Gli ultimi film e cosa poteva essere il cinema se non fosse scomparso a 50 anni

Non essendo dichiaratamente, come si dice in gergo, ‘una prima donna’, Steve McQueen, proprio per il suo animo ribelle, molto spesso si scontrava, soprattutto all’inizio della sua carriera, con attori di primissimo livello. Se durante la lavorazione de ‘I Magnifici 7’, lo stesso Yul Brynner soffriva, e non poco, le continue, improvvisazioni che John Stugers lasciava passare a McQueen che, in maniera chiara, oscuravano e non poco il suo personaggio.

La medesima situazione, ma con un finale diverso, si verificò anche qualche tempo prima dell’iconico western con un altro grande divo dell’epoca. Sul set di ‘Sacro e Profano’, McQueen divideva le scene, in modo particolare con George Peppard, il quale nel 1961, reciterà al fianco di Audrey Hepburn in ‘Colazione da Tiffany’ e che, all’inizio degli anni ’80 sarà per tutti il Colonnello Hannibal Smith della leggendaria serie tv ‘A-Team’ e Frank Sinatra.

Proprio con quest’ultimo si rischiò una vera e propria guerra dovuta dal fatto che lo stesso ‘The Voice’, amava punzecchiare i suoi colleghi con scherzi anche un po’ pesantini. Steve, venendo dalla strada, non cascò nella trappola e ricambiò la stella italo-americana con la stessa moneta. Con uno scherzo talmente pesante sul quale i due si fecero una grossa risata continuando, per tutta la lavorazione del film, reciprocamente a prendersi in giro

Tornando al suo percorso cinematografico, dopo il successo del kolossal corale rappresentato da ‘L’inferno di cristallo’, Steve McQueen cos’altro realizzò? A quali altri film prese parte in quegli anni ’70? Apparentemente i titoli sarebbero quattro, ma in via ufficiale sono tre le opere sul grande schermo a cui l’attore prese parte. Infatti, nel film ‘Dixie Dynamite & Patsy tritolo’ non risulta essere neanche accreditato. Era l’anno 1976.

Due anni più tardi è la volta di ‘Un nemico del popolo’, un film abbastanza apprezzato dalla critica seppur essendo non considerato fra i suoi memorabili e fino ad arrivare a quello che, purtroppo, è, di fatto, il suo ultimo anno di vita, in cui Steve McQueen raggiunse il traguardo del mezzo secolo di età, 50 anni. In quel lontano 1980, anche se non lo sapeva ancora, si congedò al pubblico mondiale con non una, ma bensì ben due pellicole: Tom Horn e Il cacciatore di taglie.

Del primo, fra non molti giorni, si celebra il quarantacinquesimo anniversario dell’uscita sul grande schermo; mentre per quanto riguarda il secondo titolo, il quarantacinquesimo anniversario sarà celebrato il prossimo 1° agosto. Ma rimanendo in tema di anniversari e proprio con il numero 45, questo 2025 è anche il quarantacinquesimo anniversario della sua scomparsa, avvenuta in Messico, a Ciudad Juarez, alle 3.45 pm del 7 novembre del 1980, dopo una malattia scoperta un anno prima, nel 1979.

Si trattava di un mesotelioma pleurico, ovvero un tumore provocato dalla continua esposizione all’amianto. Infatti, lo stesso McQueen nel corso della sua intera esistenza aveva sempre frequentato ambienti come le navi, gli stessi studi cinematografici e quello dei motori, dove l’amianto, purtroppo era di casa. Si potrebbe dire, comunque, che il destino fu ugualmente beffardo con lui. Non solo per ciò che aveva vissuto durante i suoi primi anni di vita. Ma anche per una festa che gli poteva essere fatale.

La data dell’8 agosto del 1969 vi dice qualcosa? È il giorno in cui l’attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, venne barbaramente assassinata dalla setta di… in casa sua e con i suoi ospiti presenti. Grazie ad un impegno dell’ultimo minuto dovette rinunciare e il mondo ha potuto godere della sua arte recitativa per altri undici lunghi anni.

Certo ricordare, attraverso questi eventi, la sua scomparsa in quello che oggi è di fatto il suo compleanno numero 95 fa veramente un notevole effetto. Morendo giovane la sua stessa immagine è rimasta per sempre un eterno ragazzo ribelle e, forse, rispetto agli altri ragazzi del 1930 McQueen è stato, nei fatti, quello più rfuori dagli schemi rispetto agli altri, quello più anticonformista. Nonostante questo, Steve McQueen è stato, e lo è ancora, a modo suo, un vero e proprio punto di riferimento.

Non a caso molti degli attori che sono arrivati dopo di lui si sono ispirati molto alla sua figura, al suo essere e al suo stare di fronte alla macchina da presa. La sua presenza scenica è stata, e lo è ancora, pionieristica nell’ideazione di altri personaggi inventati o ispirati proprio dai suoi. E come capita spesso in questi casi la domanda che ci poniamo è la seguente: se fosse sopravvissuto in quel 7 novembre del 1980 cos’altro ci avrebbe regalato? Quali altri film avrebbe realizzato? Avrebbe continuato a misurarsi nelle corse automobilistiche?

Nessuno può dirlo, l’unica cosa che si può dire è che, chiudendo, bisogna tornare al punto di partenza di questo reportage grazie proprio a quella canzone di Vasco Rossi con il quale apriamo la settimana e non fa niente che non sia il singolo giusto per dare la carica, in fondo, basta vedere la vita di Steve McQueen per affrontare la nuova settimana che ci aspetta… Buon Compleanno, Steve, dovunque tu sia… Perché anche noi, grazie, spesso e volentieri sogniamo di avere una vita spericolata, proprio come lo è stata la tua…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *