quindi anche la trama non avevano nulla a che vedere con il primo film che inaugurerà il franchise cinematografico, ossia ‘Dottor No’, conosciuto come in Italia con il titolo di ‘Licenza di Uccidere, ma bensì Casinò Royale. A sua volta, questo titolo, sempre in ambito cinematografico, venne sfruttato in paio di occasioni dai cineasti che, nel corso di questi lunghi sessanta anni si sono cimentati con i vari episodi della saga. Tra l’altro, il ‘Dottor No’, era addirittura il sesto romanzo della serie e che venne pubblicato esattamente cinque anni più tardi dalla prima avventura dell’agente segreto. Forse tutto questo successo non se lo aspettava neanche Ian Fleming, il quale, nel continuare a sviluppare le storie per il proprio personaggio non si rendeva neanche conto di essersi aperta la possibilità di mettersi nelle condizioni di realizzare questo incontro.
Ma come sempre andiamo con ordine, perché fino adesso non vi abbiamo detto nulla ancora e neanche ve lo possiamo dire; sennò non ci sarebbe sfizio ad anticipare il tutto.