Massimo Cotto, lo speaker radiofonico a 360 gradi
Era il 2 marzo del 2023. In quell’occasione Freetopix Magazine pubblicò una piccola recensione di un romanzo, di genere thriller, scritto da uno dei più popolari speaker radiofonici del panorama italiano. ‘Il Re della Memoria’ era il titolo. In quell’occasione, dopo aver recensito tale opera letteraria, ci eravamo ripromessi di riuscire ad intervistare l’autore di quello che avevamo considerato un libro molto interessante e anche sorprendente, visto che l’autore ha sempre bazzicato, nella sua vita, sia privata che professionale, il mondo della musica. Purtroppo, non ci siamo riusciti. Massimo Cotto ci ha lasciato ieri all’età di soli 62 anni, lasciando un grosso vuoto nel panorama radiofonico.
Giornalista, scrittore, conduttore radiofonico, negli ultimi anni era in forza, usando un termine prettamente calcistico, a Virgin Radio. a dare la notizia, sui social, la sua compagna, l’attrice Chiara Buratti la quale, per dare l’annuncio della scomparsa, ha scritto un post sul proprio profilo Instagram:
“Questa è la tua foto preferita. E’ di fine aprile, siamo a Colmar io, te e mia mamma Ozzy. Tu improvvisi balli sgangherati, qualche volta inciampi, beviamo Riesling e mangiamo cordon bleu spettacolari. Ci stiamo divertendo un sacco, come ogni volta che siamo assieme. Ti ho sempre detto che mi hai salvata. E’ così. Ci siamo conosciuti che ero una ragazzina timida e astemia (questo ci tenevi sempre a specificarlo) e abbiamo camminato assieme per 21 anni. Non sempre in discesa, ma avevamo ottime gambe. La cosa che mi fa incazzare di più è che tu mi hai salvata, ma io non sono riuscita a salvare te. Continua a soffiare nel vento. Nessuno ti dimenticherà mai, nemmeno per un istante. Te lo prometto”.
Massimo era nato ad Asti, proprio come Giorgio, ma dodici anni più tardi, nel 1962. I due erano amici. Non a caso, quasi forse come abbia avuto un presagio o un segno del destino avverso, lo stesso Massimo, nel giorno del decennale della scomparsa di Faletti, aveva postato la foto sul suo profilo Instagram della foto del suo amico scrivendo: non posso credere che tu sia lì sotto.
Nemmeno noi ci crediamo ancora e come nemmeno possiamo credere alla notizia della scomparsa di Massimo, a causa di una breve malattia. Dicevamo, che entrambi, lui con Chiara, li avevamo incontrati per iniziare a preparare lo speciale del suo amico scrittore.
Oggi, in questo mini-speciale, invece, ci ritroviamo a ricordare lui e a quell’occasione mancata che ci avrebbe fatto piacere celebrare, con una bella intervista, per il suo contributo anche e soprattutto di critico musicale, di scrittore appunto e di giornalista. Insomma, della lunga e invidiabile carriera iniziata, ufficialmente, nel lontano 1983 come disc-jockey presso la sede Rai di Torino.
L’anno successivo è il conduttore di ‘Rai Stereo Notte’ e che lo vedrà impegnato per sei lunghe edizioni. Ma siamo solamente agli inizi di quella che, forse, non considerava neanche come la propria professione iniziale. Infatti, Massimo Cotto, figlio di un impiegato statale e di madre casalinga, fino all’età di sedici anni la sua esistenza era proiettata verso il mondo del basket. Si sussurra che fosse una promessa, di quelle che avrebbero fatto veramente strada e chissà quante soddisfazioni si sarebbe tolto, emulando, di sicuro, qualche suo eroe della pallacanestro.
Invece, il destino volle altro per lui. un destino pieno di soddisfazione. Galeotta fu la voce di uno speaker radiofonico che in diretta stava spiegando il testo di una canzone. Lo ammettiamo, non era proprio un singolo qualsiasi, era quello di Bruce Springsteen, il Boss della Musica Mondiale, intitolata ‘Thunder Road’ e contenuta nel leggendario disco ‘Born To Run’.
Sempre la leggenda, la sua, quella di Massimo Cotto, volle che il giorno dopo a quell’ascolto radiofonico, avvenuto per caso con amici, lo convinse di punto in bianco a lasciare i sogni di gloria legati al basket per buttarsi a capofitto nell’avventura radiofonica. Dopo gli anni tra il 1983 ed il 1984 Massimo non si è più fermato. La sua attività è andata ben oltre, toccando, come detto, la conduzione e non solo radiofonica, ma anche quella televisiva, diventando autore di diversi saggi musicali e, addirittura, facendo anche una puntatina nel mondo teatrale.
Un’attività a tutto tondo, un’attività svolta a trecento sessanta gradi che gli ha permesso anche d’incontrare personaggi di prim’ordine non solo della musica ma anche della storia in generale. Un esempio su tutti è la conduzione di un concerto di Bob Dylan davanti a Giovanni Paolo II, era il 27 settembre del 1997; oppure quando presentò, a Dublino, il concerto degli U2 per il Capodanno del 1989. Ma stiamo andando alla rinfusa, senza specificare.
Questi due eventi, Massimo Cotto li ha seguiti per la Rai e nella radio e televisione di Stato ne ha fatto parte per venti lunghi anni in cui ha preso parte alla conduzione anche di programmi come ‘Senza rete’, ‘Zona Cesarini’, Masters & Hobo’ e tanto altro ancora. Da non dimenticare, soprattutto, anche un evento legato a Vasco Rossi, quando il cantante romagnolo partecipò per la prima volta all’Heineken Jammin Festival. era il 1998.
Quattro anni più tardi viene scelto da un altro grandissimo della musica italiana, Francesco De Gregori. Il Cantautore, in quell’occasione, non solo si fece introdurre da Massimo per una serata evento nella sala A di via Asiago, ma si fece intervistare anche dallo stesso giornalista e scrittore.
Appunto, lo abbiamo detto ma solamente accennato. siamo rimasti solamente con la sua ultima fatica letteraria, pubblicata proprio un anno fa: Il Re della memoria. Eppure, Massimo è stato autore di diverse biografie di protagonisti della musica come Luciano Ligabue, Patty Pravo, Piero Pelù, Ivano Fossati. Tanto per citarne qualcuno. Senza dimenticare quella doppia pubblicazione interamente dedicata il leggendario Leonard Cohen. E ancora: sui Nomadi; i libri interviste su Vasco Rossi, Giorgio Panariello, Zucchero Fornaciari, Luca Carboni e Renato Zero.
Non solo, entrò in punta di piedi persino nel mondo della poesia sviluppando anche un altro libro intervista: quello con Alda Merini. E la conduzione televisiva o comunque anche come autore nel mondo di quello che veniva un tempo considerato come il tubo catodico? Dal Festival di Sanremo al Rock Cafè; da ‘Satisfaction’ a ‘Claudio Baglioni Live Story; da ‘Scalo 76’ a ‘Vinyl Talk’. Per un elenco di titoli e di esperienze che non finisce, anzi continua…