Il nostro piccolo ed umile tributo ad un attore talento immenso e non sempre riconosciuto
‘My Edens After Burns’ in Italia non è mai arrivato ed è, anche negli Stati Uniti d’America, ormai introvabile. Un chicca, dunque, per tutti coloro che hanno seguito in maniera più continua e più attenta la carriera di questo straordinario attore. Una chicca, come dicevamo, che venne pubblicata nel lontano 1987, quando, agli occhi del mondo, era diventato per tutti ‘The Iceman’, il personaggio antogonista di Tom Cruise nel leggendario primo capitolo e film cult, del 1986, ‘Top Gun’ che, per certi versi, lanciò anche la sua di carriera. Prima, però, cosa successe? Quale fu il suo vero esordio sul grande schermo?
Molti sono convinti che la sua prima apparizione al cinema avvenne l’anno precedente al personaggio di ‘Iceman’, con il film ‘Scuola di geni’, del 1985, appunto. In verità bisogna tornare indietro nel tempo di un altro anno in cui, lo stesso Kilmer, interpretò un personaggio molto particolare, fuori dalle righe, in cui mostrò il suo talento, al mondo, non solo come attore ma anche, grazie alla gavetta che svolto fino a quel momento nei teatri, anche di Broadway, come cantante. Ovvero, un agente segreto inviato nella Germania dell’est che cantava come Elvis Presley. Titolo del film? semplice, ‘Top Secret’.
Due commedie, dunque, con il quale l’esordiente Val attraverso il quale incominciò a farsi notare e talmente tanto che il regista Tony Scott lo volle per il ruolo per il quale tutti quanti lo conosciamo: il freddo pilota di caccia della marina degli Stati Uniti d’America.
D’altronde potremmo anche affermare una cosa, non tanto lontana dalla verità. Nonostante avesse attirato l’attenzione su di sé con due opere cinematografiche più leggere, fu proprio il suo sguardo, il suo portamento, il modo di porsi davanti alla macchina da presa, soprattutto l’elemento della ribellione, che facesse ritenere di essere adatto a quel ruolo. Di essere adatto ad impersonare: Tom ‘Iceman’ Kazansky’.
Questo elemento, questa caratteristica, sarà l’elemento cardine nel quale ruoterà tutta la sua intera carriera. non a caso, quattro anni più tardi, Val verrà ingaggiato dal regista Oliver Stone, fresco dal successo di ‘Nato il 4 luglio’, per affidargli la parte nientepopodimeno che Jim Morrison, il frontman della leggendaria band dei Doors, che scomparve improvvisamente, all’età di 27 anni nel 1971.
In quel film, omonimo del complesso musicale, non solo la somiglianza era tale, da un punto di vista fisico, che anche il modo di essere, il modo di comportarsi che era fedele a ciò che era in vita. Nonostante questi primi successi, nonostante la maggior parte del pubblico e anche una certa parte di critica incominciava ad accorgersi del suo incredibile talento, non venne mai considerato per nessuna nomination agli oscar.
Un vero e proprio errore madornale che, proprio adesso che non c’è più, non riusciamo a capire il perché. Dopo il biopic su Morrison, tra il 1992 ed il 1993, prese parte, esattamente, a ben quattro film: Cuore di tuono, nel 1992, e Una vita al massimo, Una bionda tutta d’oro e Tombstone nel 1993. In quell’occasione, al fianco di Kurt Russel, Val Kilmer interpretava l’ex dentista Doc Holliday che, in seguito alla tubercolosi, divenne un vero e proprio ‘Bounty Killer’.
ma la grande occasione, quella di consacrarsi in maniera definitiva agli occhi del mondo, arriva nell’anno 1995. In quei dodici mesi, Val Kilmer invase il grande schermo, con ben tre titoli, di cui due erano i più attesi per diversi motivi. Il primo era il terzo capitolo della saga di Batman, diretto da Joel Schumacher. In quel film, Val, ebbe l’arduo compito di non far rimpiangere Michael Keaton nel doppio ed iconico ruolo.
Si può dire che pagò lo scottò dell’insuccesso del film, giudicato troppo lontano dalle atmosfere di Tim Burton. La seconda opera cinematografica al quale prese parte, invece, fu ‘Heat – La sfida’ in cui recitava in un cast davvero stellare composto da Tom Sizemore, John Voight e i due pezzi da novanta rappresentati da Al Pacino e Robert De Niro.
A seguire lavora ad altre pellicole, come si diceva un tempo. Anche in questo caso si tratta di tre film in un solo anno e poi un film nel 1997 e due nel 1999. Opere cinematografiche come: ‘Dead Girl’, ‘L’isola perduta’, ‘Spiriti nelle tenebre’; Il Santo, nel 1997 e due anni più tardi ‘A prima vista’ e ‘Joe the king’.
Al di là dei titoli, al di là delle sue interpretazioni o performance che ci ha lasciato nel resto della sua carriera, a partire dagli anni 2000, con film come ‘Pianeta rosso’ o ‘The Missing’, ‘Nella mente di un serial killer’ o ancora ‘Salton Sea’, ‘Alexander’ e ‘Dejà vù – Corsa contro il tempo’ la sua stella, per un paradosso, sembrava sempre più in declino. Non si se questo era dovuto ad una serie di progetti sbagliati o, molto probabilmente, gli addetti ai lavori non gli avevano dato la giusta attenzione.
Sta di fatto che il suo talento non è stato adeguatamente considerato, non è stato adeguatamente supportotato dagli addetti ai lavori, soprattutto per il limbo in cui si trovava: quel ‘ruolo’ di attore secondario, alcune volte, o spalla ma che, nella stragrande maggioranza delle volte era il co-protagonista insieme al o agli attori principali.
Se n’è andato, dunque, a 65 anni a causa di un male incurabile. Ufficilamente per le complicanze di una polmonite che, di fatto, è la conseguenza di quel male incurabile che lo ha colpito una decina di anni fa e che non gli ha lasciato scampo.
Con lui, in silenzio e senza troppi clamori, se ne va un bel pezzo della nostra adolescenza, anche se per qualcuno si parlerebbe addirittura d’infanzia. Se ne va un bel pezzo di quel cinema del decennio sia 1980 e 1990 che fece sognare il mondo intero e più di una generazione.
Di sicuro questo mini omaggio, questo mini tributo non gli rende omaggio in tutto e per tutto. ma è il nostro modo di ricordarlo, nonostante lo avessimo già fatto nella nona puntata della serie podcast, con Samantha Mandurino, ‘Ciak… si parla di cinema’. Ciao ‘Iceman’… ci mancherai.