Ultimo appuntamento con il reportage interamente dedicato a Pino Daniele

Ovviamente ieri stavamo parlando di Massimo Troisi, il ‘fratello gemello’ nella stessa sfortuna di Pino Daniele. Due talenti immensi di Napoli che hanno lasciato oltre che una traccia indelebile, anche un vuoto difficile da riempire. Pino Daniele scriverà bellissime pagine di colonne sonore di cinema italiano. Dall’iconico ‘Ricomincio da tre’ a ‘Scusate il ritardo’. Senza dimenticare il bellissimo brano che accompagna i titoli di coda de ‘Le via del Signore sono finite’. E ancora: ‘Quando’ per uno degli ultimi film del suo migliore amico: Pensavo che fosse amore; invece, era un calesse’ del 1991. Anzi, semmai, per essere precisi: il penultimo, prima de ‘Il Postino’

Sappiamo, con certezza, che non abbiamo detto tutto su di lui, su Pino Daniele, ovviamente. Non abbiamo raccontato tutta la sua vita, professionale s’intende. Mancano i titoli dei suoi dischi, quelli che vanno dal decennio del 1990 fino al 2012, tre anni prima della tragica scomparsa. Ci teniamo, persino, a rettificare un piccolo errore, involontario, commesso, verso il finale di puntata, la numero 13 di Free Podcast Variety, in cui, facendo riferimento al decennale della scomparsa abbiamo inavvertitamente detto che Pino Daniele ci ha lasciati nel 2014. Sbagliato, venne a mancare improvvisamente la notte tra il 4 ed il 5 gennaio del 2015.

Eppure, non ricordare tutti i suoi lavori, tutte le sue raccolte inediti risulterebbe, da parte nostra, un vero suicidio e non solo perché rappresenterebbe anche una mancanza, completa, d’informazione ma anche perché non celebreremmo tutto quello che è avvenuto dopo agli anni ’80. Perché, nei fatti, il decennio successivo è stato, si, il periodo della conferma della sua consacrazione con una variazione sempre più significativa.

Nel senso che il primo Pino Daniele, quello dei primi dischi, per essere precisi, scompare pian piano lasciando spazio ad una versione sempre più commerciale e meno autoriale, senza, però, intaccare la forza espressiva sia in versi che in sound. Ovvero, la sua incontenibile voglia di sperimentare non manca mai. E allora quali sono gli altri dischi? Uomo in blue e Sott’o Sole, del 1991; Che Dio ti benedica, di due anni più tardi; Non calpestare i fiori nel deserto, del 1995; Dimmi cosa succede sulla Terra, del 1997; Come un gelato all’equatore del 1999.

E nel nuovo millennio? Medina, 2001; Passi d’autore, del 2004; Iguana Cafè – Latin Blues e melodie, del 2005; Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui, del 2007; La grande madre del 2012.

Da notare, rispetto agli anni precedenti, i nuovi lavori, le nuove raccolte d’inediti presentano tempi più lunghi di pubblicazione. Addirittura, tra il penultimo e l’ultimo disco c’è una pausa lunga un quinquennio. Al di là di questi dettagli, non insignificanti sia chiaro, l’analisi produzione discografica dello stesso Pino non deve essere distaccata non tanto da alcune tematiche, semmai dalla tematica imperante nei suoi testi e nei suoi sound.

In tale contesto, chiedendo scusa, dobbiamo ripetere, proprio come un refrain di una sua canzone, qualcosa che, in questi lunghi cinque appuntamenti abbiamo sempre rimarcato: la sua musica come un perfetto ibrido tra quella napoletane e quella americani. Due mondi a parte, due mondi lontani che gli permise di raccontare la realtà in cui viveva.

Ebbene, quella stessa realtà che è sempre stata oggetto anche di ignobili pregiudizi, seppellendo tutto quello che c’è di buono nell’area napoletana. Pino Daniele, attraverso la sua vena poetica, è riuscito a conferire alla sua stessa città un’immagine diversa. Un’immagine che stava già diventando realtà, a sua volta, grazie al continuo pullulare di band musicali, di artisti giovani ed interessanti, rappresentati della Neapolitan Power.

Anche in Free Podcast Variety 13 abbiamo posto l’accento su questo particolare non proprio da poco. Canzoni come ‘Napul è’, Terra Mia o quella in cui affronta, in chiave spensierata e ironica, la questione meridionale, con ‘Fatte Na pizza’ e tante altre sono pregnanti di significati, con messaggi diretti non tanto ad alimentare quello stesso odioso pregiudizio, semmai per smontarlo: donando, al mondo, un’immagine a trecento sessanta gradi della sua stessa città.

È naturale anche pensare, per non dire, di voler fantasticare su come avrebbe festeggiato questo suo settantesimo compleanno. Nonostante tutto, nell’area di Napoli, proprio oggi, non mancheranno iniziative di ogni genere volte proprio ad omaggiarlo e sono diverse, tante. Talmente tante che è quasi impossibile indicarle o ricordarle tutte.

Si potrebbe partire con quello con cui abbiamo chiuso proprio la puntata numero 13 di Free Podcast Variety, con l’inaugurazione della targa nella strada dove lo stesso Pino Daniele è cresciuto. Per non dimenticare, oltremodo, anche il concerto a Piazza del Gesù sempre questa sera. Ma le sorprese non finiscono qui, ci sarà anche un ulteriore evento anche a distanza di quasi dieci giorni. Ovvero il 27 marzo presso la 50epiù, per un pomeriggio interamente dedicato alla leggenda di Pino Daniele.

Cos’altro dire? come detto ci sarebbero ancora tante cose su cui andare ad analizzare, su cose da non dimenticare. Come, per esempio, l’incontro con Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito; i musicisti più iconici che lo hanno accompagnato nella maggior parte della sua carriera nei vari concerti, nei vari tour in tutta la Penisola o anche ci sarebbe anche un altro dettaglio su cui, fino adesso, ancora non ci siamo soffermati: quello dei riconoscimenti.

In tutta la sua carriera ne ha ricevuti solamente due proprio per le colonne sonore, semmai una sola colonna sonora: quella di Pensavo fosse amore; invece era un calesse. Premi rappresentati dal Ciak d’oro del 1992 sia per la miglior colonna sonora e sia per la miglior musica.

E allora, dopo quest’ultima informazione si può tranquillamente chiudere qui questo lungo omaggio all’uomo, all’artista, al musicista, al poeta Pino Daniele. Un omaggio che, da parte nostra, poteva esser organizzato forse in modo più completo anche se, senza mezzi termini, avrebbe visto il culmine con la data che doveva essere celebrata quasi tre mesi prima, il 5 gennaio; la vigilia dell’Epifania. Dunque, questa sorta di viaggio musicale finisce qui e finisce così, con la promessa che i dischi di Pino, FreeTopix Magazine non mancheranno del tutto… Auguri Pino, Buon Compleanno… Dovunque tu sia…

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