Questa sera a Parigi il nuovo esordio contro la Francia
A quasi due mesi di distanza dal termine degli Europei di calcio la giostra delle nazionali è ripartita e il nuovo fischio d’inizio si chiama Nations League. Abbiamo una sola domanda che ci dobbiamo porre fin da subito: Luciano Spalletti riuscirà, in soli quattro mesi, a ricostruire una Nazionale vincente? Riuscirà a rimanere sulla panchina azzurra per le qualificazioni ai prossimi mondiali di calcio, che si giocheranno in Canada, Messico e Stati Uniti, nel 2026? È vero, più un solo quesito ve ne abbiamo posto direttamente tre. D’altronde i temi sono tanti e alcuni li abbiamo anche affrontati nella seconda parte della terza puntata della serie podcast: In campo con FreeTopix.
Prima di addentrarci, ancor di più, nel complesso discorso della nazionale italiana di calcio riepiloghiamo tutti i risultati che ci sono stati almeno ieri sera: Azerbijan – Svezia 1 a 3; Bielorussia – Bulgaria 0 a 0; San Marino – Liechtenstein 1 a 0; Irlanda del Nord – Lussemburgo 2 a 0; Estonia – Slovacchia 0 a1; Serbia – Spagna 0 a 0; Scozia – Polonia 2 a 3; Danimarca – Svizzera 2 a 0 e Portogallo Croazia 2 a 1
Senza dimenticare anche tutte le partite che si giocheranno oggi: Kazakistan – Norvegia; Lituania – Cipro; Belgio – Israele; Galles – Turchia; Islanda – Montenegro; Slovenia – Austria; Kosovo – Romania e per l’appunto la nostra partita, Francia – Italia.
Prima di soffermarci, come giusto che sia, sulla nostra nazionale italiana di calcio, ci sembra alquanto logico raccontare l’origine di questa competizione ritenuta, da alcuni, addirittura inutile. Per un paradosso, la stessa Nations League avrebbe contribuito ad eliminare l’obsoleto concetto delle amichevoli che, con il passare del tempo, non riusciva più a garantire quell’attrattiva di prestigio che possedeva un tempo.
L’idea venne a Michel Platini, all’epoca, Presidente dell’Uefa. Il progetto era quello di creare un torneo con cadenza biennale, stabilendo che la fase finale dovesse giocarsi a giugno; esattamente negli anni in cui non c’erano né Mondiali e né Europei. La prima edizione venne giocata tra il 2018 ed il 2019. Questa che è stata inaugurata ieri è l’edizione numero 4. Al momento l’albo d’oro vede tra i vincitori: Portogallo, Francia e Spagna.
A questo, per dovere di cronaca vi riportiamo l’elenco di partite che si terranno domani: Far Oer – Macedonia Del Nord; Irlanda – Inghilterra; Armenia – Lettonia; Georgia – Repubblica Ceca; Moldavia – Malta; Grecia – Finlandia; Ucraina – Albania; Olanda – Bosnia Erzegovina e Germania – Ungheria.
Dunque, il nostro nuovo corso parte da qui. Da Parigi ed una sorta di coincidenza indiretta. Lo scorso luglio l’Italia venne eliminata in malo modo da una Svizzera più vogliosa di noi nello stadio che ci vide primeggiare, nella finale del Mondiale 2006, proprio contro la Francia e adesso, questa sera, di nuovo contro i transalpini, i quali, anche loro vengono dalla delusione dell’ultimo Europeo.
Eppure, non per essere cattivi nei nostri confronti. I Francesi sono andati più avanti nella competizione nonostante abbiamo mostrato una strana e pesante carenza offensiva sotto porta. Non proprio il massimo per una delle nazionali ritenute tra le più complete al mondo.
Quindi ci sarebbe speranza per noi? per qualcuno non proprio. noi invece vogliamo continuare ad essere fiduciosi, non tanto per essere ingenui ma nel credere fortemente che questo periodo buio dei nostri ragazzi in azzurro possa finire il prima possibile. Un buio interrotto da una luce, rappresentata dalla vittoria dell’Europeo del 2020, giocato nel 2021, ha portato, non poco a confondere le acque. Ha portato e non poco ad illudere che il momento terribile fosse finito finalmente in soffitta.
Invece, i fantasmi si erano già fatti vedere subito dopo quel torneo continentale conquistato con tanta voglia, determinazione ed un bel pizzico di fortuna. Nemmeno la cura Roberto Mancini aveva sortito effetti più duraturi, furono soltanto temporanei. Eppure, Luciano Spalletti, dopo un fallimento così indicibile ci vuole riprovare, molto probabilmente per non passare alla storia come il peggior Commissario Tecnico che abbiamo mai avuto; certo, qualcuno si ricorda ancora di Ventura; e chi se lo dimentica, aggiungiamo noi.
Ma il punto è anche un altro: il calcio italiano non è più riuscito ad essere competitivo a partire dal 2010, dai primi mondiali africani della storia, per poi passare a quelli brasiliani nel 2014. Peggio ancora tra il 2018 ed il 2022. La cosa strana è che in tutto questo, però, ci giochiamo ben due edizioni degli Europei consecutivi: 2020 e 2024.
Luciano Spalletti nel tentativo di rimediare agli errori commessi in estate ha convocato questi giocatori. Portieri: Donnarumma, Meret e Vicario; Difensori: Bastoni, Bellanova, Buongiorno, Calafiori, Cambiaso, Di Lorenzo, Di Marco, Gatti, Okoli e Udogie. Centromcampisti: Brescianini, Fagioli, Frattesi, Pellegrini, Ricci e Tonali. Attaccanti: Kean, Raspadori, Retegui, Zaccagni.
Dunque, sono questi uomini scelti per riprendere il feeling con la vittoria, con la consapevolezza da mostrare in campo e, soprattutto, sono questi uomini scelti per far innamorare di nuovo la gente alla nazionale italiana di calcio. certo, qualcuno dirà: sono quelli giusti? Il punto, però, è anche un altro ed è sempre quello.
Sono anni che diciamo che la nostra rappresentativa nazionale non è più quella di un tempo, che non riesce più ha mostrare la propria forza nelle competizioni che contano e quando succede, quelle rarissime volte ed anche in modo sorprendente, tutti quanti rimangono spiazzati e convinti che il periodo nero, come già detto sia passato.
In realtà non è così. La crisi del nostro calcio è ben più profonda. Non riusciamo più a coltivare i talenti. Sono scomparsi dai radar degli allenatori, prima, e dal Commissario Tecnico, poi, i vari Riva, Rivera, Baggio, Vialli, Tardelli e così via. Dopo il Mondiale del 2006, nei fatti, non c’è mai stata una vera e propria rifondazione.
Ci siamo crogiolati proprio per il fatto che i talenti li avevamo e non ci siamo mai accorti o che stavano invecchiando o, peggio ancora, non abbiamo visto quelli che stavano emergendo senza dargli, come fanno negli altri campionati, il giusto tempo per poter crescere. La Spagna, in fondo, è un esempio calzante. Yamal è un talento puro, ma non è uscito tanto per caso. È uscito anche grazie alla programmazione della stessa Federazione.